Una ragazza polacca, Weronica, e una francese, Vèronique, pur non avendo nessun legame, sono uguali come gocce d'acqua, hanno lo stesso amore per la musica e la stessa malformazione al cuore. Per una misteriosa corrispondenza, la francese farà tesoro della tragica esperienza dell'altra.
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Lo stile di questo regista non riesce proprio a prendermi. I suoi film che ho visti li ho trovati ricche di buone idee ma che non hanno fatto presa sul mio interesse.
La Doppia Vita di veronica è un film troppo ‘spirituale’ per i miei gusti. La tematica del doppio,è il film del ‘è tutto scritto,tutto è già segnato’. Come nella trilogia dei colori anche qui troviamo grandi atmosfere e fotografia eccellente,ma è troppo poco per questa scarna pellicola.
"Inculturazione della fede" significa ritrasmettere il messaggio cristiano con la simbolica aggiornata, modificata in direzione degli usi e costumi attuali. Ne “La doppia vita di Veronica”, Kieślowski coaudiuva ulteriormente l’evangelizzazione cattolica con una catechesi audiovisiva sulla mariologia, ciò che mancava fra il “Decalogo” sui dieci comandamenti e il successivo trittico sul Di0 uno e trino. Online c’è un sito che riporta una simbologia mariana minima(*). Più dell’"omelia", sono interessanti i link presenti all'inizio. Nell’analizzare la filmografia del polacco, bisogna ricordarsi anzitutto ciò che afferma Buttafava citato anche dal Mereghetti: niente caso o destino ma Provvidenza, quella atroce e dispotica di tipo manzoniano, insomma roba da 1800. “Veronica”, ossia la “vera icona”(**) di Cristo, è appunto la Mad0nna, posta a modello esemplare di tutti i credenti e dunque della Chiesa stessa. Il che va poi applicato a una figura femminile che sembri una ragazza dei nostri giorni, così da garantirsi l'immedesimazione degli spettatori: ecco allora che la protagonista fuma, riceve tabacco, si offre per una falsa testimonianza a un processo. Poi, però, la sostanza dogmatica deve restare immutata. Il film è spezzato in due: la prima parte, più breve, descrive il vero compito di Maria, quello SOPRANNATURALE. Ergo: ribaltamento fotografico dei rapporti fra terra e cielo, avvento natalizio, gioia estatica per la benedizione di qualsiasi cosa, pioggia o polvere, cada dall’Alto, morte durante l’incipit del secondo canto del Paradiso, da dove Ella svolge il ruolo di suprema mediatrice, se non di corredentrice, fra noi terreni e Di0. La cardiopatia è solo un riciclaggio della profezia dell’anziano Simeone a Lei durante la visita della Sacra Famiglia al tempio: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Luca 2, 35b). La seconda parte del film andrebbe vista in split screen con "Occhi di Serpente" d'Abel Ferrara: il rapporto MONDANO fra la Prescelta e il Burattinaio (in Ferrara: fra Mad0nna e il Regista) è quello dell’Annunciazione (Luca 1, 26-38), perciò Maria prima rimane turbata e poi acconsente con il "Fiat" (“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”). L'insistenza sul rapporto carnale è dovuta allo specifico della sua missione: dare corpo e sangue, quelli eucaristici, a Uno della Trinità. Ambedue le Veroniche sono orfane di madre: non solo in quanto il loro padre è il Padre, ma anche perché, nel Nuovo Testamento, Maria è presentata senza genitori (Gioacchino e Anna[***] sono personaggi e nomi presi da due apocrifi: il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo). Mereghetti sconsiglia di soffermarsi sull’ultima immagine cercando d’interpretarla e comprenderla: cosa sarà mai la mano di lei che si ferma a toccare un albero? Meglio lasciarsi andare alla fascinazione criptica, enigmatica, ermetica, vale a dire al Mistero. Invece la protagonista non tocca un “albero” bensì il Legno, quello su cui s’immolerà il Figlio e che s’imporrà come il Segno principale della sua e loro religione. Soggetto e sceneggiatura hanno insomma circa 2000 anni. Ricapitolando: non caso o destino bensì Provvidenza. Oppure peggio: addirittura circostanza deliberatamente voluta. Nel 1985, il papa polacco Giovanni Paolo II proclama il francese Paul Poupard(****) Cardinale e lo designa Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo con i non Credenti fino al 4 aprile 1993, quando quest’organo ecclesiale viene fuso con il Pontificio Consiglio della Cultura. “La doppia vita di Veronica” è stato girato proprio tra Polonia e Francia, nel ’91. In quell’anno a Cannes ha vinto il premio per la Giuria Ecumenica.