La leggenda delle corse automobilistiche Sonny Hayes viene convinto a uscire dal ritiro per guidare un team di Formula 1 in difficoltà e fare da mentore a un giovane pilota promettente, mentre insegue un'altra possibilità di gloria.
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Kosinski fa un mix degli ingredienti, ma la ricetta è la stessa di Top Gun Maverick. Il risultato è buono. Un classico oggi un po' fuori moda, ma funziona. Mi ha meravigliato come la formula 1 che sembra aver affiancato il progetto, abbia accettato queste scelte strategiche nelle corse, cosa ben lontane dalla realtà della formula 1. Malgrado la seconda parte sia un po' troppo allungata, a me è piaciuto molto, specialmente nelle scene d'azione. Certo se guardate "le mans ford Vs ferrari" secondo me rimarrete ancora più estasiati rispetto a questo buon prodotto.
Mancava solo l'inno nazionale americano al termine dell'ultima gara ma evidentemente sarebbe stato considerato un po' stucchevole ed innecessario visto che tutto lo stile della pellicola è all'insegna dell'americanata (ma di alto budget!).
Ottime tutte le scene in pista, in questo senso hanno fatto davvero un lavoro fantastico ed il realismo scenico è davvero notevole anche se lo svolgersi dei fatti è un pochino meno credibile... ma con due facce da schiaffi come Pitt e Bardem anche la trama più inverosimile diventa più vera della realtà!
Prodotto davvero ben confezionato, sicuramente da non perdere per gli appassionati di motori ma comunque abbastanza easy da piacere anche allo spettatore qualunque... Un film abbastanza commerciale la cui cornice fatta di veri piloti e circuiti è il suo asso nella manica!
FIlm di cui si è parlato tanto già prima dell'uscita per via delle riprese avvenute in gran parte durante i veri GP di F1, con tanto di team principal, piloti e ingegneri del circus che vengono inquadrati mentre il duo di protagonisti tenta la disperata impresa di salvare la APX GP dal destino di squadra materasso.
La storia non ha granchè di nuovo: come detto in un commento precedente, è abbastanza vivo il ricordo di "Driven" con Stallone il cui personaggio sembra riproposto nei panni Brad Pitt. Anche in tal caso, c'è un compagno di scuderia più giovane, c'è una scuderia da salvare e qualche storia d'amore immancabile per questo genere di film a sfondo motori.
Quindi poche le sorprese, tranne qualche evento in pista che sembra quasi preso in prestito da episodi recenti di F1 (incidente a Monza è un chiaro riferimento a quello accaduto in F3 qualche anno prima, cosi come l'incidente ad Abu Dhabi con seguente bandiera rossa è un qualcosa in perfetto stile Latifi 2021).
Nonostante ciò, è un film che rispecchia le aspettative di un qualcosa in stile americano sulla F1, ben diretto e diversamente da altri film totalmente calato nella realtà della F1, mostrando anche un dietro le quinte che magari conoscono solo gli appassionati (simulatori, gallerie del vento, etc.). Questo perché, con un budget monstre, il film è stato pensato come grande operazione di marketing per avvicinare ulteriori tifosi alla F1, analogamente a quanto fatto con "Drive to Survive" (di cui si fa riferimento anche nel film) e alle grandi partnership create negli ultimi anni dalla gestione americana post Ecclestone.
Non è un capolavoro, ma un film tra l'americanata e la realtà che secondo me funziona nonostante la durata di oltre 2 ore.
PS: tranne rarissime eccezioni, il film è infarcito di veicoli e riferimenti a Mercedes (anche nelle scene fuori pista) tra cui ovviamente la motorizzazione della APX GP, più il cameo finale di Wolff.. avrei preferito sinceramente una maggiore imparzialità o neutralità almeno nel film... mi verrebbe da dire che comandano non solo nella F1 vera ma anche in quella del cinema...
Brillante, ottima regia e ottimi gli interpreti, con un Javier Bardem imponente. Forse mi aspettavo un maggiore impatto visivo - comunque già ottimo -, il genere si prestava benissimo e il Cinema oramai ci ha abituato ad effetti speciali d'ogni sorta.
Buona trovata di marketing per dare vita a un prodotto che faccia fan service verso gli amanti della F1 e, allo stesso tempo, riesca ad avvicinare e attrarre un pubblico più giovane. In definitiva, la valutazione del film è sicuramente influenzata da un'impronta fortemente commerciale e promozionale.
Tolto ciò, non si può non constatare che siano stati investiti molti mezzi in questo progetto: la qualità delle riprese e del montaggio è infatti ottima. Il regista Joseph Kosinski dimostra (ancora una volta, dopo Top Gun: Maverick) di sapersi muovere bene nel genere adrenalinico e d'azione. Belle anche le musiche di Hans Zimmer, che però in questa occasione ricordano un po' i temi del suo precedente lavoro per il film Rush, sempre incentrato sulla Formula 1.
Qualche appunto sulla trama è doveroso: ci sono diversi episodi che richiamano fatti realmente accaduti (il che evidenzia ulteriormente il tentativo di lusingare il pubblico già appassionato di F1), ma questi elementi sono stati inseriti in modo abbastanza intelligente. Quello che ho apprezzato meno è che le "strategie" di guida anticonvenzionali del protagonista, interpretato da Brad Pitt, nella realtà verrebbero sanzionate immediatamente per antisportività o guida pericolosa, rendendo quindi difficile prendere sul serio la narrazione.
In conclusione, il film presenta diverse zone grigie: il sapore è più quello di un'americanata commerciale che di un'opera cinematografica profonda. Tuttavia, il comparto tecnico e il ritmo contribuiscono a risollevare, almeno in parte, il giudizio complessivo.
Come avevo percepito dalle mie prime impressioni (vedendo il trailer) questo film risulta un connubio molto riuscito tra "Giorni di Tuono" di Tony Scott (del resto anche qui il produttore è Jerry Bruckheimer) e "Driver" di Renny Harlin (scritto da Sylvester Stallone). La regia di Joseph Kosinski ben si sposa allo scenario sportivo e di sfida che si crea dentro (e fuori la pista), in questo la sceneggiatura di Ehren Kruger usa tutti personaggi classici e stereotipi possibili (ma con i volti giusti): Brad Pitt è il classico cowboy/eroe solitario su quattro ruote in cerca di rivalsa dopo una vita di sconfitte, Javier Bardem è l'amico che offre questa grande opportunità in ricordo dei bei tempi ma a che per cercare anche lui una vittoria personale, Damson Idris svolge la funzione del giovane talento che deve sbocciare attraverso gli errori personali, Kerry Condon (affetta da biondismo) con quegli sguardi è la parte rosa ben incastrata nel team tecnico che fa combaciare tutti, ma senza scordarsi anche di Callie Cooke, Kim Bodnia, Tobias Menzies e il solito Shea Whigham. La produzione Apple si fa sentire anche nella colonna sonora con pezzi famosissimi a cui Hans Zimmer (anche lui, compose la colonna sonota per Scott) fa da braccetto/collante al ritmo narrativo. Buonissima la regia e il lungo minutaggio non si fa sentire grazie alla storia avvincente sulla Formula 1. Presenti anche tutti i pezzi grossi del mondo sportivo della corsa, su tutti Hamilton che è tra i produttori. Forse il fittizio ben poco s'incastra con la storia della disciplina, un ibrido non sempre convincente di fantastoria ma che regge nell'immergere i personaggi in quello che si vuole mostrare.