Ambientato durante la seconda guerra mondiale, la storia riguarda un gruppo di soldati ebrei prossimi all'esecuzione comandati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), quando ottengono invece una chance per salvarsi: riportare con sč cento scalpi nazisti. Il gruppo sarŕ impegnato anche nell’operazione Kino, durante la quale dovranno attaccare il nemico mentre viene presentato, a Parigi, un film di propaganda, alla presenza di Joseph Goebbels, uno dei principali gerarchi nazisti.
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Su questo film si è quasi creata una guerra tra fazioni, alla stregua dei Blood e Crips a Los Angeles, tra chi diceva che questo film fosse il capolavoro di Tarantino e quelli che pensavano fosse il definitivo segnale del suo declinio. Io penso che questo sia un gran bel film, molto divertente ed appassionante, girato in maniera magistrale e con un cast che definire azzeccato sarebbe altamente riduttivo. La storia è strutturata in maniera tipicamente Tarantiniana, con gli episodi tanto cari al regista che fanno da collante tra le vicende dei vari personaggi e riescono a mantenere la storia salda e delineata, cosa che non è così semplice in un film di due ore e mezza con così tanti personaggi importanti. Christoph Waltz è nettamente una spanna, forse anche due, sopra gli altri ed il suo personaggio è nettamente quello più curato e meglio dettagliato. Bravo anche Eli Roth, mentre Brad Pitt mi è sembrato abbastanza anonimo. Insomma, ci sono tutte le caratteristiche e gli elementi che hanno fatto innamorare il pubblico del regista di origini italiane, ma alla fine c'è qualcosa che non consente a questo film di raggiungere l'eccellenza. Innanzitutto penso che ci siano troppi tempi morti, spiccatamente autoreferenziali, che rallentano il film in momenti topici. Anche questa è una peculiarità di Tarantino, ed in alcuni casi è stata la marcia in più, ma in questo caso tali situazioni sono troppe e non aggiungono nulla alla narrazione e alla visione. La colonna sonora è molto meno incisiva, cosa non di poco conto dati gli standard a cui eravamo stati abituati, dove l'OST aveva praticamente il suo ruolo all'interno della narrazione. Poi la trama è sì bella e divertente, però manca di quella genialità che ha contraddistinto Tarantino negli anni passati, quella sua incredibile capacità di pescare nel cinema dimenticato e studiarlo e riadattarlo ai suoi canoni qui viene meno. Dobbiamo però tenere conto che siamo nel pieno del periodo "tributario" di Tarantino, dopo Death Proof e Inglorious Basterds si potrebbe continuare su questa strada oppure cercare di dare una rinfrescata al suo modo di fare cinema. Insomma, di certo non è il suo miglior lavoro (anzi, forse è il meno bello) ma questo non vuol dire che non sia un film che merita la visione, tutt'altro, ma penso che chi si aspetta un film fenomenale potrebbe rimanere deluso.