Un cervellone ha messo a punto un preparato micidiale. Un gangster che vuole impadronirsene per i suoi loschi e pazzeschi scopi ricatta l'inventore rapendogli la figlia. Interviene Joe Castle, esperto di arti marziali.
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Ufficialmente sarebbe un sequel, ma in verita' e' un film a se stante che con i precedenti non ha nulla da spartire se non Bradley (che qui si chiama Joe), l'inutilissimo Yamashita (il ninja villain del primo film, qui riesumato nella parte di...se stesso), ed il regista Firstenberg. Ho ignorato questa pellicola per anni accecato dalla mia totale devozione verso la saga originale, specie considerando l'assenza dei due pilastri principali quali Dudikoff e James, ed oggi infatti non mi sorprende affatto la conferma di non essermi perso niente. Tuttavia non infierirei più di tanto visto che qualcosina di buono la si trova anche qui; certo non parliamo della scadente regia, della trama improponibile tirata all'infinito, della recitazione scarsa o della sceneggiatura ridicola, no: tutto sommato la sequela non-stop di risse e combattimenti, seppur ben lontane dai fasti di un tempo (e non si parla solo di esecuzioni coreografiche e modo di riprenderle, ma anche di cattiveria) bene o male intrattengono, mentre Bradley dimostra di avere, oltre ad un bagaglio marziale di tutto rispetto, una non disprezzabile carica ironica sufficiente a tenere in piedi la baracca (e baracca non e' un eufemismo) assieme all'irritante ragazzino coprotagonista dallo spiccato riguardo per Game Gear e Doritos.
Niente di cult, solo un accettabile semi-parodistico passatempo per appassionati.