caterpillar (2010) regia di Koji Wakamatsu Giappone 2010
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caterpillar (2010)

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locandina del film CATERPILLAR (2010)

Titolo Originale: KYATAPIRÂ

RegiaKoji Wakamatsu

InterpretiArata, Go Jibiki, Shinobu Terajima, Keigo Kasuya, Shima Onishi, Daisuke Ijima

Durata: h 1.25
NazionalitàGiappone 2010
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 2010

•  Altri film di Koji Wakamatsu

Trama del film Caterpillar (2010)

Nel 1940, durante la Seconda Guerra Cino-Giapponese, il tenente Kurokawa fa ritorno a casa da soldato decorato, ma privo di braccia e gambe perse durante il conflitto. In poco tempo tutte le attenzioni e speranze degli abitanti del villaggio si concentrano sulla moglie Shigeko. La donna dovrà onorare l'impero e il paese, ed essere di esempio per gli altri, dedicandosi alla cura di questo eroe di guerra.

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Voto Visitatori:   6,92 / 10 (6 voti)6,92Grafico
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Voti e commenti su Caterpillar (2010), 6 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/11/2012 18:51:32
   6 / 10
Wakamatsu pone una critica feroce verso quella retorica ultranazionalistica che eleva a dio della guerra una parodia di uomo e annullare totalmente la personalità della donna per dedicarsi anima e corpo alla preservazione del cosidetto dio, in realtà un essere abietto che nulla ha compiuto di eroico.
E' la storia di una lenta e cosciente ribellione ad un ruolo imposto, una messa alla berlina di un falso senso di solidarietà sempre imposto dall'alto e mai vissuto come un gesto sincero. La tensione e l'affiatamento tra i due attori è notevole: la guerra che combattono i due protagonisti segna la fine di un'epoca sia a livello domestico, sia a livello simbolico per una nazione che esce sconfitta, ma che può rinascere sotto una luce nuova. Più valodo sotto l'aspetto del contenuto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  23/10/2012 10:50:38
   6 / 10
Reduce di guerra il tenente Kyuzo Kurokawa torna a casa privato degli arti, sfigurato in viso e incapace di parlare e udire.
Tragedia privata e pensiero antibellico sono esposti attraverso un racconto privo di vigore, spesso didascalico e raramente coinvolgente nella condanna all'idiozia umana.
Il dramma intimo dell'ex soldato si fonde con quello di sua moglie, costretta ad accudirlo in quanto considerato dai subdoli indottrinamenti del governo giapponese un eroe, anzi, addirittura una divinità degna di essere venerata.In realtà l'uomo è un criminale di guerra divorato dai rimorsi.
La moglie schifata , eppure pronta a servirlo, con l'andare del tempo si fa sopraffare dall'astio per via dei maltrattamenti che il coniuge le ha riservato prima di partire al fronte.
Non esce bene nessuno dal quadro intavolato in "Caterpillar", disgustano gli americani con i loro attacchi atomici, altrettanto deplorevoli i giapponesi come belve pronti a stuprare e uccidere giovani donne, mentre la donna, in modo subdolo, ordisce le giuste modalità per poter umiliare il marito e apparire contemporaneamente come devoto angelo del focolare domestico.
Il racconto è molto ripetitivo, quasi ossessionante tra scene conviviali e sequenze in cui il sesso diventa mediocre metafora dei mutamenti cui il rapporto è sottoposto.
Lei ripugnata e inizialmente sottomessa, lui beffardamente legato a quella donna che fino ad allora aveva reputato e trattato come un essere inferiore.
Wakamatsu si fa evocativo nel richiamare alla memoria (non so quanto volontariamente) il capolavoro di Dalton Trumbo "E Johnny prese il fucile", manca però di tensione e della giusta intensità drammatica, anche se poi il messaggio di fondo giunge chiarissimo.

baskettaro00  @  13/08/2012 11:09:56
   7½ / 10
riflessivo e brutale,il dramma di un reduce che tornato dal suo villaggio dopo la guerra senza arti vien considerato un eroe,ma che forse avrebbe preferito poter mangiar da solo e camminare ed esser ritenuto vigliacco..buona fotografia.

Ciaby  @  03/07/2011 19:40:17
   10 / 10
Eccolo qua, uno dei film giapponesi più attesi dell'anno. Eccolo qua, con il suo premio al festival di Berlino per la straordinaria interpretazione di una magnifica e impressionante Shinobu Terajima. "Caterpillar" è il nuovo, grande, capolavoro di Wakamatsu. L'orrore della guerra, solo di facciata "onorevole e grande", nasconde i suoi semi del male (le agghiaccianti scene di stupro che si mischiano alla violenza del fuoco) e all'impossibilità di poterne dimenticare la violenza (il rapporto di coppia, già messo a dura prova che si sfalda).

Wakamatsu torna più grande di prima, confezionando inaspettatamente uno dei suoi più grandi film, dove denuncia con forza e coraggio l'inutilità e persino la stupidità (incarnato dallo "scemo del villaggio", portatore di un sottile e sarcastico umorismo) della guerra.

Dietro la facciata della bellezza, dell'onore e del coraggio si insinua l'ipocrisia di due derelitti: l'uomo, forte e coraggioso che rinuncia ai suoi arti e mette a repentaglio la sua vita per l'Impero, è solo un verme (un bruco, citando il titolo) che ha commesso degli atroci crimini rimasti, inesorabilmente, incoffessati e la donna, grande esempio della "perfetta moglie di un eroe di guerra", che nasconde la debolezza e il collasso nervoso, soffocando un aspro e violento sentimento di vendetta.

Il film parte quasi pacato, alternando alcune inquietantissime scene erotiche, filmate spesso da lontano, senza indugiare sui particolari sensuali dell'amplesso (come invece avviene spesso nel cinema di Wakamatsu) e momenti di intimità di coppia e orgoglio, prima di esplodere in una straordinaria mezz'ora finale, dove non ci si può più raccontare bugie e dove tutto precipita.

Straordinario il finale. Il lago silenzioso, il grido che annuncia il crollo di ogni onore: "La guerra è finita! La guerra è finita!". Nonostante si abbia perso, si è felici di essere finalmente tornati alla normalità.

Un capolavoro tutto da vivere e, a volte, persino subire, come un revolver puntato alla tempia, che alterna vivacemente fiction e documentario, neorealismo e surrealismo, confermando la fama e la bravura di uno dei massimi registi contemporanei, non solo giapponesi. Da non perdere.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  15/06/2011 14:35:05
   5 / 10
Il regista giapponese racconta due tipologie di storie: quelle di genere, provocatorie e malsane, e quelle di denuncia, sulla guerra e sugli effetti della stessa. "Caterpillar" fa parte di quest'ultima categoria, nella quale, invero, Wakamatsu non sa muoversi così bene, fatta eccezione per l'ottimo "United Red Army". Il soggetto, ripreso da uno dei racconti di Edogawa Rampo, già portato sul grande schermo nel 2005 con "Rampo noir", pur avendo tutti gli elementi della classica pellicola wakamatsiana, punta ancora una volta sulla denuncia, risolvendosi, come era prevedibile, in un'opera poco convincente. La pellicola risulta piatta, incapace di smuovere e a tratti quasi banale nella sua invettiva. Valide solo alcune scene, che prese singolarmente danno un'idea, seppur vaga, di ciò che la pellicola sarebbe potuta essere se Wakamatsu si fosse concentrato su ciò che sa fare meglio. Ottima la prova di Shinobu Terajima, vincitrice del premio come migliore attrice al festival del cinema di Berlino.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  02/09/2010 04:42:37
   7 / 10
Caterpillar è l'ultima fatica dell'ormai settantaquattrenne Wakamatsu Koji, la leggenda dei pinku eiga (i film giapponesi a sfondo erotico). Il film è tratto dal libro Imomushi di Edogawa Ranpo, che già era stato adattato con toni folli e surreali da Sato Hisayasu in uno dei corti della raccolta "Ranpo Jigoku". La storia è ambientata durante la seconda guerra mondiale: un soldato fa ritorno al suo villaggio senza tutti gli arti, sordomuto e col viso sfigurato. Ad attenderlo vi è la moglie, la quale dovrà accudirlo esortata da tutto il villaggio, che le ricorda che anche questo fa parte dei compiti da svolgere per il grande impero giapponese. Tutta la pellicola è incentrata sul rapporto tra il soldato e la moglie, rapporto che si fa sempre più perverso, claustrofobico e angosciante. Il personaggio di lui difficilmente incute tenerezza o pietà: numerosi flashback ci mostrano suoi stupri e violenze, e anche dopo l'incidente si mostra egoista e ingrato nei confronti della moglie. Lei (interpretata da una grandissima Terajima Shinobu, premiata come miglior attrice a Berlino) invece è dibattuta dalla compassione, dall'odio e dalla disperazione. Il film regge bene, è emotivamente molto coinvlolgente ed è traboccante del macabro erotismo marchio di fabbrica del regista. Ho trovato però molto fuori luogo, ridondanti e anche poco chiari i riferimenti alle bombe atomiche, alle esecuzioni dei criminali di guerra e ai morti della seconda guerra mondiale. Nonché di cattivo gusto il testo della canzone finale: il messaggio anti-militarista era già chiaro dalla storia principale, e sarebbe stato più suggestivo senza queste cadute di stile.

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