un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza regia di Roy Andersson Svezia 2014
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un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza (2014)

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locandina del film UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL'ESISTENZA

Titolo Originale: EN DUVA SATT PÅ EN GREN OCH FUNDERADE PÅ TILLVARON

RegiaRoy Andersson

InterpretiHolger Andersson, Nisse Vestblom

Durata: h 1.41
NazionalitàSvezia 2014
Generecommedia drammatica
Al cinema nel Febbraio 2015

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Trama del film Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza

Come moderni Don Chisciotte e Sancio Panza, Sam e Jonathan, due commessi viaggiatori, si confrontano sulle meraviglie caleidoscopiche dei destini umani. Un viaggio il loro che mostra la bellezza dei singoli momenti, la meschinità di altri, l'umorismo e la tragedia che è insita nell'uomo, la grandezza della vita così come la fragilità dell'essere umano.

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Voto Visitatori:   5,76 / 10 (17 voti)5,76Grafico
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Voti e commenti su Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza, 17 opinioni inserite

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lukef  @  30/10/2017 12:12:47
   6 / 10
Senza nulla togliere alla ricerca e cura maniacale impiegata per la sua realizzazione, l'elemento che più caratterizza questo film è certamente la noia.
Ancora una volta mi son chiesto se non fosse meglio starmene lontano dai Leoni d'Oro, come da quasi tutti i premi italiani. Salvo poche eccezioni, essi si dividono essenzialmente in due tipi: quelli politici (integrazione, gender, ecc.) e quelli incomprensibili (questo è il caso). Se non ricadete tra i paladini d'attualità nè tra i feticisti dell'intelletto, consiglio anche a voi di lasciar perdere.
Ma quel che muove la mia polemica è anche l'incomprensione dei tanti concorsi che potrebbero riflettere, se non la cultura, almeno il gusto e la sensibilità del paese ospitante. Con il pretesto di essere "internazionali", finiscono per premiare delle opere estremamente regionali e di nicchia. Non so bene da cosa dipenda ma Cannes vince sempre 10 a 0 sui diversi tentativi nostrani.
Entrando nel merito, la pellicola in questione dura oltre 100 minuti e si compone esclusivamente di inquadrature fisse da almeno un paio di minuti ciascuna. Tutti i personaggi sono abbastanza brutti, affetti da forme varie di disabilità e caratterizzati da movimenti lenti e cadenzati. Come molti hanno fatto notare, i dialoghi sono quelli del teatro dell'assurdo, ovvero privi di senso logico ed estremamente ripetitivi. Per capirci, poche battute del film non vengono ripetute almeno tre o quattro volte. Nel complesso il tutto si traduce in un esercizio stilistico molto raffinato e adatto soprattutto ad una sensibilità artistica, oltre che emotiva, che credo essere più presente nei paesi nordeuropei.
Ciò premesso, non è certo un brutto film. Molte sono le sequenze belle e originali. In alcune prevale poesia e sentimento (vedi la taverna dei baci), in altre la componente surreale ed evocativa (come la parte dei cavalli o della scimmia), altre ancora possiedono una forte carica simbolica (come lo spiedo gigante).
Tralascerei volentieri eventuali ciance sui significati, già egregiamente trasmessi attraverso le immagini.
Ho letto che l'intero film si ispira a un dipinto di Brueghel (io ci vedrei anche Hopper) e per quanto possa sembrare strano, tali ambientazioni vengono effettivamente richiamate con i toni della fotografia e la staticità quasi pittorica delle immagini, anche nei momenti (per così dire) d'azione.
I "fatti" si svolgono spesso nelle aree periferiche dello schermo e di rado cercano di catalizzare l'attenzione dello spettatore, che si dedicherà piuttosto a godersi con pazienza la scena nel suo insieme, sfondo in primis, giacchè la luce ne irradia con nitidezza ogni suo punto*.
Manco a dirlo, anche la parte del sonoro è sempre nei ranghi, con musichette delicate e marcette ripetute in diverse parti del film.
Non c'è un controluce, un'ombra che sia netta, un oggetto fuori fuoco, nulla che disturbi l'armonia visiva per un po' di intrattenimento. Se non si è disposti a sacrificare quest'ultimo elemento (come accade per il 99% delle persone che conosco), meglio non cimentarsi nemmeno; se invece avete la pazienza di passare un'ora e quaranta senza essenzialmente sentire il bisogno di una trama o almeno di una via battuta, o se amate il cinema e siete disposti ad apprezzarne ogni sua forma, allora vale certamente la pena di darci un'occhiata.


*C'è una scena in cui viene spenta la luce in un corridoio senza finestre e nemmeno in quel caso si perde un dettaglio.

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