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L'idea è semplice e non è affatto male ma la messa in scena soffre di poca cura nella sceneggiatura che non può passare inosservate e che, alla lunga, mina la bontà del plot. Il cast se la cava degnamente, la narrazione non soffre di tempi morti e l'interesse che suscita il racconto è sufficiente per mantenere in costante attenzione lo spettatore. Purtroppo ci sono delle mancanze e sono davvero evidenti.
La prima metà del film è un po' contorta e tende a nascondere le proprie carte. Abbiamo una ragazza che sta fuggendo non si sa per quale motivo ed una task force dove in prima linea c'è una donna che le sta dando la caccia per catturarla. Le carte vengono scoperte dopo la prima parte in cui i flashback delineano uno scenario da guerra batteriologica, in cui la ragazza, in maniera totalmente inconsapevole si trova ad essere un portatore sano di un virus letale. L'approccio del film rimane sui binari del minimalismo. La preda ed il cacciatore in fondo hanno più tratti in comune, primo tra i quali quello essere a loro modo condannate. L'una ad essere un veicolo di morte, l'altra alle prese con le fasi iniziale della SLA. Non è un film memorabile, ma non è diretto male, un'occhiata gli si può dare.