Jennifer Cameron, trentacinque anni, ha una madre tirannica e trascina una squallida vita in una cittadina di provincia. S'innamora di Nick, amico d'infanzia, perduto di vista per anni, e nella presunta maternità intravede una speranza per un cambio radicale della sua vita. Per Nick però è solo un'avventura. La delusione è forte, ma Jennifer troverà la forza per ribellarsi e fuggire.
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Dolorosissimo viaggio d'introspezione psicologica, un tuffo nei meandri dei ricordi, una resa dei conti con i fantasmi del proprio essere. L'esordio registico di Paul Newman è davvero intenso e toccante, con uno scavo della complessità femminile di grande profondità umana e artistica. Ovviamente è un film che rimane imprescindibile dalla sua interprete, una Joanne Woodward straordinaria in toto. Assolutamente da recuperare. L'edizione italiana cambia stupidamente il nome della protagonista da Rachel in Jennifer.
Prima regia di Paul Newman (in precedenza aveva solo diretto un cortometraggio) e probabilmente il suo film migliore dietro la macchina da presa: la storia è avvincente, e Joanne Woowdard (moglie di Newman ma lo sanno anche i sassi) regge splendidamente una prova non facile come questa. Un melodramma psicologico introspettivo di rara intensità, anche se a distanza di decenni risulta un pò datato. Da non perdere, Newman tornerà su temi simili per il bizzarro (e altrettanto interessante) "L'effetto dei raggi gamma sulle margherite"