Nel 2000 il sottomarino russo K-141 Kursk va incontro a un disastro senza precedenti che la negligenza del governo non è in grado di gestire. Mentre i marinai lottano per la loro sopravvivenza, i familiari sono costretti a fronteggiare disperatamente gli ostacoli politici e burocratici, tentando l'impossibile per salvare i propri cari.
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Poco spettacolo ed una storia che va a scavare nelle colpe politiche ed organizzative dietro al disastro del sottomarino russo nel 2000. C'è qualche buon momento, altri invece sono più banali ( la sequenza della presa di coscienza dei ragazzi rimasti orfani dei padri, che si rifiutano di stringere la mano al Generale di Von Sydow ) ma nel complesso resta un'opera abbastanza dimenticabile.
Prodotto da Besson? Irriconoscibile. Diretto da Vinterberg? Irriconoscibile. Didascalia finale che ricorda il numero dei bambini orfani di padre (71) e non i marinai morti (118)? Vergognosa. Fra tutte le possibili spiegazioni del disastro, proposta quella più simile a "Chernobyl"? Propagandistico. Sceneggiatura? Melodrammatica. Scelte indimenticabili? Il cast, "Enter Sandman" live, la scena dei rifugiati a poppa annegati.
molto meno spettacolare di altri film sui sottomarini forse anche per problemi di budget qundi si cerca più di vedere la storia da un lato sociale con tutti gli errori di gestione dei russi e i disperati tentativi di mediazione occidentale . Nel sottomarino succede pochino anche perchè un incidente così devastante non lascia troppo spazi di manovra alla fantasia .. interpretazioni nella norma . regia di Vinterberg coordinata e lineare .