Joker è noto per essere uno dei nemici storici di Batman. Ma la storia del suo alter ego Arthur Fleck rivela come un uomo trascurato dalla società possa riversare tutta la sua grinta in qualcosa che sarà di futuro monito per tutto il mondo.
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Mi sono preso del tempo prima di esprimere un giudizio sul film Joker e nonostante siano già passate 24ore non sono sicuro di aver elaborato appieno le sensazioni che mi ha lasciato. La pellicola porta al cinema l'ennesima rivisitazione cinematografica del personaggio DC e, come successo in passato, il paragone con i precedenti interpreti viene naturale. In questo caso, mi sono ritrovato in una situazione simile a quella che mi aveva portato a valutare il confronto Nicholson-Ledger. Phoenix fornisce una nuova versione dello stesso personaggio, un nuovo modo di raccontare la storia di questo signore del crimine, ma tutti e tre hanno mostrato un modo diverso di interpretare il personaggio ma sempre e comunque valido. L'assenza dell'uomo pipistrello rende la narrazione ancor più realistica e spaventosamente vicina alla realtà di tutti i giorni. L'interpretazione di Phoenix è di altissimo livello e il film è strutturato magistralmente con un'evoluzione del protagonista da manuale che viene accompagnata da una tensione in continua crescita. Sono chiarissimi i richiami ai vecchi Joker cinematografici che Phillips inserisce nel film, tanto quanto i richiami alla regia del maestro Scorsese. Però, pur percependo la sua ispirazione a film come "Re per una notte" e "Taxi driver", il film riesce a mantenere una sua personalità e a stagliarsi come un lavoro che verrà ricordato per moltissimo tempo e che è già un cult. E' quindi un capolavoro assoluto? Una futura pietra miliare della storia del cinema? La mia risposta è NO. E' vero il film ha basi solide (attore principale, ritmo, capacità di far empatizzare/schockare lo spettatore) ma è un mix di qualcosa già visto in passato. La colonna sonora, da tanti elogiata, è la cosa che mi è piaciuta di meno; sembra tratta dai vecchi film del regista, con canzoni conosciutissime messe lì in maniera accattivante e che sembrano voler più impressionare lo spettatore che accompagnare la storia. L'apice viene raggiunto alla fine, con una sequenza in rallenty di lui che entra nell'ascensore in una scena che ha il sapore di un già visto e rivisto. Qual è allora la forza di questo film? Secondo me, oltre alla grande capacità di Phoenix e della sceneggiatura di farci empatizzare con il personaggio di Arthur, c'è la generale ambiguità che accompagna lo sviluppo del film.
Io sono uscito dalla sala con il dubbio se ciò che è successo nel film fosse la realtà o se fossi stato spettatore di un pensiero concepito dalla mente di un pazzo omicida. Tutta questa incertezza si ritrova anche nel rapporto amoroso che ha il protagonista e nelle verità sul suo passato a cui non viene messo un punto definitivo. Ma la cosa che più mi è piaciuta è stata la descrizione della diversità, il mostrarci la realtà con gli occhi di un malato mentale. Mostrarci come vede il mondo chi è "diverso" dagli altri. Una diversità che troppo spesso porta all'isolamento e all'emarginazione. Probabilmente Arthur non sarebbe diventato Joker se la società fosse stata capace di comprenderlo ed integrarlo. Questa è l'interpretazione che a 24h dalla visione sono riuscito a dare a questo bellissimo film, emozioni forti e anche un messaggio importante da portare a casa: è importante mettersi nei panni degli altri per comprendere meglio la realtà e le persone.