Cacciata da casa dalla matrigna, Biancaneve, trova ospitalità nella casa dei sette nani ma la matrigna invidiosa della sua bellezza, si trasforma in una vecchia strega per perseguitarla..
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qui c'è da togliersi il cappello in segno di rispetto.
Siamo nel pieno degli anni '30, una delle decadi che più di tutte hanno avuto una funzione di cardine nella storia del cinema, introducendo nuove tecniche registiche, facendoci scoprire le potenzialità del sonoro e della colonna sonora, inaugurando nuovi generi, consacrandone altri e gettando nell'olimpo delle star attori e attrici che sarebbero presto divenute vere e proprie icone. Un uomo, o meglio un genio di nome Walter Elias e noto a tutti come Walt, dopo essersi a lungo fatto letteralmente le ossa nell'ambito dell'animazione sfornando cortometraggi che hanno lasciato il pubblico di tutto il mondo a bocca aperta. Dopo aver dato vita ad un coniglietto di nome Oswald e, ahimè, dopo averlo perso... Dopo aver dato vita ad un Topolino dai calzoncini con due bottoni bianchi e i guantini... Dopo aver partorito il primo cortometraggio animato a colori dove fiori ed alberi cantano e ballano... Walt Disney decide di produrre il primo lungometraggio d'animazione. ... un'idea balorda e stupida... deve essere impazzito... purtroppo nessun mito dura per sempre...
Queste affermazioni riecheggiavano tra i giornali e per tutta Hollywood. Un lungometraggio d'animazione?!?! Ma sarebbe andato a noia, l'animazione è roba da gag e cortometraggi per farsi due risate. Con un lungometraggio non fai altro che suicidarti economicamente e virtualmente, sarai lo zimbello della storia del cinema.
Alla prima, non appena compare la scritta "The End" e il sipario cala sullo schermo, tutto il pubblico si alza in una Standing Ovation trionfale.
Disney ha avuto successo. Ha letteralmente inaugurato una nuova era, un'era di pura esplorazione delle potenzialità di un mezzo... di un'arte tanto splendida quanto arcana e misteriosa, oltre che complessa e dispendiosa.
Partiamo dal lato tecnico:
Il comparto artistico è qualcosa che fa mangiare la polvere a tantissimi film d'animazione usciti di recente. Gli sfondi, realizzati con semplici acquerelli ma soprattutto tanto e TANTO olio di gomito sono impeccabili, nessun elemento è lasciato a sé stesso e nessun angolino rimane in bianco. Sembra di vedere la vita vera gente, la vita vera. Quando La regina Grimilde attraversa la sala dello specchio per porre l'ormai celeberrimo quesito, ci sembra di vedere un film in live action. L'inquadratura non è affatto il quadro fisso tipico di una Sinfonia Allegra, le luci non sono per niente le luci piatte e cartoonesche dei vecchi corti di Topolino. La regina... E' qualcosa di incredibile. Sembra di vedere una donna vera, complice l'utilizzo dell'innovativo rotoscopio, e il suo design sarà destinato ad entrare nell'immaginario collettivo di tutti noi. Biancaneve è al pozzo in una delle scene più celebri, amate e allo stesso tempo controverse di tutta la Disney. Biancaneve è una delle protagoniste più dibattute della storia di animazione. Viene accusata di maschilismo e di sottomissione, ma forse vi dimenticate che si tratta di una ragazzina di 14 anni, orfana di padre e figliastra della donna più potente del regno, e giustamente mentre svolge le faccende domestiche delle quali non può lamentarsi essendo la matrigna la DONNA PIU' POTENTE DEL REAME, vuole mettersi a canticchiare e inizia a fantasticare sul suo futuro e di quando un giorno troverà l'amore. E' da linciare una ragazzina che vorrebbe trovare l'amore? Mi volete forse dire che voi non avete mai fantasticato sulla vostra futura vita coniugale? Per Biancaneve è semplice: l'amore è felicità, e lei vuole trovare la felicità. Giunge il principe, i due si conoscono e si innamorano, e tutto è raccontato con il linguaggio delle fiabe. In una fiaba non conta mai la scena in sé per sé, ma conta ciò che essa rappresenta. Se vedete il principe che canta con Biancaneve, non prendete il momento alla lettera. E' come se un narratore out-screen dicesse al pubblico: "Un giorno Biancaneve conobbe un principe, e dopo aver passato del tempo con lui iniziò ad innamorarsene"
La scena del cacciatore è superlativa. E' il 1937, il 1937! e la regia sembra provenire da un film assai più recente. La fuga nel bosco è semplicemente da urlo. E' palese l'ispirazione a film del calibro di "Il gabinetto del Dottor Caligari", nelle sue atmosfere contorte, colori contrastanti e sfondi deformati. Questo momento è puro terrore, puro climax ma soprattutto pura empatia verso la protagonista.
Gli animali fanno amicizia con Biancaneve non perché sia bella e basta, ma perché si è rivelata buona con loro e sanno che ha aiutato un piccolo uccellino. Decide di mettere in ordine la casetta dei sette nani non perché le piace essere a gli ordini di qualcuno, ma perché, care mie nazi-femministe, ha fatto 2+2: "Se faccio vedere loro che sono una buona massaia magari mi daranno alloggio" E' un atteggiamento sbagliato? Voi che avreste fatto al suo posto: sole, in mezzo al bosco oscuro, con la donna più potente del regno che vi vuole morte? Evitiamo di fare polemiche tirate per i capelli.
I nani sono fantastici, li conosciamo tutti bene e sono il simbolo di questo film. Ognuno di loro è unico, unico nel design, unico nella personalità e unico nel nome.
La trasformazione della regina è un momento di chiara ispirazione da parte del Dottor Jekill e Mister Hyde, e ancora oggi ci toglie il fiato. Quei colori, quelle inquadrature, quella recitazione... Ebbene sì, anche se si tratta di un film d'animazione quella che vediamo è recitazione pura. Walt Disney ci è riuscito, è riuscito a dimostrarci che l'animazione è solo un metodo come un altro per realizzare film, anche film cosiddetti "seri".
La regina ci riesce, ha finalmente tolto la vita a Biancaneve in una delle scene più dense di climax della storia dell'animazione. L'inseguimento è pura pelle d'oca per quello che succederà. Sappiamo bene che si tratta di una fiaba a lieto fine, ma è impossibile non avere i nervi tesi come corde di violino quando vediamo la strega che si inerpica su per la rupe pronta a schiacciare i nani con un macigno, ed è impossibile non avere i brividi quando quel fulmine sancisce la morte dell'antagonista, resa ancora più atroce dai due avvoltoi che si librano sul suo corpo per poter poi cibarsene indisturbati.
La veglia funebre... come descrivere la potenza emotiva di questo momento? Biancaneve, il simbolo per eccellenza della bontà di cuore, è morta per pura ed egoistica invidia. I nani piangono, gli animali piangono, la natura piange in gocce di pioggia e la musica stessa pare piangere tramite le note straziate di un organo.
Il principe giunge alla bara di vetro della sua amata. Come ci è arrivato? Non lo sappiamo, ma neanche occorre saperlo. Il motivo? E' il linguaggio delle fiabe. La matrigna e le sue gesta erano semplicemente alimentate dall'odio puro, con l'odio ha preparato la mela, con l'odio ha raggiunto la casa e con l'odio ha ucciso Biancaneve. Il principe è mosso dal semplice amore, con l'amore è arrivato dalla sua amata e sempre con l'amore è riuscito a vincere l'odio che l'ha uccisa. Il messaggio è semplice: l'amore vince l'odio, in una delle scene più belle della storia del cinema. I due amati si allontanano, cinti nel loro intimo dall'amore, pronti ad accedere ad un castello tra le nuvole, simbolo di un paradiso che spetta loro per il loro amore sincero. La scritta "The End" orna lo schermo, la stessa scritta che ormai 80 anni sarebbe stata seguita da una commovente standing ovation