the wire - stagione 5 regia di Joe Chappelle, Ernest R. Dickerson, Clark Johnson, Ed Bianchi, Steve Shill, Daniel Attias, Timothy Van Patten, Agnieszka Holland, Brad Anderson, altri USA 2008
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Serie TVthe wire - stagione 5 (2008)

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locandina del film THE WIRE - STAGIONE 5

Titolo Originale: THE WIRE - SEASON 5

RegiaJoe Chappelle, Ernest R. Dickerson, Clark Johnson, Ed Bianchi, Steve Shill, Daniel Attias, Timothy Van Patten, Agnieszka Holland, Brad Anderson, altri

InterpretiDominic West, John Doman, Deirdre Lovejoy, Wendell Pierce, Lance Reddick, Sonja Sohn, Seth Gilliam, Domenick Lombardozzi, Clarke Peters, Andre Royo, Idris Elba, Michael K. Williams, Frankie Faison

Durata: h 1.00
NazionalitàUSA 2008
Generepoliziesco
Stagioni: 5
Prima TV nel Gennaio 2008

•  Altri film di Joe Chappelle
•  Altri film di Ernest R. Dickerson
•  Altri film di Clark Johnson
•  Altri film di Ed Bianchi
•  Altri film di Steve Shill
•  Altri film di Daniel Attias
•  Altri film di Timothy Van Patten
•  Altri film di Agnieszka Holland
•  Altri film di Brad Anderson

Trama del film The wire - stagione 5

La trama dell'opera è basata sulla lotta tra una speciale unità di polizia e una potente banda che controlla il traffico di stupefacenti. La particolarità e l'innovazione della serie sta, oltre che nell'accurato realismo dei personaggi, siano essi poliziotti o membri delle gang, nel narrare passo dopo passo l'indagine di polizia, dalla nascita all'evolversi fino alla conclusione.

Film collegati a THE WIRE - STAGIONE 5

 •  THE WIRE - STAGIONE 1, 2002
 •  THE WIRE - STAGIONE 2, 2003
 •  THE WIRE - STAGIONE 3, 2004
 •  THE WIRE - STAGIONE 4, 2006

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Voto Visitatori:   9,50 / 10 (12 voti)9,50Grafico
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Voti e commenti su The wire - stagione 5, 12 opinioni inserite

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VincVega  @  18/05/2024 09:38:00
   9 / 10
Ed ecco arrivati all'ultima stagione con l'entrata in scena degli organi di stampa di Baltimora ed il ritorno in pompa magna di Jimmy McNulty dopo la stagione scorsa passata nelle retrovie. E' una chiusura di altissimo livello con in primo piano il caso del serial killer montato da McNulty per racimolare i fondi per stanare Marlo e i suoi scagnozzi. Una serie di momenti grandiosi per un epilogo che non è un epilogo. Si conclude così "The Wire", probabilmente al momento giusto, ma allo stesso tempo poteva continuare per altre cinque stagioni, perche David Simon & company sarebbero riusciti a trovare sicuramente altre storie da raccontare. Una Baltimora che potrebbe essere raccontata all'infinito, mostrando le magagne, macchinazioni, il degrado di una parte degli Stati Uniti in maniera così maledettamente dettagliata da restare a bocca aperta.

simonpietro92  @  23/04/2020 12:21:31
   8½ / 10
Sicuramente una delle stagioni più belle della serie. Io personalmente ho amato moltissimo la seconda per la presenza di frank e ziggy (personaggioni). Devo dire che ho un pò sofferto la mancanza dei due greci e del capo dell FBI , personaggi da me molto amati.
Si conclude un ciclo che in realtà non si conclude mai, ma è perfetto così. C'è il nuovo omar, il nuovo mcnalty, il nuovo marlo, il nuovo capo della polizia corrotto... Ogni personaggio è come se rivive alla fine di questa splendida stagione e tutto ricomincia come un cane che si morde la coda. Questa serie ha la capacità di farti vedere come funziona interamente la politica, la polizia, il giornalismo e la droga in tutte le sue sfaccettature.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/10/2017 21:54:35
   10 / 10
L'ultimo tassello della serie sono gli organi di stampa, grande assente delle precedenti stagioni. Ma non parliamo di Tutti gli uomini del presidente. E' la cassa di risonanza degli umori e nel caso specifico delle menzogne. Raggiungere il risultato con la menzogna. Tutto si rivela transitorio, è un ciclo continuo che si rigenera per ritornare al punto di partenza. Un cane che si morde la coda in eterno. Io lo spero, ma fare una serie di questo livello qualitativo sarà veramente molto difficile, se non impossibile.

7219415  @  20/04/2016 17:42:02
   8 / 10
Ottima conclusione della serie che è fatta davvero bene ma non mi ha preso così tanto a differenza di molta gente.

Cemmone  @  20/09/2015 23:48:53
   10 / 10
Mi sono dovuto disintossicare per qualche settimana...annaspando alla ricerca di un metadone sostitutivo che non sono riuscito a trovare. Cinque stagioni, cinque capolavori, un cast fantastico, regia, recitazione.....una sceneggiatura probabilmente fuori di senno tanto elevati sono i picchi di perfezione raggiunti. Sia presso la sede della HBO che a Baltimora, anche se ce la raccontano sordidamente, dovrebbero essere eretti i monumenti di David Simon e Ed Burns.

Semplicemente INARRIVABILE. The Oz mi aveva preso altrettanto, ma The Wire è oltre ogni vetta: è leggenda in materia di serial.

Voto: 11/10

Neurotico  @  23/11/2014 10:52:16
   10 / 10
"Raccogliamo la ***** e la trasformiamo in oro perchè i maggiori diventino colonnelli e i sindaci governatori, fingiamo di proteggere i cittadini quando ogni generazione insegna alla successiva a fregare il prossimo." Cedric Daniels

Il massimo dei voti va non solo all'ultima stagione ma alla serie nel suo complesso (ma le mie preferite, insieme a quest'ultima, sono le prime due). La quinta di The Wire porta alle estreme conseguenze l'analisi della società americana sviluppata nei precedenti capitoli. Chi più, chi meno in The Wire ci sono solo personaggi che indossano maschere (forse si salva solo Omar, un fuorilegge che deruba e uccide i fuorilegge, e per questo si pone fuori dall'universo che accomuna poliziotti e criminali, tutori della legge, politici, e boss della malavita). Tra politici corrotti, capi di polizia interessanti solo alle percentuali, agenti dell'FBI talpe e doppiogiochisti, fino ai giornalisti che inventano storie per farsi notare e detective che montano casi inventati di serial killer. Persone che mentono, e altre che fanno la spia. E in tutta questa m.erda fumante il reale valore di una persona è perso, travisato, sottovalutato o sopravvalutato. Da questo punto di vista si capisce bene la frase di Snoop "il merito in questa storia non c'entra niente, è semplicemente arrivato il suo turno", che riecheggia quella di Freamon nella quarta stagione: "È solo la natura delle cose, è spietata, alla natura non importa niente. Tutto va come deve andare." La vita è una tragedia, amen.


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3 risposte al commento
Ultima risposta 25/03/2015 17.26.18
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maitton  @  20/09/2014 18:12:27
   10 / 10
ok, magari quest'ultima stagione e'un pelino inferiore alle altre e, forse, non meriterebbe il 10 pieno.
ma mi sembra chiaro che in tutta questa storia "il merito non conta niente".

guidox  @  21/07/2014 21:16:19
   10 / 10
il voto è per tutta la serie, decisamente un capolavoro.
praticamente un trattato di sociologia sotto forma di serie televisiva, la vita reale sputata con forza in televisione.
Baltimora diventa il centro del mondo e viene passata al setaccio, la vediamo sotto gli occhi di una miriade di personaggi che non si etichettano in buoni o cattivi e che contribuiscono nel bene e nel male ad animarla.
un microcosmo spaventosamente reale di cui segui le vicende, te ne innamori morbosamente e che quando finisce ti lascia un vuoto così pieno che capisci di aver avuto un'illuminazione.
semplicemente geniale.

giraldiro  @  17/05/2014 23:44:10
   9 / 10
Quinta ed ultima stagione, quella in cui i nodi vengono al pettine e in cui ci si aspetterebbe un finale perfetto per la gioia del pubblico. Ma ormai si è capito che The Wire è una serie che guarda in faccia alla realtà, non allo spettatore, e il lieto fine non è consentito a tutti (mi riferisco ai personaggi).

Concludendo, The Wire non darà dipendenza come The Shield, che reputo ancora il miglior poliziesco in circolazione, ma posso affermare con assoluta certezza che è la serie più realistica e carica di contenuti che sia mai stata fatta. Una serie a cui ci si affeziona e che avrebbe meritato più successo, almeno in Europa.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  05/03/2014 23:51:11
   10 / 10
Un salto in più, se possibile, rispetto alla precedente. Qualcosa che si poteva prevedere, ma a cui ancora il tuo cervello non era abituato.

L'eterno ritorno dell'uguale.

Siamo abituati a concepire una storia, o in generale La Storia, come qualcosa di unico e irripetibile. Siamo abituati a concepire addirittura noi stessi come unici e irripetibili. Ma non è così. Perlomeno non a Baltimora.
The Wire è documentaristico. Questo lo dicono tutti. Ma in cosa lo è? Lo è nell'aver negato il personaggio. McNulty, Bunk, Daniels, Omar, Bubbles, Marlo, Chris e Snoop, Michael sono eroi di una storia. Ma la storia deve finire, e la loro vita deve continuare, respingendoli nell'anonimato che li contraddistingue. I loro connotati si perdono nelle maglie della società e della storia che li fagociterà. Ma ne verranno altri, a sostituirli, avranno un diverso nome, una diversa faccia, ma questo non conterà perché tutto sprofonda nelle sabbie del tempo, e non abbiamo memoria, siamo brevi luci su questa terra indiavolata e assurda. Il nostro affaticarci per un ideale diventa così insensato che alla fine ognuno comincia a barare, a inventare pur di avere una verità da raccontare. Ma in fondo la nostra vita non si differenzia tanto da quella dei barboni, spesso portatori di storie che sarebbero meritevoli di essere tramandate nella coscienza della nostra storia, su tutte quella di Bubbles. Tutto muore (anche simbolicamente - The Body of An American) e si rigenera, ed è sublime, meraviglioso notare i parallelismi, e immaginare, fantasticare un'altra storia come questa.

Il finale di una serie che non si scorderà mai rimane amaro e ricolmo di poesia come è sempre stato The Wire. C'è un lirismo senza fine che accompagna questi personaggi, Bunk, Kima, McNulty, Daniels, Ronnie, Lester, Duki, Prez, Colvin e Nemond, Michael, Cutty, Bidi, Bubbles, Jay, Sidnor, Herc e Carver, ma in fondo anche i mitici Bodie e Putt, Avon, String, Bay, Slim, Prop Joe, Marlo e i suoi, Burrell e Rawls, Carcetti, Clay Davis, l'avvocato Levy, e poi tutti gli altri, i giornalisti del Baltimore Sun, gli alunni e i professori della scuola nella quarta stagione, gli uomini politici, tutti, tutti i personaggi che ti hanno accompagnato in un viaggio-indagine sublime all'interno degli splendori e delle miserie di una città, Baltimora, che è un po' la città di D.io agostiniana, ma anche e soprattutto la città degli uomini. "Thin line between heaven and here", direbbe Bubbs. La vita dei re (Mencken) e dei poveracci, il senso di un'indagine che è la tua stessa vita, come Kafka insegna, quel farsi partecipe delle sofferenze del mondo, come giornalista, poliziotto, uomo, marito, politico, padre di figli che non sempre sono tuoi, quel senso gigantesco di Partecipazione che non porterà magari la pace che tutti sognano, ma che illuminerà ogni parte della città, dagli angoli delle strade, ai luoghi fantasma, divorati dal tempo e dalla politica, le Torri, le case sfitte, i parchi, i dipartimenti, una luce bellissima e tremenda che toccherà anche casa tua, e la tua vita con essa.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  05/02/2014 13:50:44
   10 / 10
E' passato troppo tempo da quando l'ho vista e non riuscirei sinceramente a commentare tutte le stagioni singolarmente, pertanto scrivo qui due parole che valgono in realtà per tutta la serie.

Dallo stile documentaristico, The Wire è ben lungi dall'essere uno di quei prodotti che ti tengono attaccato allo schermo per svariate puntate. E' ad ampio respiro, parecchio ampio, analizza il crimine a Baltimora da ogni punto di vista, uno per ogni stagione, e quanto restituisce al termine è a metà tra un trattato esistenziale, un pezzo giornalistico da premio Pulitzer e un'indagine gigantesca. Ci si rende conto della reale grandezza dell'opera solo alla fine, quando si realizza di aver assistito ad una assoluta assenza di difetti. Molte le scene degne di nota, alcune potentissime, partendo dalla risoluzione del personaggio di Snoop (sequenza strepitosa) fino ad arrivare alla sequenza conclusiva, chirurgica e senza speranza.

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/03/2014 12.34.08
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dagon  @  31/01/2014 20:38:38
   9½ / 10
Commento l'ultima stagione, ma vale per l'intera serie. Forse valutandola razionalmente è perfino superiore a The shield, ma gli manca qualcosa a livello di visceralità e di coinvolgimento.
E' scritta da D.io, interpretata mirabilmente, acuta, con personaggi dipinti perfino nelle sfumature. Se posso permettermi: da vedere in lingua originale. E' veramente tutta un'altra cosa.

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