suspiria regia di Dario Argento Italia, Germania 1977
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suspiria (1977)

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locandina del film SUSPIRIA

Titolo Originale: SUSPIRIA

RegiaDario Argento

InterpretiJessica Harper, Stefania Casini, Flavio Bucci, Miguel Bosé, Barbara Magnolfi, Susanna Javicoli, Eva Axén, Udo Kier, Alida Valli, Joan Bennett, Renato Scarpa

Durata: h 1,38
NazionalitàItalia, Germania 1977
Generehorror
Al cinema nel Febbraio 1977

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Trama del film Suspiria

Suzy Bannon, una ragazza americana, arriva in Germania per iscriversi ad una famosa scuola di danza, ma la sera del suo arrivo, sotto una pioggia implacabile, accade qualcosa di strano...

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Voto Visitatori:   7,96 / 10 (336 voti)7,96Grafico
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Voti e commenti su Suspiria, 336 opinioni inserite

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Peanuts02  @  20/07/2017 10:27:59
   10 / 10
Allora, con che cominciare per descrivere quanti traguardi raggiunga questo film?
E' un'apoteosi, è un trionfo dopo una lunga ma graduale salita, è un tripudio di colori e regia, è un tripudio di Argento, ma l'Argento in piena forma che ci ha dato Profondo Rosso e L'uccello dalle piume di cristallo.
Chi critica e boccia questo film lo fa perché lo ritiene sciocco e privo di logica. I personaggi fanno cose incomprensibili e soprattutto il sangue finto è troppo rosso.
Ma sapete cos'è Suspiria?
'Un horror'
sì, sì, è un horror, e ancora oggi fa la sua figura, ma che altro è?
'Un film di Dario Argento?'
certo, ma che altro ancora?
'Un film italiano'
No, non è questo il punto!
Suspiria è, aldilà del contesto horror, una fiaba, ma soprattutto Suspiria è la concretizzazione su pellicola dell'incubo.

Perché si tratta di una fiaba?
Lo ha confermato lo stesso Dario Argento: Suspiria deve tantissimo al patrimonio lasciato da Walt Disney e a classici quali Biancaneve e i sette nani o La bella addormentata, e le ispirazioni sono piuttosto evidenti in certe scene.
Per esempio, gli occhi che fissano Pat dalla finestra sono palesemente presi dalla bella addormentata, quando Malefica spia Aurora dall'ombra del camino, oppure il decoro di cristalli a forma di pavone che orna la stanza della Mater Suspiriorum è chiaramente un riferimento al pavone posto sul trono di Grimilde in Biancaneve e i sette nani.
Ma che cosa intendo esattamente a definire Suspiria una fiaba in stile Disney? Sebbene le atmosfere e i personaggi siano piuttosto differenti, Argento adotta il linguaggio e la logica dei primi film della Disney, ovvero la logica delle emozioni.
Se vediamo il principe che giunge da BIancaneve nella bara non ci interessa sapere come abbia fatto ad arrivare, perché ci basta già sapere c'è perché in questo modo viene soddisfatto il nostro desiderio di felicità, o meglio, il desiderio di vedere il lieto fine.
Se in Suspiria vediamo Sarah che si avventura nei corridoi della scuola conscia dei pericoli non ci interessiamo a domandarci il perché di ciò, perché in quel momento siamo talmente tesi ma anche incuriositi da lasciare pure che vada per poter vedere il proseguimento degli eventi.
E ciò si collega anche alla seconda natura di Suspiria: quella dell'incubo.
Quando sogniamo, non ci interessiamo di comportaci in modo logico,ma lasciamo che sia il nostro stesso sogno a guidarci verso percorsi che non conosciamo neanche ma che siamo noi stessi a creare. E questo avviene in Suspiria, dove abbiamo un'esplosione di atmosfere disturbanti, macabre, colorate ma terrificanti e scioccanti.
Come diceva il grande H.P. Lovercraft, la paura è il sentimento più forte di tutti, e difficilmente si riesce a restare indifferenti alle atmosfere da incubo che Dario Argento ci ha saputo ricreare con una minuzia e cura dei dettagli da antologia. Ogni inquadratura è unica e diversa dalla precedente, i corridoi si insinuano all'interno dell'accademia di danza prima con fare dritto e deciso, poi quasi deformandosi nel gran finale, ed è impossibile non notare neanche un minimo di ispirazione alle opere dell'espressionismo tedesco visto l'uso di colori accesi e violenti, che cozzano con quella che dovrebbe essere l'atmosfera sporca ed oscura dell'horror tipo.
Inoltre, ma è una mia supposizione, Argento sembra essersi ispirato anche ai quadri di Edgar Degas per donare alle sue ballerine quel tocco di surrealismo che accresce il senso di angoscia ed inesorabile distacco dalla realtà.
Vogliamo poi parlare della scelta di porre le maniglie delle porte tanto in alto? Sublime a dir poco, senz'altro una ciliegina sulla torta in questo film da incubo (in senso buono).

VI lamentavate del sangue argentiano, troppo rosso e brillante, ma non capite che ciò si ricollega al desiderio di Argento di impressionare lo spettatore.
La violenza di Dario Argento è molto particolare. A tratti è di uno splatter molto realistico, ma nel maggiore dei casi si tratta di uno splatter molto irreale e strampalato. Ad esempio:
(SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER)

In Profondo Rosso la madre di Carlo muore decapitata dalla sua stessa collana. Ora, sappiamo che in una situazione normale una collana si sarebbe spezzata, ma non in un film di Argento, perché sapeva che quella era la morte che più avrebbe impressionato il pubblico, "accontentando" così il desiderio di paura dello spettatore (ancora una volta, la logica delle emozioni)

E se quindi il sangue argentiano è così è perché Dario Argento sa che si stamperà nella memoria dello spettatore per sempre, e aveva ragione.

Infine, è interessantissimo l'uso dei colori che Argento riesce ad attuare nel film, reduce da Profondo Rosso.
In questo film, il linguaggio dei colori è piuttosto semplice ma proprio per questo risulta di facile comprensione allo spettatore, essendo basato su archetipi molto antichi.
Quando sulla scena predomina il verde (ad esempio quando Sarah sta per essere aggredita) sappiamo che il personaggio corre un pericolo o che qualcosa incombe sul personaggio dal punto di vista psicologico, mentre tendiamo sul rosso quando sta accadendo qualcosa di terribile. E' una sottolineatura dell'ovvio? Sì, lo è, ma è una sottolineatura fatta a regola d'arte.
Quando Suzy entra nel taxi i colori le passano addosso con fare caleidoscopico, a presagire il caos che si scatenerà attorno a quel personaggio
Ed infine la pioggia, simbolo per eccellenza della purificazione, fa come per lavare via tutti quei colori che ci hanno perseguitati donandoci così una pacifica visione.

Ad ogni modo, suspiria è un capolavoro di atmosfere, di recitazione, di violenza, di colori ma soprattutto di stile ed estetica.
Curare lo stile e l'estetica è qualcosa di eccessivamente superficiale? Sì, ma se viene fatto in un film con delle morali che non vengono espresse in favore appunto dello stile e dell'estetica, ma Suspiria si offre fin dall'inizio come una tela bianca su cui Argento deve gettare le pennellate del suo genio visionario.

2 risposte al commento
Ultima risposta 20/07/2017 12.53.48
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