Un percorso misterioso, dove la realtà si confonde con il mistero, il sogno, l’amore, la morte... Una macchina procede lentamente nella famosa Mulholland Drive con a bordo una bruna fatale. La donna non è sola, qualcuno le sta puntando addosso una pistola. Ma il destino è più veloce, dalla direzione opposta, spunta un bolide che travolge la vettura.
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Un anno fa ho visto per la prima volta questo film e devo dire di non averci capito niente; ero convinto che fosse un film surrealista senza alcun significato e non mi ero neanche preoccupato di provare a dargli in senso. Poi cercando su internet ho scoperto che il film un senso ce l'ha, ho letto la spiegazione dettagliata e finalmente ieri l'ho rivisto: il film è geniale!!! Il film è sin troppo chairo, sono rimasto davvero sorpreso, tutto ha un senso.
Non posso dare meno di 10 ad un film così tanto complesso e semplice allo stesso tempo. Lynch ha la grande capacità di saper risaltare, per ogni personaggio, la sua vulnerabilità, peculiarità, sensualità. E' un attento scrutatore della mente e dell'anima umana. Molti registi avrebbero moltissimo da imparare da lui.
Ad una prima visione ,non c'ho capito molto,per me risultava troppo complesso,ma poi ho fatto una ricerca su internet per la spiegazione e sono riusciuto a capire il film. Lynch è un grande !!!
Premetto che personalmente adoro andare al cinema.. per questo sconsiglio a qualsiasi persona di andare al cinema a vedere un film di lynch per uscirne senza averne capito neppure un 50%.. Detto cio... dopo la visione mi sono cercato su internet la spiegazione e se avessi avuto lynch vicino un vaf.... non glielo levava nessuno.. Un conto è una storia che incuriosisce.. uno conto è raccontare una storia direi banale in una maniera talmente bislacca e con una miriade di punti interrogativi da creare a forza curiosità nello spettatore.. Alcuni adorano questo aspetto e si guardano un film 5 volte (se non di piu) per poterlo capire.. Personalmente invece mi sento preso in giro.. Se a lynch piace non farsi capire di capirlo certo non mi sforzo... Personalmente credo che lynch dovrebbe scrivere libri e non girare film.. Un libro si presta certamente meglio per i giochetti di lynch.
Gran film. Lynch si prende gioco dello spettatore prima di ribaltare la prospettiva e lasciarlo di sasso a ripensare su quanto ha visto per giorni, fino a convincerlo a vederlo di nuovo, e di nuovo...fino a creare una vera e propria assuefazione. E la magia di Lynch è proprio qui: nell'affascinare lo spettatore nel bene e nel male, e nel prestarsi a diverse interpretazioni e chiavi di lettura, e nessuna scontata. L'eccessivo ermetismo è, però, un limite di cui Lynch dovrebbe liberarsi. Ma come si fa ad ingabbiare il Genio?
Il Cinema di Lynch è una realtà parallela fatta di sogni, simboli e visioni che richiede allo spettatore il massimo sforzo per essere decifrata ed assimilata. Mulholland Drive è per ¾ della sua durata illusione che si ritrae realtà e solo nel finale, in un crescendo di rara disperazione ed amarezza, si rivela dando macraba ma superba forma al fallimento e all’alienazione . Cupissima stigmatizzazione delle ambizioni umane e al contempo profonda riflessione sull’importanza dei legami e dell’amore, il film di Lynch necessita più di una visione per essere metabolizzato e compreso. Da consegnare agli annali del cinema l'ottima interpretazione della Watts, che grazie a questa prova si è conquistata un meritato posto fra le top actress di Hollywood, e le musiche di Badalamenti.
Si potrebbe paragonare ad un opera d'arte contemporanea. è una storia espressa come se fosse tutto un sogno, sogno nel vero senso psicologico,come espressione dell'inconscio dei personaggi, che si intreccia in una storia apparentemente insensata. se tutto è sensato,come penso io, Lynch è un genio...
Ed eccomi a commentare il mio primo Lynch, letteralmente sconvolgente. Tale è la sensazione che mi ha suscitato questo grandissimo film frutto di una mente a metà tra il paranoico e il geniale. Questo film ti avvolge col suo alone , oserei dire di thriller metafisico, perpetuando la palpabile tensione fino alla fine ed oltre. E' un viaggio allucinogeno ed allucinante in un universo alternativo che celebra la fine della distinzione convenzionale sogno/realtà. Davvero si fatica a trovare il bandolo della matassa in questo mosaico sbilenco e sconclusionato, lisergicamente congeniato da Lynch con il fine esplicito di disorientare lo spettatore e vanificare ogni sua spiegazione logica. Sebbene , sia ben inteso , non è come ha scritto qualcuno la deflagrazione del non sense, perchè il sense c'è eccome è solo da ricercare con maggiore perizia e tramite svariate visioni! Spiazzano le molteplici vicende narrate, apparentemente slegate tra loro, spiazza l'assenza del particolare o della sequenza chiarificatrice, lo spettatore è lasciato nell'oscurità e nell'insipienza fino alla fine. Gli enigmi non sono svelati. Ma rimane una soddisfazione grande allo spettatore benchè ancora frastornato dai dubbi e dalle incomprensioni, la soddisfazione che segue l'aver assistito ad un grande spettacolo cinematografico, ad un'opera di indubbio talento, ad un film portentoso. Devo dire che se non lo avessi letto non avrei capito (almeno a questa prima visione) che la prima parte del film riguarda il sogno di Betty e la seconda ( molto più breve) la realtà fattuale. Avevo solo percepito lo scambio di identità e una situazione che da un momento all'altro si era capovolta. Ovviamente continuano a turbinare nella mia mente , messa a dura prova dalla spietatezza cinematografica di Lynch, perplessità , incongruenze e pezzi del puzzle che non combaciano. Solo un dato di fatto sembra incrollabile: la grandezza di questo film e la genialità di Lynch, soprattutto per chi come me è un neofita del visionario mondo lynchiano. Silenzio.
Un capolavoro. Lynch dà il meglio di sè in questa pellicola. Film dalle molteplici interpretazioni. Secondo me la prima parte corrisponde al sogno di Betty negli ultimi attimi del film mentre la seconda rappresenta la cruda realtà che non vuole accettare.
Sarebbe fantastico far risvegliare il caro vecchio Freud dalla sua tomba per metterlo al cospetto di questo capolavoro lynchiano e sapere da egli stesso ciò che ne pensa... Premetto che il voto è stato scelto solo dopo la quinta visione del film in due settimane. Tanto per intenderci, dopo la prima visione sono rimasto disgustato ma i rompicapi utilizzati e la mia voglia di sapere mi hanno portato alla rivisione del film per altre quattro volte sino a che anche l'ultimo tassello è stato finalmente messo nell'esatta collocazione. E la realizzazione di tutto ciò non ha potuto che provocarmi una forte emozione...le potenzialità della mente nei sogni. Il nucleo del film è il sogno, ma ci sono anche altri sottotemi importanti come l'amore tra due donne affascinanti e la corruzione negli impasti del cinema hollywoodiano. Concentratevi e sforzatevi di capirlo perchè una sola visione non basterà a chiarire gli sfondi, le parole chiave e i collocamenti temporali delle scene. E quando avrete capito che la follìa di Lynch (dopo la prima visione) si è tramutata in realtà drammatica, avrete capito le idee geniali del regista del non senso, le allucinazioni che si nascondono nei nostri sogni... Inconscio
Come fare film che nel suo interno porta sentimenti e fobie dell’età moderna, ma al tempo stesso non spiegando ma mostrando? La risposta a questo quesito è Mullholland drive. Le pulsioni sessuali più inconfessabili con riferimenti al complesso edipico, le paure più nascoste sono ancora una volta oggetto dello studio di Lynch. Ancora una volta il mio consiglio è quello di lasciarsi andare, di non cercare spiegazioni, ma di assorbire le immagini e di lasciarsi suggestionare da esse abbandonando all’inconscio il compito di trovare dentro di noi le paure sfiorate o addirittura centrate. Meno bello a mio avviso rispetto a “Strade perdute”, ma non per questo meno affascinante.
Decisamente superbo, geniale. Realtà e sogno si intrecciano irregolarmente in perfetto stile Lynchiano. Un vero e proprio rompicapo e vi consiglio di stare attenti dal primo fotogramma perché il film non diventerà più chiaro nemmeno poco prima dei titoli di coda.
Come in un puzzle dove i pezzi sono tragicamente simili, sarà difficilissimo per non dire impossibile ricomporre un filo logico nella trama, al massimo si crederà ingenuamente di averlo trovato. Ed è proprio questa la forza e la magia di questa pellicola. Cercando in rete la spiegazione vi metterete le mani nei capelli realizzando quello che ha concepito David Lynch.
Purtroppo, quindi, la comprensione del film non è immediata, risultando noiosa e snervante alla prima visione. Sconsigliatissimo per chi non ha tempo di RIvederlo.
Ps: Questo regista è un potenziale psicopatico serial killer ;)
Perche date voti del tipo 9/10 dando come motivazioni "Lynch e' un genio del non senso", "Non e' importante il signficato del film ma come esso viene proposto"
NO NO NOOOOOOOOOOOOOOO.
Mulholland Drive ha una trama, ha un inizio e ha una fine. Ogni cosa ha un senso.
Vi siete arresi pensando che Lynch volesse proporre qualcosa di "Inspiegabile", vi siete arresi all'ottimo film che si presenta davanti agli occhi anche senza capirci niente, e vi siete fidati delle 1000 seghe mentali che vi ha fatto fare (seghe mentali che non hanno trovato probabilmente risposta).
Mulholland Drive, se ricostruito con montaggio cronologico ha un senso ben chiaro.
Il film sostanzialmente diviso in 2, presenta una parte reale, e un sogno (che dura la maggior parte del film).
In questo sogno Lynch fa mescolare a Diane/Betty tutto quello che e' successo nella sua vita, pensieri, emozioni, persone reali, oggetti reali. Tutto mischiato ai concetti di Io, Es e Super-Io (concetti di psicologia che non sto qua a spiegare).
Lynch gia' lo fece in Strade Perdute, film ancora piu' complicato di Mulholland Drive, etichettato come "Strambo" da molti, solo perche, non sono riusciti a capirlo.
Riguardate il film, e fino a che non lo capite, non votatelo.
Lynch è in grado di trasporre sullo schermo la complessità dell'inconscio dandone una visione favolistica che spiega la realtà e che verrà distrutta dalla realtà stessa. Assolutamente geniale e con una recitazione eccellente.
Il film non è male, ma lo si apprezza di più vedendolo una seconda o terza volta, cioè quando già si sa (SPOILER) che la prima ora e mezza di film altro non sono che un sogno della protagonista. Il finale non è forse fra i più azzeccati, o meglio, non si capisce come la protagonista, da sveglia, veda i due vecchietti-mostriciattoli del sogno, che la inducono al suicidio...
Il film è più che bello,non credo che sia cosi irrazzionale sforzandosi leggermente si trova un filo conduttore,però la cosa che mi fa irritare è che il regista volutamente non ti dà nemmeno una possibilità per collegare il tutto alla perfezione,e questo non lo considero un pregio ma un difetto,un modo narcisistico del regista per risultare diverso dagli altri.
Importante: per chi non ha ancora visto il film non legga questo commento!
La cosa che più mi dà fastidio è chi commenta i film sentendosi superiore agli altri. Anche io (che sono amante di film con il colpo di scena finale e non di immediata intuizione tipo "Identity", "The others", "Il sesto senso", "Secret window", "The butterfly effect"...) non ci avevo capito molto una volta arrivato alla fine. Poi leggendo qualche commento qua e là da questo ed altri siti mi sono fatto un'idea della storia. L'errore principale del regista, a mio modo di vedere (e scrivo questo visto che sono in molti a non averci capito molto), è che non lega la prima alla seconda parte, trattandole a blocchi. Più che altro quello che secondo me ad una prima visione non si capisce è che quella che ho definito prima parte in realtà è prevalentemente un sogno della finta "Betty". Se uno, come ho provato a fare io, cerca di legare le due parti non ci tira fuori niente e alla fine del film si sente profondamente deluso della visione e disorientato. Per poter definire "capolavoro" un film non bisogna leggersi l'intervista del regista che chiarisce ogni dubbio ma è importante che non dico tutti ma almeno una buona parte di pubblico abbia gli elementi per capire il prosieguo della vicenda. E ditemi, quando si capisce che Diane sta sognando? Come scrivevo prima, le due parti di film sono troppo slegate tra loro; nella prima parte dovevano esserci degli elementi per capire il seguito, magari attenuando l'impatto del colpo di scena finale. Per me tutti i sapientoni che danno dell'ignorante a chi non ha colto il senso del film hanno letto altri commenti e visto altri film di Lynch (cosa che a me non è putroppo stata possibile), e sicuramente lo hanno rivisto più volte. Credo che è importante vedere più volte questo genere di film, ma alla prima ci devi aver capito qualcosa perchè lo scopo di una seconda visione è soffermarsi sui dettagli per capire il senso di ogni evento che capita. A parte il significato del film, ancor prima del colpo di scena finale il film mi è sembrato in alcune scene (e ribadisco in alcune scene) un pò troppo lento. Inoltre, la scena del gangster diciamo "combina pasticci" mi ha ricordato un pò "Pulp fiction". Detto questo e sperando che le risposte arrivino in modo civile pur avendo una diversa opinione, potrebbe essere migliore!
Sembra questo film, l'insieme di più film che il regista purtroppo non riesce ad unire insieme, il risultato è un grosso pasticcio NO-SENSE.
La prima parte il film è interessane. La seconda forse per qualche allucinazione di troppo il film cade in basso velocemente.
"Dopo la parentesi del semplice, bellissimo, 'Una storia vera', David Lynch ha di nuovo perduto la strada. Non che 'Mulholland Drive' sia brutto, tutt'altro: ha stile, atmosfera, il gusto dello humour nero e l'impronta dell'autore. Solo che, tornando dalle parti di 'Twin Peaks' e 'Strade perdute', il cineasta fa una nuova variazione - non la sua più riuscita - su un repertorio un po' logoro per l'uso: i mondi comunicanti, lo scambio d'identità, le premonizioni, l'abisso tra la levigata rappresentazione 'all american' della realtà e i vermi immondi che ci brulicano sotto". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 2 marzo 2002)
Veramente da incubo questo film. La sceneggiatura imprevedibile, dalle parti di Two sisters. Belle le immagini ipnotiche. Complicato, enigmatico, surrealista. Da non perdere
Un film di grandi emozioni visive: deliri di immagini patologiche legate al reale di un presente malato di socialità. Immagini psichiche che intessono la storia di ciascuno dei personaggi confondendosi con i desideri dei sogni. L’effetto thriller è ottenuto grazie all’inquietudine che il desiderio procura per il suo essere mancanza, insicurezza, vuoto strutturato da forme pulsionali imprevedibili di sessualità e libido. Quest’ultime, guidate dal gioco del lavoro onirico dell’inconscio, finiscono per fondersi con la gestualità dell’azione. Si è tanto parlato e scritto di questo film scomodando soprattutto la psicanalisi. Ne sono scaturite elaborazioni psicanalitiche un po’ stereotipate, come quelle ad esempio che prendono in considerazione l’Io, l’Es, il Super-io senza una consistente nozione di inconscio. Perché questo interesse per la psicanalisi in Mulholland Drive? Solo perché nel film c’è abbondanza di deliri e sogni? D’accordo che l’oggetto della psicanalisi è l’inconscio e che le immagini che si formano nella psiche provengono da lì, ma se immaginassimo l’inconscio anche come qualcosa che non si separa mai in un altro tempo rispetto alla realtà razionale del quotidiano, le prospettive analitiche del film cambiano. Come dire che c’è psicanalisi sempre, anche nel sogno diurno ad occhi aperti, nelle fantasie che accompagnano l’attività razionale e irrazionale dei personaggi, nei pensieri degli interpreti che accompagnano ogni scena del film. E perché no anche nello spettatore che guarda lo schermo mettendo in gioco il suo film inconscio, la sua storia rimossa. La psicanalisi è perciò una forma di elaborazione culturale di ciò che accade nella nostra psiche non-stop e nel reale che la sollecita. Qualcosa che prende di mira il rimosso scomodo e il gioco che ne consegue. Talvolta cerchiamo, avvinti e sedotti dal mistero delle immagini e dei pensieri indotti, soddisfazioni immaginifiche legate a un senso andato perduto. Senso in qualche modo velato, divenuto enigmatico. Il cinema si presta in modo privilegiato all’interazione analitica con la psicanalisi perché è soprattutto un linguaggio di immagini. Immagini di cui non sappiamo prima da quali logiche scaturiscono. Il segreto della qualità di questo film sta nel non separare mai il sogno, il delirio, dalla realtà in cui si manifestano. Le cose acquistano perciò da sole, grazie alla ricchezza dei particolari visivi e ai dettagli messi in mostra dalla macchina da presa una valenza metaforica spettacolare. Da notare che la macchina da presa va sempre più intesa come uno dei protagonisti del film. Lynch propone una poesia del visivo che può fare a meno di una linea narrativa coerente perché il dettaglio di un particolare viene ingrandito fino ad assumere una dimensione surreale che suscita forti emozioni. Ma qual è il motivo principale che percorre questo film? Lo intendiamo grazie a ciò che il delirio ci mostra: l’omosessualità femminile. C’è paranoia visiva, sintomo, tragedia, per via di qualcosa che riguarda l’anormale del sesso, lo straordinario, l’ancora inammissibile e non omologabile nel civile dell’America puritana. Ma attenzione, l’omosessualità è un sintomo per Diane (Laura Elena Harring) perché sceglierà di vivere con un uomo anziché con una donna ed è invece qualcosa di ben più particolare per Betty (Naomi Watts) che dopo l’abbandono dell’amica e il conseguente omicidio finirà per suicidarsi. L’omosessualità quindi è intesa da Linch come questione analitica di impossibile soluzione. La logica del piacere che prova lo spettatore guardando questo film sta nella passione che suscita lo straordinario della vicenda umana legata all’omosessualità. Un punto di identificazione con qualcosa di oscuro che forse ci attira proprio perché riguarda tutti. Tendenze bisessuali innocenti che in qualche modo rimuoviamo in tenera età ma che ritornano violentemente là dove possono tenerci al riparo dall’incubo della minaccia di castrazione e dal tormento di recitare instancabilmente la scena della normalità virile o della femminilità normata dalle istituzioni.
L'abilità narrativa di Lynch è qualcosa d'assolutamente incredibile, e questo film ne è una perfetta dimostrazione. La sua capacità di trasmettere esattamente la sensazione desiderata in dosi fortissime, pure. E' sconcertante come, usando i classici strumenti del mestiere, il talentuosissimo regista statunitense riesca ad ottenere risultati che la stragrande maggioranza dei mestieranti della cinepresa nemmeno si sogna. Anche quando sa esattamente cosa sta per succedere, lo spettatore rimane sempre e comunque shockato da quello che accadrà, indice d'un'abilità registica assolutamente fuori dal comune. D'altra parte, anche la sola (silenziosissima) sequenza iniziale è un'eccellente dimostrazione di ciò, la potenza espressiva dell'immagine è pazzesca, e tutto ne giova, a partire dall'interpretazione degli stessi attori, che nelle mani d'un'altro regista sarebbe risultata decisamente mediocre. Invece l'accoppiata Naomi Watts (che nonostante la parte che si ritrova ad interpretare risulta comunque forzata) e Laura Harring (non eccellente nemmeno essa) viene esaltata ai massimi livelli, come se il contorno cercasse (riuscendoci) d'aderire come un guanto alle due attrici: sono queste le cose che fanno grande un regista, e Lynch fornisce una prova fantastica di questa sua capacità. Altra peculiarità del regista statunitense che s'esalta in questo film è la sua incredibile capacità narrativa: nonostante la scelta d'una costruzione dell'intreccio a dir poco intricata, ogni tassello può essere rimesso a posto dallo spettatore attento. Facendo caso ai particolari (che sono comunque ben sottolineati, è questa una delle capacità di Lynch che lo differenziano da tutti gli altri registi che invece spesso non permettono la comprensione all'autore prima dell'arrivo del deus ex machina - quand'esso arriva - negli ultimissimi minuti) lo spettatore ha tutti gli strumenti per mettere ogni tassello al suo posto. Non c'è bisogno di ragionamenti metafisici, o di studi particolari, basta semplicemente una grandissima (questo bisogna dirlo) attenzione per poter vedere come ad un'incredibile complessità dell'intreccio corrisponde una chiarezza estrema nel dipanare una matassa confusa. Così il viaggio tra sogno e realtà, il legame che s'instaura tra questi due mondi abitualmente così distanti riesce a risultare chiarissimo. Un Lynch assolutamente perfetto che s'accompagna ad un cast del quale non si può però dire propriamente lo stesso idea un film imperdibile.
non so se lync sia un folle o un genio!? forse entrambe le cose! il film sicuramente è follia e genialità allo stato puro. un intreccio di sogno e realtà, quasi impossibile da districare. bisogna vederlo più vlte per cogliere sia piccoli particolari che punti importanti della trama. cast eccezionalmente bravo anche se non famosissimo. il film non è commentabile oltre...è da vedere punto e basta. p.s. non fermatevi alla prima visione, rischiate di perdervi il gusto del film!
La prima volta che vidi Mulholland Drive alla fine pensai: "Non ci ho capito niente... ma forse è proprio quello che voleva il regista". Poi una notte lo rividi in televisione. Ricordo di essere stato indeciso fino all'ultimo se rivederlo oppure no. Fatto sta che una volta averlo visto di nuovo tornai di fretta in camera mia, nel pieno della notte, a riprendere la cassetta che un mio amico mi aveva prestato da tempo e lo rividi subito. Tutti quegli elementi che a prima vista mi sembravano casuali, o buttati lì tanto per sorprendere lo spettatore, improvvisamente mi risultarono un pò più chiari. Capii che mi trovavo d'avanti a qualcosa che andava analizzato meglio, a qualcosa che andava oltre il semplice concetto di film al quale siamo abituati. Feci l'alba e non me ne accorsi. Da allora la voglia di scoprire di più su Lynch ed i suoi film si è fatta sempre più forte. Grazie ai tanti commenti presenti in questo sito e in altri, ho potuto capire e constatare che David Lynch è uno dei pochi Artisti viventi. Rivoluziona il concetto di film usa-e-getta, ovvero tutti quei film che vedi (e rivedi, si perchè no) ma che dopo poco li hai già chiariti completamente, li hai fatti tuoi e finiscono lì. Invece Mulholland Drive, così come Strade Perdute, stimolano lo spettatore voltenteroso ad un'attenta analisi scena dopo scena, ad un continuo ragionamento: si diventa parte integrante dell'opera d'Arte alla quale si assiste. Come disse il maestro Marcel Duchamp: "L'artista non è solo a compiere l'atto della creazione poichè lo spettatore stabilisce il contatto dell'opera con il mondo esterno decifrando e interpretandone le qualifiche profonde, e in questo modo aggiunge il proprio contributo al processo creativo". Irie!
Bellino come tanti altri non mi sembra che questa sia migliore di altri film del regista o in genere di questo tipo di produzione. Pero è bello da seguire, la scena lesbo è incredibilmente acida e provocatoria.
Questa volta Lynch sembra aver dato sfogo al suo subconscio... e, credetemi il subconscio di Lynch non può che essere intricato angosciante ma divertente a tratti, maledettamente pieno di simbolismi e metafore! Tecnicamente il film è girato bene, la fotografia è ottima come la cura delle ambientazioni e soprattutto dei particolari. Nella prima parte del film Lynch riesce ad angosciare ed a divertire, ma si ha la sensazione che i molti episodi siano sconnessi ed insensati visti nella loro globalità... A dire la verità il ritmo è stato così lento in certi punti che quasi sono stato tentato di andare avanti un paio di minuti.... Ma poi c'è la svolta, ad un tratto tutto quello che ti sembrava insensato lo diventa ancora di più, ma in un modo così surreale ed assurdo che paradossalmente acquista un suo senso.... Verso la fine arriva il delirio.... Sfido chiunque a carpire tutti i significati ed a completare il quadro della trama ad una prima visione... Sinceramente lo si può definire capolavoro solo comprendendo almeno al 90% la trama ed i simbolismi. Lo ammetto, ho dovuto vederlo due volte per arrivare ad un 70% di comprensione, e solo li ho capito che poteva essere un gran film, poi leggendo su internet tutta la spiegazione completa sono rimasto folgorato dalla mentalità di Lynch e da quello che c'è dietro quest'opera... un attenzione al dettaglio che un essere umano comune non potrebbe concepire... infatti Lynch non è umano...
"Una storia puo' suggerire il modo in cui puo' essere raccontata" (cfr. Lynch) Il cinema è illusione, cio' che lo spettatore vede, coglie, sta tutto nella codificazione di un'immagine (immagine o immaginario?) , nell'identicazione con lo schermo. In questo senso, lo spettatore è strumentalizzato da Lynch - alla stessa maniera di Hitchcock per es. - per favorire o sfiduciare eventuali REA-ZIONI. Non sono di parte, e si vede. Avrei potuto esaudire un voto lievemente meno alto davanti a certe incongruenze à la Tarantino (cfr. le vicissitudini, a tratti esilaranti, del regista di un film), potrei trovare castrante l'ossessione del simbolo per cui l'autore - dopo la parentesi sobria di "una storia vera" - torna nei suoi passi. Tutto inutile, ne resto soggiogato. La velleità d'autore mi appartiene, soprattutto quando colgo il bisogno continuo e consecutivo di dare ogni volta una mia "versione dei fatti". Altri faranno lo stesso: come in uno psicodramma, siamo parte integrante della sua funzione. Non è certo l'allegoria delle scuole pittoriche, quando bastava l'Immagine a sostenere il prezzo della verità. La metafora è qualcosa di piu' profondo, e inquietante. E' (forse) la simbiosi femminile di un corpo separato e distinto (come un parto siamese) e al tempo stesso safficamente unito nella stessa carne (e intenzioni). Lo sguardo indaga tra i dualismi più classici, la bionda e la mora, il Rosso e il Nero per dirla alla Stendhal, e una tantum l'ammaliante simbolo animalesco del desiderio è proprio Rita/Camilla Rhodes. Tutto cio' che ha una fine, ha un'inizio: a seguire, un lungo rito onirico prima del tramonto definitivo, in un modesto letto dove consumare lacrime vere e sete di annientamento (la necrosi della sofferenza). I vecchi. apparentemente rassicuranti, fantasmi penetrano nelle fessure della porta, a soffocare l'aria già malsana, come la follia dell'"inquilino del terzo piano" di Polansky. E ancora una volta, i figuranti si vestono di metafora: l'uomo racconta il suo sogno (1): "all'inizio sono qui non è giorno nè notte e io ho paura. E lei è in piedi laggiu'. Ho paura e lei ha paura. L'uomo nel cortile è la causa di tutto. Io vedo la sua faccia" - cfr. vede (illusione?) e sviene improvvisamente. La vicina, in un delirio profetico, reguardisce Betty e le dice che "qualcuno in questa casa è in pericolo" (2). L'illusionista introduce al Mistero del film, quando Rita si sveglia ricordando qualcosa e le chiede di accompagnarla in un certo posto. E' un teatro diroccato, quasi metafisico nella sua lugubre rappresentazione: è tutto illusione, è tutto registrato. L'illusionista svanisce e Rebecca Del Rio intona una struggenda melodia portoghese. Poco dopo, svanisce Betty. Siamo di fronte anche all'esibizione più audace del sentimento umano, dell'odio e della vendetta. Lo vediamo verso la fine negli sguardi di Naomi Watts (con il perfido sollievo di esserci definitivamente liberati della spocchiosa attrice raccomandata del primo tempo), ma lo "percepiamo" indirettamente (è illusione il nostro apparente coinvolgimento, l'escalation ironizzante di Lynch rispetto al resto del film dovrebbe farci intuire già qualcosa) nelle vicende "esterne", quando il mondo di Betty già Diane sembra ribaltarsi a favore suo e a sfavore degli altri. Da antologia tutto cio' che apparentemente è un tentativo di paradosso, di rivolgere lo sguardo verso situazioni "leggere" diametricamente opposte (il caffè sgradito ai fratelli Castellani, l'incontro grottesco tra il regista e il cowboy, l'esecuzione di una pop-song anni cinquanta da parte della "ragazza" ("E' lei la ragazza"), l'omicidio pasticcione di un giovane killer biondo all'amico, a un'obesa "testimone di passaggio", e a un malcapitato uomo delle pulizie. Una delle sequenze clou è quella del provino: torna in mente "Eva contro Eva" e il doppio si estingue, rapidamente, salvo ritrovarsi alla fine. Tutto molto crudele, in fondo: lei recita splendidamente (ma è pura "finzione" di un sogno nella nebbia) e l'attore principale verrà presto o tardi prepensionato dall'agenzia. Alan, il regista, non rappresenta Lynch perchè certamente non accetta di venire plasmato e ricattato per la sua Arte, ma c'è qualcosa di lui quando boicotta Hollywood e le imposizioni dei magnati degli studios, in odor di mafia, gli Howard Hughes contemporanei. Mulholland Drive è il luogo del non-ritorno: un (vero o finto che sia) incidente di macchina è un fatto quasi quotidiano. E' in quel momento che un'identità svanisce e "non ricorda più chi è". I sogni di gloria appartengono al passato, e solo il sogno puo' risvegliare ma per breve tempo un presente ormai distrutto. La chiave che apre la scatola è vuota: qualcuno suggerisce un'altra verità, una "svolta" Freudiana per indicare il nulla che resta delle loro esistenze. delle vite di entrambe. Curioso, la presenza di Ann Miller, celebratissima attrice cantante e ballerina dei musical dei tempi d'oro (chi non ricorda almeno "Un giorno a New York" di Donen/Kelly?) qui è Coco, proprietaria del lussuoso appartamento dove Betty soggiorna (ehm, sogna di ...) , eccentrica nel suo trucco pesante, in un certo senso un pilastro dell'istituzione cinematografica, con i suoi 70 anni di carriera (!!!). "L'atteggiamento di un uomo va di pari passo con quella che sarà la sua vita" (cfr. il cowboy). E' indicativo quanto questo principio sia assessuato, e indipendente da ogni referente di identità sessuale. Soprattutto, ci sono due donne, due diverse parti di un'emisfero cerebrale, che possono essere tutto e il contrario di tutto. La determinazione è un po' forzata (Betty), la tenerezza è l'inganno (Rita). Nella realtà, gli opposti si attraggono si respingono si sostengono e infine si fanno del male. Diane più è voce inconfessabile dell'Assenza (il registratore di Twin Peaks) più diventa forma retriva e intollerabile di debolezza. Camilla è opportunismo puro, calcolo e seduzione, davanti a cui l'ex parrucca bionda atta a camuffare se stessa diventa l'ostacolo imperante alla sua proverbiale sicurezza. "Una storia puo' suggerire il modo diverso in cui puo' essere raccontata", cfr. Lynch. Ma alla fine tutto puo' essere semplificato, senza enfasi, costretti a ritrovare nella realtà l'unica finzione possibile: niente puo' essere più vero. Lynch ha un grosso merito, tra i tanti: ci costringe ad essere sempre presenti nella sua storia
Spero che non inizi un altro processo. L'ho visto l'altra notte su raitre.Io rimango ferma dell'idea che i migliori film di Lynch sono "The elephant man, Una storia vera". Il suo lavoro registico è impeccabile qui anche il cast è grande pero il film in se stesso è un pacco. Cosa si sente di concludere questo film alla fine? Non mi è stato possibile ricongiungere alla fine tutti i fatti perche è impossibie pensare di impegnarsi a capire come gira la trama in modo fine a se stesso senza lasciarti poi nulla. Per me bocciatissimo.
È, per banalizzare, la versione glamour di Eraserhead.
"Silencio, no hay banda": il successo è un'illusione, il sogno del successo è un'illusione, la vita vera, alla fine, è nient'altro che un immaginarsi di immaginare.
Mi dispiace dare un voto basso a questo film, sono convinto di non essere tra i suoi estimatori. Di solito mi piacciono i film strani e surreali, ma questa volta non c'e' stato niente da fare. All'inizio mi ha stupito la somiglianza di stile con Twin Peaks, per poi scoprire solo alla fine che il regista è lo stesso.I primi 45 minuti sono anche abbastanza fluidi e interessanti, poi il film piomba nel delirio piu' totale. Difficile per me mentenere viva l'attenzione. Non è il mio genere.
Beh....Cosa dire su Mulholland Drive?....Potremo cominciare col decantare la strabiliante interpretazione di Naomi Watts. Continuare con le sempre fantastiche musiche dirette impeccabilmente da Badalamenti. Finire col confermare il talento e la genialità di Lynch. Quanto più ci si sforzi di cercare di interpretare il film A PRIMA VISTA, più ci si rassegna ad essere vittime delle immagini sullo schermo che ti trascinano verso la conclusione dell'opera e al tanto sospirato "NON CI HO CAPITO NIENTE":))))))). Per Mulholland Drive, per fortuna, non come in STRADE PERDUTE, è possibile sciogliere ogni dubbio, volgendo particolare attenzione alla scena iniziale (dura pochissimo). Una volta realizzata l'importanza di quella sequenza, allora tutto diventa più chiaro, ed il film, in un lampo, diviene di facile interpretazione. Tutto questo, a testimonianza del fatto di come nei film di Lynch la cosa più importante sono le immagini ma soprattutto i particolari. Niente è gettato lì per caso. Ogni sequenza, ogni singola cosa è fondamentale per l'interpretazione del film. Il cinema è questo.
Mulholland Dr in parte rappresenta il completamento di un percorso già intrapreso da David Lynch in Strade Perdute, e cioè la fusione del concreto con l'illusorio, perciò non si tratta del solito filmetto hollywoodiano ... non è compatibile, ovvero è lontano dalle esigenze commerciali che dominano soprattutto negli ultimi tempi gran parte della scena cinematografica americana. Premesso ciò la trama del film in questione non intende raccontare una semplice storia; inquanto oltre ad essere volutamente proiettata in maniera asincrona, non regolare, mira più che altro a coinvolgere lo spettatore nella psicologia del personaggio protagonista, inducendolo a sua volta a prestare inevitabilmente notevole attenzione ai dettagli, ai simbolismi e alle metafore visive proposte durante la proiezione. Dunque in Mulholland Dr vi è evidentemente un percorso logico ben strutturato, ma lo spettatore viene implicitamente invitato a ricostruirlo associando agli eventi uno specifico signicato ... non sempre quello che appare è tale, è l'espressione di una realtà che si distacca della materia a cui si deve attribuire un interpretazione in base all'assetto psicologico del protagonista o degli eventi che lo circondano, e tutto attraverso specifici flashback esposti appositamente durante la proiezione della pellicola ... per questo non è facile apprezzarlo, perchè quasi ermetico nel suo affascinante linguaggio visivo brillante e talentuoso, a primo impatto indecifrabile, ed è proprio tale richiesta di analisi approfondita, volta alla comprensione della struttura e della morale che purtroppo porta lo spettatore medio a non capirne il recondito significato, il mistero che si cela nei maestosi meandri di un opera d'arte, sì labirintica, ma solo nelle apparenze.
Guardate che capolavori non ne vedo in questo minestrone di storie... Non sono io a dover dire cosa è film e cosa no, ma qui esistono almeno tre trame parallele e tutte inconcludenti... E' tutto costruito per lasciarti pensare quello vuoi... Come davanti a un quadro di Kandinsky ti trovi perso in mille pensieri e ogni interpretazione va bene perchè tanto è proprio quello il bello... Purtroppo però questo film sembra solo un bel gioco per menti che si credono brillanti, ma che sicuramente non si accorgono di essere plagiate... Il regista e lo sceneggiatore hanno stoffa, lo devo ammettere, ma non è a questo modo che si dovrebbero costruire un nome... Con me non attaccano proprio queste scorciatoie stile "rompo gli schemi così emergo tra mille" ,divento qualcuno e mi faccio stimare dai chi di "cinema alternativo" se ne intende... Concludendo...Il lavoro di tutti quelli che hanno partecipato alla produzione di questa pellicola è egregio, ma l'idea di creare il caos nella trama per dare qualcosa di diverso al pubblico proprio non la digerisco...
NB: Se questo è da 10 ditemi voi che voto date ai film di Kim Ki-duk, nei quali per dare vere emozioni si usano immagini e non trame inconcludenti e superficiali...
Gran bel film, ottima scelta del casting, bella fotografia, grande regia ma alla fine pero' non ci ho capito nulla.. Un po di paranoie mentali di Lynch che vuole farti impazzire nel ricostruire la trama.
e' riduttivo cercare di inquadrare questo film in un qualsiasi tipo di categoria..lynch crea con mulholland drive un genere a se stante,un racconto onirico intenso e angosciante,che ad ogni visione presenta nuove sfumature e possibili interpretazioni.
Non ho parole, adoro quest'uomo, corro subito a gustarmi i pochi film suoi che ancora non ho avuto l'immenso piacere di vedere. Ostico sicuramente alla prima visione e poco comprensibile, ma con un'attenta analisi a fine film e un'ulteriore visione si può comprendere che niente è lasciato al caso, tutto è sublinemente collegato e perfettamente lineare nella sua apparente confusione. david rulez.
Credo che il sostantivo "film" sia riduttivo, qui siamo di fronte a qualcosa di più grande. Immenso, pieno di metafore, il sogno che si intreccia con la realtà e la storia di una vita complessa vissuta lottando ai bordi, articolata, piena di "toruosità"...proprio come Mulholland Drive. Ogni aggettivo è quasi superfluo, nei post precedenti è già stato dettto tutto... questa opera va oltre, sono 2 ore e 20 minuti da vivere e da analizzare. Lynch sei unico, più di tutto, sopra di tutti. Genio, proporrei di integrarlo anche in qualche programma scolastico.
Pauroso questo film , l'ho visto tre volte in 2 giorni e continuo a ripetermi "no hay banda" e con me tutti gli amici che l'hanno visto , l'unico rischio è di rimanerci male ma se siete amanti del cinema non potrete che godere profondamente .
Assolutamente da non vedere se volete semplicemente vedere un film , qui signori si entra in un altra dimensione . E chi non ne ha voglia può rimanere a casa .
Altra dimostrazione dell'immenso genio di Lynch... Qui la regia è pazzesca (forse la sua migliore prova), ma la sceneggiatura non è da meno... Peraltro malgrado il film sia criptico è molto più comprensibile e lineare di per esempio Strade Perdute... Ottimo il cast (la Watts è incredibile e recita in maniera superba), e alcune scene sono davvero da lasciare senza fiato...
La prima volta che l'ho visto confesso....ci ho capito una mezza mazza! Sinceramente con qualche aiuto non l'avrei capito tutto nemmeno la seconda! E' stato il mio primo film di Lynch...davvero un botto!
Come ha dichiarato lo stesso Lynch "non cercate di capirlo, ma fidatevi dell'intuizione", ed effettivamente l'unico modo per fruire pienamente di questo autentico capolavoro è semplicemente quello di sedersi e lasciarsi andare alle splendide e suadenti immagini, alla musica, parte integrante di questo incredibile viaggio lynciano. In effetti cercare a tutti i costi di seguire e interpretare la trama è del tutto superfluo, almeno la prima volta il consiglio che posso dare è quello di lasciarsi trasportare dalla spirale di eventi che si susseguono in questo vero è proprio trip allucinatorio nel quale il sogno si confonde e reinterpreta la realtà e viceversa. Le oltre 2 ore di pellicola non solo non stancano, ma anzi alla fine potrebbero addirittura sembrare troppo poche tanto è meravigliosa la regia, grandi gli attori, perfetto il montaggio, stupenda la fotografia! Personalmente il DVD l'ho consumato a furia di vederlo, non tanto per capirne la trama (comunque compresa nella sua interezza dopo la terza visione) ma per il puro piacere di vederlo, perchè questo è Mulholland Drive, puro godimento! Non mi dilungo sulla trama già abbondantemente sviscerata da Banchelli con il quale concordo pienamente in quanto giunto grossomodo alle medesime conclusioni, anche se comunque continuo a sostenere che anche senza capirne nulla alcunché viene a mancare a questa incredibile pellicola, un vero must non solo per gli appasionati di Lynch, ma per qualunque appasionato di cinema in generale! Forse come voto 10 risulta anche poco...
Non sono riuscito a finirlo, tanto sono insulsi i dialoghi e noiosi!!! Ah, dimenticavo, è anche lentissimo, da far venire i nervi, ma forse sono io che non sono all'altezza di capirlo...
Prima di commentare questo film dovrei autoflagellarmi. Infatti alcuni di voi sapranno che ne avevo precedentemente parlato piuttosto male, dicendo che si trattava della solita minestra di Lynch, che ormai non riusciva a proporre più nulla di nuovo e stimolante.
Ebbene mai come quella volta mi sbagliai. Ieri ho rivisto questo film incuriosito dal fatto che molti lo considerano un capolavoro e devo ammettere di aver rivalutato completamente il mio giudizio. Non so in che condizioni avessi visto il film la prima volta, ma mi ero sbagliato del tutto: Mulholland Drive, alla mia seconda visione, è decisamente un'altra cosa. Un bellissimo sogno, una bellissima storia d'amore e di morte, un viaggio allucinante nella mente fumosa e sfuggente, nella follia e nella disperazione.
Ancora una volta una bellissima storia con protagonista uno splendido personaggio femminile.
ho visto il film in 2 parti (cause forza maggiore) con la seconda parte che inizia proprio dall'apertura del cubo (mandandomi decisamente in confusione... )
diciamo che lynch dev'essere un tipo decisamente geniale nella sua follia...
alla fine con l'aiuto di qualche info da internet (un po' frustrante per il mio "orgoglio cinefilo"...) sono finalmente riuscito a completare il puzzle di questa storia basata sui sogni, odio, amore e morte di cui mi mancavano alcuni pezzettini...
Uno dei più brutti film che io abbia mai visto... e non venitemi a dire che voto così perchè non l'ho capito! sono stato molto attento durante la visione, ho letto diverse interpretazioni in internet ma il mio giudizio riguardo al film è rimasto lo stesso: PESSIMO!
bigna essere piuttosto malati x fare un film del genere, ma x il resto la pazzia puo portare alla genialita, e lynch è un pazzo geniale (o un genio pazzo? vabbè). senza leggere commenti, recensioni o spiegazioni il film puo risultare forte come un mal di testa, ma alla comprensione, "tutto" diventa + chiaro e fa venire voglia di guardare e riguardare il film cercando in ogni scena di capire il messaggio o + semplicemente significato che manda. bellissima naomi (altro lesbo come in femme fatal), ambientazioni deliranti
consigliato ai masochisti o a chi piacciono i film complicati
Fantastico!! semplicemente fantastico.. l'ho visto 2 volte per carpire ogni singola sfumatura. Intriso di simbolismi e metafore, onirico, e psicologico merita un ottimo voto. Fotografia e regia eccezionali. W Lynch! Attenzione! non è per tutti!
Film completamente schizofrenico, degno del miglior Lynch; doveva essere una serie TV, è diventato 1 film. Un intreccio incredibile e coinvolgente, atmosfere noir e humour surreale; attori semisconosciuti ma veramente notevoli, lo consiglio vivamente a chi non l'ha visto.
Non è il mio Lynch preferito, e non so nemmeno spiegarmi il perchè visto che si tratta di un film decisamente rivolto al ns inconscio. Forse perchè, nonostante si tratti di una storia completamente diversa, lo associo (subconsciamente) a Twin Peaks. Ad ogni caso Lynch è uno dei pochi registi che riesce a rendere simboliche le immagini, al pari di un Breton o un De Chirico. E rendere in immagini mobili qualcosa presente solo nel sogno è cosa da geni.
In effetti è decisamente sconvolgente (anche se io ero già piuttosto sconvolto in partenza), tuttavia risalta più sconvolgente la banalità della realtà rispetto alla follia del sogno. Anzi, l'interpretazione che gli avevo dato prima di leggere il commento di Banchelli era proprio basata sull'intersezione frenetica del mondo reale con quello fantastico, dove si potrebbe (restando nel surreale) adattare il "mondo reale" come quello degli attori come VIP che festeggiano al party mentre il "mondo fantastico" viene a rappresentare (sottoforma di sogno) quello che in realtà è il cinema, ovvero una distorsione funzionale della realtà, quindi tutti gli eventi sognati-inventati da Diane/Betty e dove tutti gli "attori" recitano la loro parte. Se ponessimo questi come punti focali, la rappresentazione o la giustificazione degli eventi come reali o immaginari scenderebbe in secondo piano lasciando spazio alle simbologie celate dalle evidenze come, ad esempio, l'inevitabile avverarsi dei presentimenti e delle paure (vedi l'uomo del bar ossessionato dall'incubo), come l'ambiguità e l'opacità d'animo di chi popola quel mondo e si ricicla sempre e sempre (vedi Camilla prima lesbica poi etero, vedi gli attori viscidi vecchi e lampadati, vedi i registi che parlano a comando come strumenti nelle mani dei produttori). Non a caso, se vogliamo esagerare, gli unici personaggi "limpidi" nella loro cattiveria o inutilità sono l'assassino, la tizia con cui Diane ha scambiato l'appartamento e il tipo moro con l'incubo del bar (che muore di paura)... personaggi di contorno, sicuramente, ma che rappresentano il legame con la VERA realtà: quella al difuori di Holliwood. In sostanza un insieme di eventi atti a creare una storia che non sia ne reale nè fantastica ma entrambe le cose...anzi, una storia in cui non conta tanto la realtà degli eventi, quanto il loro senso reale (minchia che giro che sto facendo!) nel mondo reale...il mondo dell'assassino, per intenderci. La mia era un'interpretazione piuttosto semplicistica: rimanevo sul surreale come strumento diretto per denunciare il lercio mondo di fate che si chiama Holliwood...insomma, non è un caso secondo me che il mondo rappresentato sia effettivamente quello di attori, registi, produttori e mafiosi. Questa era la mia opinione.
...poi, però ho letto il commento di Banchelli e mi sono chiesto: <<che faccio, la dico o non la dico? Massì, diciamo 'sta ******* e vediamo che succede!>>.
Disse Fellini in una intervista: 'io non voglio dimostrare niente con i miei film, io mostro'. Credo che sia lo stesso spirito che adotta Lynch nel girare i suoi film, fa lavorare l'inconscio e noi spettatori ci abbandoniamo a gustare immagini di tale bellezza e a vivere sensazioni che solo Lynch e pochi altri ci riescono a dare. Grandissimo film.
siccome Lynch dice di guardare i suoi films e non farsi domande, io non me ne faccio. ho letto la recensione di banchelli ed ha aperto a me mondi nuovi: avevo pensato all'ipotesi sogno, ma avevo optato per uno stream of consciousness mentale in cui camilla era la persona che diane voleva essere, dunque la sua donna ideale. ho respirato aria di twin peaks ma non basta, mi ha confuso precchio forse non era giornata.
Ecco il senso del film:Diane Selwyn (interpretata da Naomi Watts, l’attrice bionda) arriva a Los Angeles proveniente da Deep River, Ontario che, come lei stessa la definisce, è una piccola città: non certo il posto ideale per una giovane attrice lesbica con l’ambizione di sfondare nel cinema. Non essendo supportata dai genitori nel suo tentativo di diventare una stella di Hollywood, Diane (come spiega a CoCo) ha usato l’eredità di sua zia (anch’essa inserita nell’industria del cinema) per finanziare il suo trasferimento da Deep River a Los Angeles. A Los Angeles Diane partecipa all’audizione per il ruolo di protagonista in un film intitolato “The Sylvia North Story”. Si tratta di un musical ambientato nel 1950 diretto da un certo Bob Brooker. Diane vuole veramente questa parte e si sente la candidata ideale per il ruolo, forte anche del fatto di avere vinto a suo tempo una gara di ballo. Tuttavia non fa colpo sul regista e questi assegna la parte a Camilla Rhodes (interpretata da Laura Harring, l’attrice mora). E’ quindi sul set di questo film che Diane e Camilla si conoscono e divengono amanti. Lo stile di vita modesto di Diane ci lascia intendere quanto faccia fatica ad ottenere parti ed è per questo che Camilla si offre per aiutarla ad averne alcune minori in qualche altro film. Sfortunatamente per Diane, Camilla incontra Adam Kesher, un giovane regista di successo, e si innamora di lui. La conseguenza è che Camilla gradualmente esclude Diane dalla sua vita. Diane viene invitata ad un party a casa di Adam Kesher su Mulholland Drive..il suo viaggio verso la casa viene però interrotto da Camilla che la accompagna a destinazione. Diane è scossa dall’atteggiamento di Camilla al party, infatti questa flirta con Adam e bacia un’altra donna davanti ai suoi occhi. L’alienazione di Diane è poi spinta ai massimi livelli dall’anziana madre di Adam, CoCo, che le porge domande sulla sua vita e sul suo background, domande alle quali Diane risponde in modo imbarazzato dal momento che le fanno ricordare i suoi fallimenti nel tentativo di sfondare ad Hollywood. Tutto ciò ha come effetto di accrescere il risentimento di Diane nei confronti di Camilla, Adam e più in generale di tutto il business cinematografico di Hollywood. Quando Adam e Camilla annunciano il loro fidanzamento, Diane fatica a mantenere l’autocontrollo, e i suoi occhi girano introno alla stanza: in questo modo vede fugacemente alcune figure presenti come il cowboy, l’attraente bionda, alcuni personaggi simili a dei gangster e CoCo. A questo punto Diane decide di assumere un assassino, e lo fa presso il Winkie Caffè, su Sunset Blvd.. Diane vuole che lui uccida Camilla Rhodes. Ci sono sei importanti elementi in questa scena: 1. Il Winkie caffè stesso e quello che rappresenterà 2. L’assassino 3. la fotografia di Camilla (sempre interpretata da Laura Herring) accompagnata dalla frase: “E’ lei la ragazza” 4. La borsa dei soldi 5. La chiave blu 6. L’uomo coi capelli scuri vicino al bancone A seguito di questo incontro Diane ritorna a casa e si addormenta…l’inizio del suo sogno è di fatto l’inizio del film… La prima immagine che ci viene proposta è relativa al successo ottenuto da Diane in una gara di recitazione nella quale appaiono i suoi genitori (orgogliosi) posizionati in piedi al suo fianco. Adesso riceviamo un veloce flash-back della realtà, infatti si vede un passaggio di camera sul letto su cui sta dormendo Diane, il respiro amplificato indica che è nel bel mezzo di un sogno. Torniamo poi al sogno con la scena in cui Laura Herring (Camilla nella realtà, come abbiamo detto) viene condotta in auto nella stessa parte della Mulholland Drive dalla quale Diane si era diretta al party. Il tragitto viene interrotto nel medesimo punto e la reazione di Camilla rispecchia quella che era stata di Diane nella realtà (“questa non è la nostra fermata”). Ora appare per la prima volta nel sogno un riferimento all’assunzione da parte di Diane dell’assassino, tale riferimento è rappresentato dall’autista che tenta di uccidere Camilla. Tuttavia la fantasia di Diane non permette che ciò accada…capita quindi un incidente stradale in cui rimangono uccisi gli assassini ma non Camilla che fugge. Seguono una serie di sequenze che mostrano il disorientamento e la paura di Camilla. Camilla decide poi di infilarsi in una casa dove una signora coi capelli rossi si sta preparando per un lungo viaggio (scopriremo più tardi che questa donna è Ruth, la zia di Diane che nella realtà è morta). La scena successiva ha luogo da Winkie Caffè ed è fonte di molta confusione per lo spettatore del film. L’uomo con i capelli scuri che era in piedi vicino al bancone quando Diane ha assunto l’assassino sta raccontando ora ad un conoscente un incubo che recentemente lo tormenta. Tale incubo ha luogo sempre nel ristorante e riguarda un uomo mostruoso nascosto dietro il ristorante stesso. Apparentemente l’uomo con i capelli scuri, esasperato ed atterrito dall’incubo, si è recato da Winkie allo scopo di verificare l’effettiva presenza di quel mostro. Così i due uomini (l’uomo con i capelli scuri e l’amico) si incamminano sul retro e scoprono che la grottesca figura si trova effettivamente lì. Questa scena simboleggia il fatto che è impossibile fuggire dalla realtà, infatti l’orrore è per l’uomo con i capelli scuri presente tanto nel sogno quanto nella realtà. Lo stesso succede a Diane visto che la sua realtà è il fallimento ed anche la sua fantasia sarà caratterizzata dal fallimento: è la realtà che forgia le fantasie…il mostruoso viandante rappresenta questo. Le scene che hanno luogo da Winkie sono una metafora della realtà, in questo film. La scena seguente è quella di Diane che arriva a Los Angeles. Ovviamente siamo sempre nel sogno e si tratta di una idealizzazione di se stessa (luci scintillanti, soft music e dialogo sobrio ce lo indicano chiaramente). Inoltre Diane si ri-nomina “Betty” ed è qui accompagnata dall’anziana coppia già vista in precedenza (ovvero i genitori, che qui vengono considerati come due persone qualsiasi incontrate casualmente in viaggio), coppia che le porge gli auguri per il suo lavoro di attrice nella quale vuole sfondare. Anche questa scena è disseminata di elementi che hanno radice nella realtà, come ad esempio il fatto che i due coniugi ridono alle spalle di Betty una volta averla lasciata: ciò simboleggia il presentimento dei genitori circa il fallimento di Diane, motivo per il quale l’avevano scoraggiata riguardo al trasferimento ad Hollywood). Ci ritroviamo poi nell’appartamento nel quale Camilla è nascosta…quando Betty arriva viene accolta con calore da CoCo, che nel sogno di Diane si presenta come un personaggio molto materno e disponibile. Betty va alla scoperta del “magnifico” appartamento fino a che trova Camilla nel bagno. Camilla le spiega di essere rimasta coinvolta in un incidente ma di non ricordarsi nulla a parte questo. Camilla adotta il nome di “Rita”, prendendo spunto dalla locandina di “Gilda” (con Rita Hayworth, per l’appunto) che è appesa al muro. A questo punto Betty ci dà una mano a capire quello che sta succedendo implicitamente nel film, quando dice: “sono arrivata qui da Deep River, Ontario, ed ora mi trovo in questo posto da sogno”. Rita si sente debole e Betty gentilmente si offre di darle una mano. E’ evidente come Diane stia cercando nella fantasia di tramutare in positive le cose negative della sua vita reale: ha creato nuove identità per se stessa e per la donna che ama e si è costruita una promettente carriera di attrice; inoltre sta per sognare cose negative sulle persone che hanno avuto un ruolo attivo nei suoi fallimenti della vita reale, ovvero Bob Brooker ed Adam Kesher. Si materializza così un meeting tra Adam, il suo team di produzione e il gangster che era presente al party di Adam. In questa bizzarra scena i gangsters estraggono una foto di una attraente bionda (alla quale viene attribuito il nome di Camilla Rhodes, che nella realtà come abbiamo visto è della mora), e dicono al team di Kesher che “è lei la ragazza” (la stessa frase pronunciata da Diane al killer da Winkie). Adam rifiuta di assumerla nel cast ed abbandona sdegnato il meeting. Il rifiuto di Adam ha come conseguenza che i gangsters fanno interrompere il suo progetto e quando questi torna a casa trova la moglie intenta ad amoreggiare con l’uomo che pulisce la piscina (in realtà Adam è divorziato, ma allo scopo di distruggerne la vita Diane ne ha creato questa immagine). L’inesorabile rovina in cui è caduta la vita di Adam è inframmezzata da una sequenza comica nel quale il killer combina un buffo pasticcio nel tentativo di portare a termine un omici***: Diane crea questa scena a causa della segreta speranza che questi fallisca nel suo intento nei confronti di Camilla…infatti lo vediamo anche chiedere ad una prostituta notizie di Camilla e questo rassicura Diane che il killer sta cercando nella direzione sbagliata. Nel frattempo Betty si è resa conto del fatto che Rita in realtà è sconosciuta a sua zia e scopre che l’incidente ha fatto dimenticare a Rita la propria identità. Nel tentativo di scoprire chi è Rita in realtà e cercando di individuare qualche modo per identificarla, si accorgono che nella borsa di Rita non c’è altro che soldi divisi in mazzette ed una chiave blu. Vediamo come tutte queste immagini che stiamo descrivendo abbiano un forte richiamo nella realtà, e nella fattispecie nella scena in cui Diane assume il killer: abbiamo infatti l’assassino stesso, la foto accompagnata dalla frase “è lei la ragazza”, il danaro, la chiave e la consapevolezza che il vero nome di Rita non è Rita. Diane nasconde la roba di Rita in una cappelliera: Rita improvvisamente ricorda che la sera dell’incidente stava viaggiando sulla Mulholland Drive. Betty vuole saperne di più e decide di chiamare la polizia “anonimamente…come nei film…fingendo di essere qualcun altro”, e questo è un altro indizio che ci viene dato per capire la struttura del film. Le due donne chiamano la polizia dal chiosco di fronte a Winkie prima di entrare nel locale. Nuovamente Winkie provoca una collisione tra la realtà ed il sogno quando la cameriera, che si chiama Diane, fa ricordare a Rita il nome “Diane Selwyn” (che naturalmente nella realtà è il nome di Betty). Ritenendo che Diane Selwyn sia dunque il nome di Rita, la trovano nell’elenco del telefono ….quando chiamano il numero Rita non riconosce la voce della donna che risponde. Decidono quindi di recarsi all’indirizzo il giorno seguente. Nel frattempo Diane continua ad immaginare la vita di Adam Kesher travolta in una spirale di eventi negativi. Ha preso residenza in un hotel di basso profilo in periferia e Cookie, il proprietario, lo informa che è in bancarotta. Inoltre la segretaria gli comunica che si deve incontrare con un misterioso personaggio chiamato “il Cowboy” (di nuovo il richiamo alla festa). E’ chiaro che Diane intende descrivere che la vita di Adam è nelle mani di forze che agiscono al di là del suo controllo. Adam si incontra con il Cowboy in preda ad uno stato di completa confusione , è ansioso di capire “cosa diavolo sta succedendo” (un po’ come chi guarda il film…). Il Cowboy lo informa che deve ripensare all’assunzione della ragazza che non aveva voluto. E’ evidente che la vita di Adam passa dalle pressioni dei gangsters a quelle del Cowboy: in sintesi non è sotto il suo controllo. Con questa scena sicuramente Lynch vuole anche fare un riferimento a quanto l’industria cinematografica di Hollywood sia soggetta alla corruzione ed alla piaga dei favoritismi. Di nuovo la realtà entra nella fantasia di Diane la sera prima che Betty e Rita visitino l’appartamento di Diane Selwyn. Ciò accade quando la visionaria Louise Bonner dice “qualcuno è nei guai” e quando Betty prova a replicare con gentilezza “non ti conosco, io sono Betty, la nipote di Ruth” Louise le risponde: “non è vero, non lo sei..”. Sono poi interrotte da CoCo che segnala a Betty un’audizione per uno sceneggiato (un allusione a come I genitori proteggono I figli dagli incubi e li rassicurano, d’altro canto CoCo nel sogno è presentata come una figura molto materna), ma prima che la scena finisca Louise dice: “No. Ha detto che è qualcun altro ad essere in pericolo”. Si riferisce evidentemente al fatto che è Rita ad essere nei guai: infatti il personaggio che nella realtà rappresenta Betty, ovvero Diane, ha commissionato l’omici*** di Camilla, il personaggio che nella realtà rappresenta Rita. Nella scena successiva, Betty e Rita recitano insieme prima dell’audizione di Betty: si tratta di un’idealizzazione della parte di Betty. Ciò è dimostrato dal fatto che Rita è pessima mentre Betty è superba…ciò rivela l’amarezza da parte di Diane di essere stata sopraffatta da Camilla nell’assegnazione della parte nel film “The Sylvia North Story”. Betty si reca all’audizione: qui vediamo la sua percezione di Bob Brooker, l’uomo al quale nella realtà non era piaciuta. Egli infatti sta dirigendo uno sceneggiato di quarta serie per la tv e viene presentato come un pretenzioso idiota. Di nuovo Betty esegue una performance straordinaria ed ha la fortuna di essere notata da un agente talent-scout che le offre un’audizione per una parte in “The Sylvia North Story” (che nella fantasia è diretto da Adam Kesher). Sulla strada per l’audizione scopriamo che il produttore dello sceneggiato era un amico della zia di Betty…ciò dimostra che Diane avrebbe voluto che sua zia la aiutasse nei propositi di sfondare nel cinema ad Hollywood ed anche la mancanza di supporto ricevuto dagli altri componenti della famiglia. All’audizione, nonostante le sue credenziali fossero eccellenti (abilità di recitazione e talento nella danza) per avere la parte, la corruzione dell’industria cinematografica le impedisce di aver la parte (sappiamo infatti che tale parte è già assegnata alla ragazza segnalata dai gangsters)..è chiaro che anche qui I fallimenti della sua vita reale sono presenti nel sogno. Betty ritorna da Rita e le due si recano all’appartamento di Diane Selwyn, dove scoprono che Diane e la vicina hanno scambiato le reciproche abitazioni. Entrano nel nuovo appartamento di Diane e scoprono un corpo nella camera da letto (una premonizione di ciò che sta per accadere nel finale del film). Il ritrovamento del corpo sconvolge Rita, mentre Diane rimane relativamente calma e cerca di rassicurarla. Quando le due ritornano all’appartamento di Ruth, Rita comincia a tagliarsi I capelli…Betty di nuovo cerca di calmarla dicendo:”So cosa devi fare, lascia fare a me” e acconcia I capelli di Rita corredandoli con una parrucca bionda. Diane qui sta cercando in tutti I modi di rimanere nella finzione del sogno, nascondendosi dalla realtà nel sogno stesso. Sfortunatamente per Diane la susseguente sequenza con il coinvolgimento emotivo che la contraddistingue, ovvero la scena d’amore tra Betty e Rita, fa emergere in Diane il senso di colpa per le sue azioni, gettando le basi per la scena nel Club Silencio (la scena centrale del film). Il Silencio è un club notturno situato in una zona malfamata di Hollywood. Qui Lynch evidenzia la natura fantasiosa degli eventi inserendo frasi come “non c’è orchestra”, “se vogliamo sentire un clarinetto, ascoltiamo..” , “è tutta un’illusione” , infine suggella il tutto con la versione di “Crying” in spagnolo. In questa scena le due amanti sono rappresentate mentre si abbracciano strette con le lacrime che solcano I loro volti: le due, al pari del pubblico che guarda il film, si stanno rendendo conto di essere parte di una fantasia che però sta per terminare. La scena inoltre stigmatizza una volta di più l’Hollywood system: infatti l’immenso talento della cantante spagnola è apprezzato solo in un posto miserabile come questo Club. Betty poi scopre nella borsa una scatola blu (rappresentazione del mondo dei sogni) la cui serratura si adatta perfettamente alla chiave di Rita. Ritornano all’appartamento di Ruth e Betty scompare (la fantasia di Diane si sta disintegrando). Rita apre la scatola e la cinepresa si inserisce all’interno della scatola stessa. Ci ritroviamo nella medesima stanza, ma ora anche Rita è scomparsa…la zia Ruth mette la testa nella stanza e la osserva: la stanza non è stata vissuta, cioè nulla di ciò che abbiamo visto vi è accaduto. Diane capisce così che nessuna delle sue fantasie si è effettivamente verificata, tuttavia sta ancora sognando perché in realtà la zia Ruth, come sappiamo, è morta. E’ effettivamente perfetto che Diane termini il suo sogno con un’immagine della zia Ruth, dal momento che in origine è stata proprio l’eredità di quest’ultima ad offrirle l’opportunità di provare a vivere la sua ambizione. Il sogno termina definitivamente con un’immagine del Cowboy (che rappresenta una figura di comando, nella fantasia) che dice a Betty di svegliarsi (“è ora di svegliarsi”). Quando Diane, nell’atto di sollevare il portacenere, nota la chiave blu sul bordo del tavolo, gli eventi reali le tornano tutti in mente e capisce che l’omici*** che ha commissionato è stato portato a termine. Ciò, dopo un attimo di smarrimento, le fa perdere il controllo. Diane visualizza il mostruoso viandante con la scatola blu (una rappresentazione del fallimento e dei sogni, con il fallimento in posizione predominante) e la terribile allucinazione dei genitori. A seguito di ciò, corre nella sua stanza e si uccide, lasciando il proprio corpo in uno stato simile a quello che avevamo visto nel sogno.
Non tutto si può spiegare razionalmente ma ciò non significa che non sia reale; gli affetti, i desideri più profondi sono cose reali ma sono anche razionali? Questo film vive sul filo dell'inconscio, perchè mai dovrebbe essere così lineare? Eppure nessun critico ha avuto nulla da dire a Joyce per "penelope" nell'Ulisse. Il film non è sconclusionato: la chiave del film è sotto i nostri occhi , la domanda è Cosa aprirà. La risposta non è lasciata al caso, la scatola appare al Teatro, si rappresenta la finzione, c'è musica (reale) ma non c'è la banda, la cantante muore (è reale) ma la sua voce continua a cantare. Non è realtà miscelata a finzione, è realta e basta... solo che spesso la realtà non è lineare come vorremmo che fosse ma è tortuosa come Mulholand Drive.
c'e' una sostanziale differenza: i registi fanno film( piu o meno belli), gli psicopatici stanno alla neuro. linch e' l'unico uomo fortunato che non e' stato ancora rinchiuso ed isolato ed oltretutto potrebbe essere anche pericoloso.....
ma ancora non avete captio la tattica di lynch? portarvi più volte al botteghino per comprendere i suoi film, buoni si , ma che visti una volta sola non ti fanno capire un *****. 9 di stima per il genio creatore di TWIN PEAKS. darei il **** per vederne la continuazione.