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Una buona e non troppo conosciuta commedia agrodolce italiana diretta dall' esperto Comencini. Una storia di disgraziati ben scritta ( nonostante non manchi qualche buco di sceneggiatura,tutto sommato però tralasciabile) ed interpretata con un Manfredi in un ruolo a lui congeniale e dei personaggi di contorno ben caratterizzati e che si fanno ricordare ( Adorf, Volonté,ecc). Una piacevole visione,imprevedibile,con trovate gustose ed un finale amarissimo che lascia il segno.
Veramente bravo Comencini come regista, non è tra i più conosciuti ma si riesce a distinguersi positivamente. In questa commedia, tinta di amaro e drammatico soprattutto nella parte finale, ha al servizio ottimi attori, su tutti il classico sgrammaticato Manfredi, ma anche un possente Mario Adorf. Parte un po' minore per Volontè. In ogni caso le rocambolesche avventure prigioniere e da evasi dei protagonisti sono divertenti e il film scorre che è un piacere, pensando che è dei primi anni 60....
Commedia di Comencini ben fatta e originale. Forse però sente un po' il peso degli anni. Bravi gli attori. Anche i dialoghi mi sono piaciuti. Consigliato.
Altro lavoro di Comencini che ha il suo perché, sempre capace di alternare il comico e il drammatico in maniera ottima, senza mai esagerare. Questa volta la tematica si concentra sui carcerati, accanto ai loro drammi, ma anche accanto alle loro disavventure, trattate in maniera comica. La prima parte è quella più comica, si inquadrano subito i personaggi, mostra il protagonista, un povero sprovveduto e il suo avverso destino. Nella seconda si va più sul riflessivo, ci sono parecchi momenti da fitta al cuore, da pura tristezza, come
A cavallo della tigre è l'altro volto dell'Italia del Boom economico. Comencini racconta una storia di emarginazione di personaggi che questo boom non riescono a vederlo e tale desiderio rimane soltanto una pura aspirazione. Comencini sceglie il registro della commedia italiana per raccontare una realtà tragica, ma malgrado le differenze di stile con Pasolini, il film racconta gli stessi personaggi.
Dopo aver girato quel capolvoro che è "tutti a casa" Comencini sforna un altro bel film dove stavolta la commedia ha il sopravvento sul dramma...ma il fatto che anche quest'ultimo sia presente nella seconda parte , dopo la fuga, aggiunge valore al film! Manfredi è il simpatico protagonista che sta "a cavallo della tigre",pericoloso starci sopra ma ancora piu' pericoloso scendere... Tutto il cast risulta indovinato e pur nella sua durezza Adorf riuscira' a fare una gran tenerezza con il suo personaggio...
Commedia dai risvolti amari questa di Comencini che può contare su un cast in formissima, la prova di un Nino Manfredi super ne è la prova, che non si risparmia in virtuosismi da commedia all'italiana d'altri tempi regalando ottime tempi comici e interpretazioni che mostrano grande proprietà artistica. I dialoghi sono scarni ma di grande efficacia, la regia come al solito sapiente nel miscelare vari generi e nel dirigere ottimi interpreti, infine il ritmo non conosce soste ed offre allo spettatore una visione attenta, divertita e interessata.
Grottesco e rocambolesco film in bianco e nero, attenta analisi di una umanità gretta e disperata. Grande prova per il sempre bravo Nino Manfredi che qui interpreta Giacinto, uno sfortunatissimo padre di famiglia perennemente al posto sbagliato nel momento sbagliato... Memorabile la battuta: Mi hanno rimasto solo! Troppo forte!