tre ciotole regia di Isabel Coixet Italia, Spagna 2025
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

tre ciotole (2025)

Commenti e Risposte sul film Invita un amico a vedere il film Discutine sul forum Errori in questa scheda? Segnalaceli!

Seleziona un'opzione

Dove puoi vederlo?

locandina del film TRE CIOTOLE

Titolo Originale: TRE CIOTOLE

RegiaIsabel Coixet

InterpretiAlba Rohrwacher, Elio Germano, Francesco Carril, Giorgio Colangeli, Silvia D'Amico, Galatéa Bellugi, Sarita Choudhury

Durata: h 2.00
NazionalitàItalia, Spagna 2025
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2025

•  Altri film di Isabel Coixet

Trama del film Tre ciotole

Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Ma sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte.

Sei un blogger? Copia la scheda del film Sei un blogger? Copia la scheda del film

Voto Visitatori:   6,88 / 10 (4 voti)6,88Grafico
vota e commenta il film       invita un amico
Cerca il commento di: Azzera ricerca


Voti e commenti su Tre ciotole, 4 opinioni inserite

caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi
  Pagina di 1  

Invia una mail all'autore del commento cinemaincompagn  @  oggi alle 11:20:31
   8 / 10
COMMENTI
A me il film mi è piaciuto moltissimo, da tutti i punti di vista, sceneggiatura, interpretazione, scenografia, montaggio, fotografia, sfocature, primi piani, a me ha convinto. il film non è stato proiettato in sedici noni ma in quattro terzi, stile televisione, come in una scatola e questa è una scelta indicativa per dare maggior spessore al realismo delle figure che venivano rappresentate, per dare proprio una sensazione vera, reale a quello che viene raccontato, al vissuto amaro di tutti i personaggi. Fotografia fantastica, c'era un po' di Almodovar, regia bellissima, fantastica l'interpretazione di lei. È importante un distacco dal libro, perché questa è un'altra arte. Pensando a "La stanza accanto" di Almodovar faccio notare un'altra cosa: lei cambia in virtù della malattia, ricomincia a vivere. Cioè, o forse comincia a vivere.

Chiariamo Michela Murgia atea, nemica di Dio, nemica della famiglia tradizionale, famiglia queer, può essere per un benpensante il peggio come approccio alla vita. Eppure, la domanda che possiamo porci è l'incancellabile domanda del mistero, anche in uno che non ne ha nessuna voglia, desiderio o prospettiva. Si è percepita la domanda sul mistero, su altro, io ho percepito un senso di un significato magari negato coscientemente se si legge la Murgia, ma che comunque interroga. E paradossalmente nel momento in cui il limite si rende evidente interroga ancora di più.

Non so se il film vuol dare anche quest'altra, diciamo, idea. Quella di farci comprendere che siamo presi da un ritmo non fugace, forse anche inutile. E quando si lasciano sembra una catastrofe, specialmente in lei, ma c'è una catastrofe ancora più grave che invece porta serenità, sia pure nel tempo, però è un fatto positivo: c'è qualcosa che va al di sopra delle nostre possibilità che ti fa poter giornalmente pensare a qualcosa di positivo. All'apice della cattiveria se qualcuno crede in Dio e gli domanda "ma perché metti questo tipo di pena?" c'è una rinascita serena. Ho visto nel film questo senso positivo, molto lento (forse è un po' lungo). Il bello è questo significato: dobbiamo arrivare per forza ad avere un cancro, dobbiamo per forza avere un dolore per assumere un atteggiamento benevolo ogni giorno, ad apprezzare quello che abbiamo ogni momento? Il film a me ha dato queste impressioni; all'improvviso è capitato a me questa estate, la mia vita poteva cambiare da così a così. Godersi il cioccolato, un fiorellino: questa è la cosa più banale che secondo me il film ha detto.

Stavo riflettendo sulla figura cartonata che lei si porta in casa. Credo che emerga l'esigenza di condividere con qualcuno i propri pensieri, i propri malesseri, la vita; un voler evidenziare questo, perché alla fine era da sola, ma si è cercato qualcuno con cui parlare.

È un tributo, un regalo a Michela Murgia, super fan del K-pop.

Alla fine quando esce il personaggio cartonato diventa reale, dice "non importa chiedersi perché" anche se non ho capito bene il senso del diventare reale.

È una sorta di 'carpe die', cominciare a godersi la vita, prendere quello che la vita ti può dare; all'inizio non era così: scopre quello che veramente voleva, quello che veramente poteva fare. Nella scoperta del gelato, l'amicizia col professore, si concede quello che non si era concesso prima. Alla fine quando lei parla ai piccioni, dice "delle cose uno cerca il senso, ma le cose non hanno senso." È come se lei avesse la domanda sul senso, ma non la portasse fino in fondo.

Nel momento in cui ha certezza che sta per perdere la vita rivaluta completamente quelli che sono i valori, per cui mentre prima alcune cose potevano avere un'importanza notevole sovverte la scala di valori, abbandona altre situazioni e sovverte completamente il modo di valutare la vita stessa. Il momento scatenante è quando sa che le metastasi peggiorano con la percezione della vita che sta per finire e regala tutto, cioè i suoi valori diventano altri.

Una notazione filmica: nel momento in cui corre sulla bicicletta la realtà si sfoca, le cose hanno meno importanza, si vedono di meno, però è una centratura su di sé: Michela Murgia affermava che la vita la faccio io, la realtà la faccio io.

Ho vissuto questo film dalla prima inquadratura, dalla prima parola fino all'ultima inquadratura, all'ultima parola come poesia, fatta da dialoghi, immagini, colori, musica: tutto l'insieme ha fatto questa poesia e la lentezza era la lentezza giusta della poesia (una poesia non si può leggere in fretta ha i suoi tempi, i suoi ritmi). Questo mi ha regalato maggiormente questo film. Anche le immagini di Roma erano poetiche attraverso fotogrammi: il mosaico dietro la fontana l'ho trovato il top di tutto il film.

Mi dispiace interrompere questo coro, conosco la regista ha fatto parecchie cose, in Italia si conosce poco. Dal punto di vista della fattura è un film molto profondo, sapientemente girato con l'uso della fotografia, della musica, eccetera, che ci fa vedere solo la parte patinata di quello che ci vuole mostrare: Roma bellissima, persone che pur facendo lavori comuni sono fighissime; lo reputo un film molto furbo, non poteva non piacere in quanto tutto quello che ci fa vedere è esteticamente bello. Rispetto al messaggio del film dipende dal modo di vedere la vita, la propria storia; si è parlato di levità: è giusto e auspicabile che una persona che vive un trauma passi dal dolore della notizia al senso di levitare, quindi all'accettazione, ma in mezzo ci deve essere la tragedia. La mia idea e che non è possibile passare attraverso una cosa del genere senza il momento della disperazione, della tragedia e questo è totalmente assente nel film e lo rende, ai miei occhi, poco credibile.

Nelle recensioni di dice che il linguaggio usato è quello di una fiaba.

La scena della pedalata si ricollega al dialogo col collega alla cui domanda su come fa a sfuggire alle cose, alle persone che non piacciono la risposta è pedalare.

Non sono d'accordo: lei ha continuato a essere se stessa, perché evitava le cose che non voleva fare prima, se ne fregava.

Non è vero che ha continuato a essere se stessa: mangiava junk food e da una che è odiosa si trasforma in una madre di anime …

… è il positivo di cui si parlava prima, che non c'è in "La stanza accanto" ...

… che secondo me è un po' più realistico...

… in questo film il dramma è saublimato.

Non sono d'accordo con la definizione di film furbo: i personaggi sono personaggi normali e la Roma che vediamo è la Roma normale, non vediamo Piazza di Spagna, Piazza Navona, vediamo mura storiche, la fontana, il Tevere, vediamo l'inquadratura di loro due e l'isola Tiberina. Quindi dove sta la furbizia?

Definiscono il un'operazione industriale quindi come intenzione del film è sicuramente fare un omaggio a Michela Murgia e fare un prodotto che abbia determinate caratteristiche.

Il mio sguardo è molto parziale per l'affetto a Michela Murgia; l'ho sentita, letta, vista, conosciuta vivendo a Roma 15 anni. Il film è 100% autobiografico, i ristoranti sono i posti in cui lei mangiava, lei usava mangiare in tre ciotole: questo film parla terribilmente di lei, parla dell'anticonformismo in tutto ciò che faceva e diceva, anche nel suo modo di approcciare la morte, perché l'approccio che ha avuto la protagonista del film è l'approccio che ha avuto Michela nella vita. Non c'è niente di misterioso in realtà in questo film per chi la conosce davvero, è tutto sullo schermo, è tutto assolutamente visibile ed è tutto poetico, sensibile e anticonformista come era Michela Murgia. Mi ha distrutto questo film ma perché evocava Michela Murgia …

… è stata intenzionale la fedeltà alla figura della Murgia …

I messaggi che questo film emana sono potenti tanto quanto era lei.

Il film è piaciuto; comunque effettivamente la parte del dolore è censurata, della malattia viene presa la parte migliore, quella che apre alla vita, all'interesse per gli altri: Le due alunne fragili, il professore, la bellezza del cibo, eccetera, eccetera. Però è come se l'effetto finale fosse quello di un'edulcorazione pur apprezzando il fatto che è per un positivo, cioè per sottolineare la parte positiva della malattia. Non direi furbo, richiamerei quella tranquillità …

… tranquilla proprio non direi …

… Forse lieve.

Volutamente non si è fatta vedere la parte dura e dolorosa della malattia perché è qualcosa di spensato, facilmente rappresentato negli occhi di ognuno di noi, perché sappiamo che come sarebbe stato rappresentato il dolore, la parte lunga, triste della malattia. A me è piaciuto che sia emerso l'anticonformismo sia nel modo di approcciare la morte, sia nel modo di approcciare la vita. Lei era capace di affrontare in maniera diversa e non convenzionale sia la morte che la vita.

Mi ha colpito molto la dignità nel dramma della malattia, stesso atteggiamento della Murgia: non è detto che si debba strapparsi i capelli, fare la vittima e raccontare a tutti il proprio male. Il male ce l'ha dentro e lo vivecon dignità e profondità che emerge dal film, senza bisogno di vedere chissà quale scena di disperazione, è proprio quella la bellezza. Non è vero che non si vede il dolore: la scena in cui si abbracciano e si accovacciano per terra lungo il Tevere trasmette un senso del dolore fortissimo; in queste piccole cose che si vede la grandezza.

Il dolore non è stato manifestato perché lei lo interiorizzava: una scena rappresenta secondo me la svolta perché quello che uno si porta dentro la cosa più giusta e buona che può fare è di condividerlo con qualcuno; per cui è la relazione che vince sull'autodeterminazione. Non si è manifestato in modo furbo il dolore come spesso abbiamo visto ma, se conferma chi l'ha conosciuta, a chi interagiva con lei venivano un po' di nervi per il modo e la leggerezza con cui trattava certe cose, perché aveva un approccio così anticonvenzionale e attivo anche quando non aveva i capelli che dava fastidio. Dà fastidio la forza che emerge, dà fastidio perché è uno scandalo.

L'ultima osservazione: nella scena della piazza dice "finalmente ho visto che qualcuno mi ama". Il punto di svolta è essere amati.

È la nostalgia di un rapporto.

Grazie.


Commenti arrivati su Whatsapp

Attori solidi in un film riuscito a metà di Alberto Crespi La Repubblica. Tre ciotole è l'ultimo romanzo pubblicato in vita da Michela Murgia, e racconta la lenta preparazione alla morte di una donna che scopre di avere una malattia terminale. Porta con sé un carico emotivo che ha coinvolto molti lettori e che li spingerà, probabilmente, a vedere il film che ne ha tratto Isabel Coixet. Film per altro in gran parte italiano dal punto di vista produttivo (Cattleya e altre società, anche spagnole) e creativo (sceneggiatura di Enrico Audenino). Il film è riuscito a metà. Conserva del libro il nucleo sostanziale, la storia di una donna che dopo una dolorosa separazione (viene lasciata dal marito) deve affrontare da sola la malattia. Alba Rohrwacher interpreta l'insegnante di ginnastica Marta con grande adesione, Elio Germano è il marito chef Antonio che sparisce presto e nel finale si riscatta solo in parte. Tutto funziona finché si sta incollati ai personaggi, meno nelle digressioni: come spesso accade con i registi stranieri in trasferta a Roma, Tre ciotole ha momenti da reportage turistico (anche a causa del lavoro di Antonio, "scusa" per un viaggio nei locali di Trastevere e dintorni) che scadono inevitabilmente nel folklore. La catalana Coixet ama giocare fuori casa ma non sempre fa centro (anni fa Lezioni d'amore, da Philip Roth, era venuto davvero maluccio). Ora sta lavorando su I giorni dell'abbandono da Elena Ferrante, speriamo vada meglio. La Repubblica, 9 ottobre 2025

Prima parte un po' lenta ma bel film

A mio giudizio il film, nonostante riesca a trasmettere diversi messaggi positivi, non è un capolavoro di poesia. E' mancata a mio avviso profondità e spessore, soprattutto nel personaggio femminile. Evitabile la caduta di stile di una sagoma cartonata che si rianima alla fine del film. Voto 7

Meraviglia di colonna sonora e immagini. Una narrazione per me delicatissima e insieme potente, che ti accompagna attraverso la fine inattesa e dolorosa di un matrimonio, una malattia drammatica, inaspettata. E racconta che, nonostante tutto questo, non è quella l'ultima parola sulla vita. Dentro quel dolore si apre una possibilità nuova di guardare. Non più con lo sguardo distratto di prima, ma con occhi nudi, veri, capaci di coglierla così com'è davvero, cruda, autentica. È come se, nel film, si tracciasse una linea netta, un "prima" e un "dopo". Come uscire da una nebbia fittissima in cui ci si muoveva senza direzione e, all'improvviso, tutto diventasse chiaro, essenziale. Quando la vita si fa così fragile, non è la paura a vincere. Affiora qualcosa che non si può ignorare. Una luce che attraversa le crepe e illumina proprio ciò che prima non si vedeva. E quella luce, lentamente, comincia a liberare. Mi ha colpito profondamente il dialogo tra Marta e sua sorella. Quando Marta le dice di smettere di vivere per ciò che non conta, di liberarsi dalle paure e dalle maschere, di tornare a essere vera, non sta facendo una predica. Sta raccontando una verità che le brucia dentro e che chiama prima di tutto lei a prendere sul serio la vita, tutta. Quando il limite si fa evidente, la domanda sul Mistero arriva anche a chi non la cerca.

  Pagina di 1  

vota e commenta il film       invita un amico

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

40 secondiabout luisallevi - back to lifeammazzare stancaanemoneanna (2025)
 NEW
articolo 1attitudini: nessunabobo'breve storia d'amore
 NEW
brunello - il visionario garbatobugoniabuon viaggio, mariebus 47caravaggio a roma - il viaggio del giubileocarmen e' partitac'e' un posto nel mondoc'era una volta mia madrecinque secondidead of winterdepeche mode: mdie my lovedj ahmetdracula - l'amore perdutodreams (2025)due famiglie, un funeraleeddingtoneternity (2025)evenfantasma in guerrafive nights at freddy's 2frankenstein (2025)fuori la verita'
 NEW
gioia miagiovani madriheidi - una nuova avventurai colori del tempo
 R
il maestro (2025)il mio nome e' nevenkail mostro (2025)il primo figlioil principe della folliail rapimento di arabellail sentiero azzurro
 NEW
in the hand of danteio sono rosa riccijay kelly
 NEW
jujutsu kaisen: esecuzionela ballata di un piccolo giocatorela camera di consigliola chitarra nella roccia - lucio corsi dal vivo all’abbazia di san galganola divina di francia - sarah bernhardtla famiglia halloweenla grande paura di hitler. processo all'arte degeneratala mano sulla culla (2025)la ragazza di ghiacciola vita va cosi'laghat - un sogno impossibilel'anno nuovo che non arriva
 NEW
leopardi & col'illusione perfetta - now you see me 3lo schiaffo (2025)
 NEW
l'ombra del corvo
 NEW
lupin the iiird: the movie - la stirpe immortalene zha - l'ascesa del guerriero di fuoconguyen kitchennino. 18 giorninoi e la grande ambizioneoi vita miaorfeo (2025)paw patrol: missione nataleper tepiero pelu’. rumore dentropredator: badlandsput your soul on your hand and walkqui staremo benissimoradio solaire - radio diffusion ruraleregretting you - tutto quello che non ti ho dettoricardo e la pitturarino gaetano - sempre piu' bluriproberto rossellini - piu' di una vitascarletsemplice clienteshelby oaks - il covo del malesiamo in un film di alberto sordi?sognando rossospringsteen - liberami dal nullathe age of disclosurethe encampments - gli accampamentithe mastermindthe perfect neighbor: la vicina perfettathe running manthe smashing machine
 NEW
the teacher (2023)the toxic avengerthe ugly stepsistersto a land unknowntoni, mio padretroll 2 (2025)tua madre
 NEW
un inverno in coreaun semplice incidenteuna famiglia sottosoprauna ragazza brillantevas
 NEW
vita privata (2025)wake up dead man - knives outwicked - parte 2zootropolis 2

1067510 commenti su 52948 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

A NORMAL FAMILYALLA SCOPERTA DEL NATALEALLUCINAZIONI PERICOLOSEANNIVERSARYBLUE MOON (2025)BORDERLINE (2025)BURGACAROSELLO IN LOVECHATEAUCHIENCHUPACABRA TERRITORYCHUPACABRA TERRORCONTROL FREAKCRITTERS: ALL YOU CAN EATCRITTERS: BOUNTY HUNTERDEATH CYCLEGET AWAYGOOD BOY (2025)GREMLINS: RECALLGUESS WHOHELL HOUSE LLC ORIGINS: THE CARMICHAEL MANORHOUSE OF THE WOLF MANI WAS A TEENAGE WEREWOLFIT FEEDSKOLN 75KRYPTICLA NOSTRA ALBALA REGINA DEI VICHINGHILEPRECHAUN: THE BEGINNINGL'EROE DEL MIO NATALELIVESTREAMOPERATION NAPOLEONORANGUTANOUTBREAKPACIFIC FEARPIGLETPLAYROOMPUBERTA'RED MOON TIDEROOFMANRUMPELSTILTSKIN (2025)SHIP OF THE DAMNEDSILENT ZONESURVIVESWAP (2024)THE CUT (2024)THE DEVIL TO PAYTHE EXECUTRIXTHE FORGOTTEN FACESTUTTE PAZZE PER CHRISUN NATALE DA RISTRUTTURAREVISIONS (2023)YEAR 10 - SOPRAVVIVENZA LETALE

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


IL MAESTRO (2025)
Locandina del film IL MAESTRO (2025) Regia: Andrea Di Stefano
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli, Giovanni Ludeno, Dora Romano, Paolo Briguglia, Valentina Bellè, Edwige Fenech
Genere: commedia

Recensione a cura di The Gaunt

A HOUSE OF DYNAMITE
Locandina del film A HOUSE OF DYNAMITE Regia: Kathryn Bigelow
Interpreti: Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos, Moses Ingram, Jonah Hauer-King, Greta Lee, Jason Clarke
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

NOSFERATU (2024)
Locandina del film NOSFERATU (2024) Regia: Robert Eggers
Interpreti: Lily-Rose Depp, Nicholas Hoult, Bill Skarsgård, Aaron Taylor-Johnson, Willem Dafoe, Emma Corrin, Ralph Ineson, Simon McBurney, Adéla Hesová, Milena Konstantinova, Stacy Thunes, Gregory Gudgeon, Robert Russell, Curtis Matthew, Claudiu Trandafir, Georgina Bereghianu, Jordan Haj, Kateřina Bílá, Maria Ion, Tereza Dušková, Liana Navrot, Mihai Verbintschi, Karel Dobrý, Andrei Sergeev, Matěj Beneš, Marek Pospíchal, Jan Filipenský, Alex East, Christian Dunckley Clark
Genere: horror

Recensione a cura di Harpo

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net