Kitano si mette al centro di un gioco delle parti in cui interpreta sia il ruolo di regista che quello di attore come se fossero due personaggi diversi.
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Difficile commentare questo film: la prima parte mi è piaciuta molto, la seconda l'ho trovata un pò troppo senza senso. I due Takeshi rappresentano nien'altro che la figura dell'uomo di successo,riuscito nella vita, e quella dell'uomo mediocre che vive una vita piatta sperando prima o poi nel grande salto. Ironico, a tratti fa riflettere grazie anche ad un grande Kitano molto malinconico nel ruolo dell'uomo "comune". Credo che sia il suo primo film che vedo (non conoscendo il suo stile potrei dire delle grandi bo.iate), magari per poterlo apprezzare ho come l'impressione che dovrei conoscerlo meglio perchè in alcuni tratti mi da l'idea di un film introspettivo. Provvederò presto perchè (non lo scopro certo io) la sua regia mi sembra ottima. Per descrivere la seconda parte...SPOILER!!!
Dal ritrovamento dell'arma dello yakuza, Takeshi sogna di vivere un'esistenza da personaggio dei film, dove si prende finalmente la rivincita su tutte le amarezze che gli aveva riservato la vita (tra l'altro ne approfitto per chiedere a qualcuno se ha capito il ruolo della donna che odia i due Takeshi) Sarà pure un sogno ma gli elementi fantastici illogici sono troppi e la seconda parte mi sembra una serie di sequenze spesso fini a se stesse. Il finale è gradevole e fa tornare un pò tutti sulla terra ma mi lascia comunque perplesso su alcune cose.