Costretti ad abbandonare il loro appartamento al centro di Teheran a causa di urgenti lavori di ristrutturazione, Emad e Rana traslocano in una nuova abitazione. Un incidente con l'ex inquilina sconvolgerà la vita della giovane coppia.
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La casa, lo spazio domestico é generalmente considerato un rifugio e infonde sicurezza. Quando si viene aggrediti all'interno di questo spazio, il risultato è quello di subire una violenza a volte molto più grande dell'effettivo danno. Il protagonista del Cliente si sente oltraggiato da questa intrusione alla stessa stregua, ad esempio, di un grave sgarro nel mondo criminale. Un torto così grave che lo trascinerà in una spirale d'odio senza ritorno. Sia pure utilizzando toni molto minimalisti Il Cliente ha in sè delle venature da thriller. L'evoluzione di Emad è qualcosa che non ti aspetteresti in un contesto del genere. E' un uomo di cultura, insegnante ed attore di teatro, tuttaltro che un fanatico. Eppure cede sistematicamente ad un retaggio sotterraneo che non lo porta a denunciare il fatto alla polizia e chiedere giustizia. Diventa una questione di giustizia privata e di vendetta nei confronti di tale oltraggio. Diventa giudice e boia. Emblematica quell'immagine finale che vede marito e moglie separati in sala trucco. C'è ancora troppa asimmetria nella società iraniana tra uomo e donna. Una società maschilista incapace di perdonare al contrario della donna.