Un giurato in un processo per omicidio si rende conto che potrebbe aver causato la morte della vittima e deve lottare con il dilemma se manipolare la giuria per salvare se stesso o rivelare la verità e consegnarsi.
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Non c'è niente da fare, buon sangue non mente. A 90 anni suonati Clint Eastwood dirige con mano sicura un film processuale che ci tiene incollati allo schermo malgrado si svolga quasi tutti all'interno di un aula di tribunale.
Il vero colpevole è chiaro fin dall'inizio ma non è il colpo di scena finale che intaressa ma come possa la coscenza umana cambiare parere, se condannare a vita un uomo o lasciarlo libero. Cosa gia' successa nel capolavoro di Lumet "La parola ai giurati".
Il potere che viene dato nelle mani di persone semplici, qualcuna capace di giudicare, qualcuno un po' meno.
Certo se devo trovare un difetto nella sceneggiatura mi chiedo come tra tutti i giurati scelti a caso ci sia finito dentro "proprio lui".
Resta comunque un film avvincente e riuscito, uno dei film migliori del 2024.