Ambientato durante la seconda guerra mondiale, la storia riguarda un gruppo di soldati ebrei prossimi all'esecuzione comandati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), quando ottengono invece una chance per salvarsi: riportare con sè cento scalpi nazisti. Il gruppo sarà impegnato anche nell’operazione Kino, durante la quale dovranno attaccare il nemico mentre viene presentato, a Parigi, un film di propaganda, alla presenza di Joseph Goebbels, uno dei principali gerarchi nazisti.
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Brillantissimo cocktail di war movie aldrichiano e western à la Sergio Leone, nobilitato da Tarantino in spassosa ucronia sul Cinema che "ripulisce" dalle nefandezze della Storia. Con una maturità drammaturgica eguale solo a quella sfoggiata in Jackie Brown (se parliamo dei primi anni artistici del regista di Tennessee), Bastardi senza gloria lascia di stucco chi si aspetta un Kill Bill in salsa nazi per l'attenzione rivolta al lessico teatrale: le due lunghissime sequenze nella fattoria e nella taverna, impostate come estenuanti stalli alla messicana verbali, bastano da sole a svelare un mix di tensione hitchcockiana ad orologeria. Al solito è strepitosa la scrittura dei personaggi, cucita addosso ad attori altrettanto fenomenali, che arricchiscono un sofisticato puzzle di gesti e parole in relazione con la dettagliatissima oggettistica scenografica. Tarantino inoltre gioca magistralmente con la tavolozza cromatica, le musiche, gli idiomi (inglese, tedesco, francese, dialetto si****) e, ovviamente con la Settima Arte stessa: non è un caso che la sequenza più importante del film, simbolica di tutta l'etica che sta alla base del progetto, sia ambientata in una sala cinematografica.