attenzione alla puttana santa! regia di Rainer Werner Fassbinder Germania, Italia 1971
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attenzione alla puttana santa! (1971)

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locandina del film ATTENZIONE ALLA PUTTANA SANTA!

Titolo Originale: WARNUNG VON EINER HEILIGEN NUTTE

RegiaRainer Werner Fassbinder

InterpretiLou Castel, Eddie Constantine, Hanna Schygulla, Rainer Werner Fassbinder, Ulli Lommel, Margarethe von Trotta

Durata: h 1.43
NazionalitàGermania, Italia 1971
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 1971

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Trama del film Attenzione alla puttana santa!

L'impresa di portare a termine un film - il cui set è installato sulla costa campana, nei pressi di Sorrento - appare quanto mai difficoltosa: ai mille problemi pratici e finanziari che assillano la lavorazione, si aggiungono infatti i rovelli e i ripensamenti del nevrotico regista Jeff. Nel frattempo, gelosie, attrazioni e disperazioni incrociate si impadroniscono degli attori e della troupe...

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Voto Visitatori:   6,63 / 10 (8 voti)6,63Grafico
Voto Recensore:   6,50 / 10  6,50
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Voti e commenti su Attenzione alla puttana santa!, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Filman  @  18/03/2023 11:53:31
   7 / 10
Rainer Werner Fassbinder sta ancora parlando della sua piccola realtà circostante, degli amici, della sua comunità, ma con gli occhi di un giovane regista indipendente. WARNUNG VON EINER HEILIGEN NUTTE (Attenzione alla ******* Santa) è ancora un divertissement fatto con amici e conoscenti, o comunque ha quella caratura lì, ma propone il set di un film indipendente come soggetto e affina la tecnica fotografica per risultare più credibile. Si tratta quindi di un film fatto per divertire loro prima che noi e nonostante questo ci sentiamo parte di questa cerchia poliamorosa e pansessuale, dove i caratteri sono quelli degli artisti fuori di testa, dove le dinamiche tra i personaggi sono frizzanti e scoppiettanti e dove questo set sembra un organismo vivo e vegeto.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  30/09/2012 23:07:24
   6½ / 10
E' un film inseparabile dall'epoca in cui fu girato (inizi anni '70). In qualche maniera ne è un po' lo specchio. Prima di tutto per quello che ci fa vedere (abiti, comportamenti, idee tipiche dell'epoca), poi per il linguaggio (molto franco e disinibito) e infine per l'atmosfera anarchica che si respira.
Lo scopo del film è proprio quello di esaminare con occhio distaccato come funziona, si svolge una convivenza in comune fra le persone. Inoltre è una disamina del difficile rapporto fra arte e società (i soldi) e personalità umana (la difficoltà di accordare e disciplinare più volontà, ognuna con la propria dignità e la sua importanza). Infine è una metafora dei rapporti di potere-ribellione che si instaurano (spontaneamente o meno) nei rapporti interpersonali, in basso come in alto.
In pratica lo si può considerare una via di mezzo fra "8 e mezzo" di Fellini, "Nashville" di Altman e "Prova di orchestra" sempre di Fellini. Lo stile di Fassbinder però è più ruvido e sperimentale. L'impianto è teatrale (si svolge quasi claustrofobicamente in un hotel di Sorrento), la narrazione spezzettata e in pratica assente. Sono continui flash e passaggi da un personaggio all'altro, ognuno visto con distacco e critica, in pratica non esistono personaggi-modello. Emerge comunque una figura dominante (che è quella di Jeff), che rappresenta un po' il ruolo del regista-artista-demiurgo-dominus, ma anche lui è più rappresentato come un'esistenza imperfetta e sofferente che come una persona in cui potersi agevolmente identificare. Nel finale la forma si fa quasi sperimentale e avanguardistica con la perdita dell'unità di tempo e dell'unità di azione.
Un senso quindi non va cercato, occorre solo rendersi conto che non c'è senso o ordine, eppure nonostante tutto la vita si svolge, il miracolo artistico si compie, in qualche maniera (pur nell'imperfezione generale) si va avanti. Anche in questo (la prevalenza quasi assoluta dell'imperfezione e della varietà caotica) il film è tipicissimo degli anni '70.
Oltre i meriti di documentazione dello spirito di un'epoca però non si va. E' un film ostico e che mette a dura prova l'attenzione dello spettatore (è facile provare noia). Si fa apprezzare però per una bella fotografia e per un'ottima ricerca del movimento di macchina e della posizione della mdp nel modellare le scene.
L'arte di Fassbinder non è certo acqua.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  07/09/2012 09:42:50
   6 / 10
Direi anch'io che ci troviamo di fronte ad una pellicola apprezzabile solo dai fan fassbinderiani stoici: purtroppo il primo periodo del regista tedesco, salvo un paio di film più concreti, non mi entusiasma molto e anzi mi annoia.
Succede quando riempi cosi tanto di vuoto, ripetizioni ed isterismi un'ora e mezzo di cinema all'interno del cinema: certo uno dei ritratti meno edificanti della Settima Arte, vista da uno dei suoi protagonisti.
Alla fine questo film poteva sintetizzarsi nelle tantissime scene in cui attori e personalità dietro la macchina da presa chiedono da bere.


UN CUBA LIBRE, POR FAVOR!

Beefheart  @  18/03/2012 11:00:38
   7½ / 10
Bizzarra commedia tendente al grottesco che, più che sul cinema, verte su un certo modo di fare cinema. Compare infatti sempre la medesima truppa di attori e collaboratori fedelissimi che, più che ad una troupe cinematografica, fa pensare ad una comune che, tra le altre cose, pratica il cinema. Il fatto poi che nel caso specifico si racconti la storia, faticosa, di un film, contribuisce ad assottigliare ulteriormente il confine tra finzione e realtà; se non fosse che a ricordarlo ci pensano le frequenti impennate artistico-irrazionali e la magistrale regia che trasuda dai movimenti di camera e dalla direzione degli attori, magicamente imprevedibili nel divincolarsi tra passione, aggressività e pacatezza. Sceneggiatura e trama, al solito, rasentano il minimalismo, musiche quasi assenti e mai in primo piano, fotografia nitida e luminosa. Senz'altro eccessivo per molti ma imperdibile per gli appassionati.

Mpo1  @  24/11/2011 01:39:11
   7½ / 10
Da non perdere per gli ammiratori del grande regista tedesco.
Il titolo si riferisce alla macchina da presa ...

DarkRareMirko  @  27/06/2011 08:02:05
   8 / 10
Di sicuro non la migliore opera dal mitico regista di Berlin Alexsanderplatz, ma ad ogni modo un film interessante, originale, sentito.

Buona la trovata semiautobiografica e metacinematografica, lode alla durata che non è stata scelta come eccessivamente lunga, bravi gli attori, ma il film, alla fine, rimane un pò troppo inconcludente ed incapace di slanci.

Ad ogni modo va premiato per la sua indipendenza e per il suo coraggio, specchiati in una trama ovviamente antibotteghino.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/05/2011 15:47:41
   5 / 10
C'è molto di autobiografico in questo di Fassbinder, regista difficile con cui lavorare. Inoltre lo stesso Wenders riprenderà lo stesso spunto di partenza per Lo stato delle cose. Metacinema in cui la lavorazione del film è molto travagliata dalla mancanza di soldi e dai complicati rapporti dei e tra i personaggi, sempre sull'orlo e anche l'oltre l'isteria pura. Può essere apprezzato dai fan del regista tedesco, ma personalmente l'ho trovato tediodo all'inverosimile.

paride_86  @  08/10/2008 00:05:16
   5½ / 10
E' un film molto lento, con un protagonista isterico e personaggi di contorno problematici. Nell'ultima parte è più intenso e interessante, per il resto è poco coinvolgente.

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