L'ascesa al potere di Oswald "Oz" Cobblepot, alias il Pinguino, ex braccio destro di Carmine Falcone. Dopo il crollo dell'impero criminale di Falcone, il Pinguino ne sfrutta le macerie per costruire il proprio.
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The Penguin non un é villain romantico, è un mostro invidioso, abbietto e spietato che vuole emergere nel contesto di una guerra fra gang in cui non lo vediamo mai come protagonista. E' uno strumento importante ma non assapora il potere come i suoi capi. E capisce che sarà sempre così. Non toccherà mai la cima, tantomeno sedersi in un trono. Oz è un virus che si insinua fra le seconde linee di questi schieramenti. Contamina gli animi di individui dalle ambizioni costantemente frustrate, manipolandoli e manipolando i loro rispettivi capi, mettendoli l'uno contro l'altro. Una miniserie con un Colin Farrell praticamente irriconoscibile dal pesante trucco, ma cui l'attore riesce a dare vita ad un personaggio mostruoso e ripugnante nella sua malvagità. Senza dimenticare i due splendidi personaggi femminili di Sofia Falcone, donna vittima del patriarcato familiare e poi carnefice spietato della sua stessa famiglia e Deirdre O'Connell, madre di Oz, con cui sviluppa un rapporto tossico con il figlio, favorito dall'incedere della demenza che comincia a devastarla. Questo è uno dei punti cardine di una miniserie dall'elevata qualità e che ha traslato la figura del Pinguino in una visione più realistica, come Todd Philips fece con Il Joker per il suo omonimo film.