Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirà a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
L'opera del "Settimo sigillo" rappresenta la più grande maledizione degli esseri viventi,l'unica sicurezza che essi hanno:....morire... Il cavaliere Antonius Block cercherà di riuscire dove nessuno è mai riuscito;il suo desiderio di non abbandonarsi alle braccia della grande mietitrice è combatutto dalla sua voglia di sapere,dalla sua riluttanza nel voler credere ad un 'ipotetico "nulla" dopo il trapasso.... Antonius decide di giocarsela fino alla fine,è consapevole che il suo avversario è di sicuro imbattibile,ma cerca comunque di confondere colei che ha davanti per non arrendersi al suo inevitabile destino....Se la morte lo deve prendere,lo farà sudando.... In realtà,qualcosa di concreto Antonius lo troverà....
....la bellissima metafora (o forse non tanto metafora,considerando quello che riesce a vedere l'attore Jof..) porta alla conclusione che "La Morte" prende quello che si deve prendere,la si può ritardare,ci si può giocare,si può tentare di ingannarla,ma nulla può evitare l'inevitabile... ....però c'è da fare una riflessione su ciò che Antonius ha compreso....la propria morte è assolutamente inevitabile,ma si può impedire che qualcuno muoia per un "effetto domino"......a volte si può essere responsabili della morte di qualcuno,semplicemente perchè quel qualcuno ha deciso di dividere il suo destino con colui che morirà..... ...durante una delle tante fasi della partita a scacchi,la morte chiederà ad Antonius se è veramente intenzionato ad accompagnare una carovana di attori durante il suo viaggio. Antonius rimarrà inizialmente sorpreso da questa strana domanda che gli ha posto la morte,non capendone bene il senso,ma successivamente sarà proprio Antonius a permettere a Jof e la moglie Mia,con il loro pargolo,ad andarsene... Così facendo ha permesso che almeno quel bimbo potesse continuare a vivere insieme ai suoi genitori.....per Antonius è stata già una vittoria....così come lo è stato cercare di vincere contro la mietitrice.... Alla fine di tutto Antonius chiederà alla sua cupa avversaria cosa sa riguardo al trapasso....ma la morte risponderà che non ne sa nulla,e che non gli importa nemmeno di saperlo.....ed in fondo è ovvio che sia così.....la morte arriva e basta,di cosa c'è prima,e di cosa ci sia dopo,non gli importa un granchè.....lei esiste e basta....e fa quello che deve fare....
Una bellissima opera di Bergman,estremamente teatrale,cupa e profonda....