Dal romanzo The Off-Islanders di Nathaniel Benchley. Si sparge il panico quando un sommergibile sovietico in avaria approda in una località balneare del Connecticut.
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Discreta commedia satirica sulla guerra fredda di Jewison, in un periodo in cui questa tematica era centrale nella cronaca ed in cui anche il cinema saltuariamente ne approfittava, questo film tramite il pretesto dei membri dell'equipaggio di un sottomarino sovietico che rimane arenato in una piccola isola del Massachusetts, mostra in maniera prettamente comica l'eccessiva reazione della popolazione locale e degli stessi militari sovietici, è un film che fondamentalmente si diverte a prendere in giro il pregiudizio da entrambe le parti, i sovietici stessi sono impauriti dalle reazioni esagerate della popolazione locale - che per inciso, ad un certo punto del film sono anche giustificate da alcuni comportamenti eccessivi dei militari, ma è una sorta di reazione a catena - e la popolazione locale cade totalmente nel panico una volta che la notizia dell'arrivo dei russi si diffonde per tutta l'isola.
Il film dopo un inizio con relativamente pochi personaggi, in cui alcuni membri scendono a terra e bussano alla prima casa che incontrano per chiedere aiuto, in cui la situazione degenera fin da subito, una volta che la notizia inizia a diffondersi prende un'impostazione corale, mostrando le diverse reazioni da svariati lati, vi è quella parte di popolazione che la vede come una vera e propria invasione e crea una sorta di corpo armato per difendere l'isola, in questi personaggi vi è una certa critica alla tipica aggressività americana, alla mentalità guerrafondaia, all'uso facile delle armi, vi è un punto di vista anche dei corpi di polizia locali, con l'entrata in gioco dello sceriffo stesso che tuttavia non riesce a arginare il delirio del resto della popolazione, vi è quella parte di persone iper allarmista che invece decide addirittura di evacuare l'isola per scappare dal pericolo, ma nel corso dello sviluppo il film abilmente scardina questo pensiero paranoico, giocando tanto con alcune gag e mostrando un lato dei soldati abbastanza inedito, umanizzandoli parecchio, come accade nella storia d'amore che scocca tra i due personaggi, la ragazza americana e il soldato russo, ma soprattutto nel simpatico finale, che è un po' fantasioso, ma fa passare bene un messaggio di uguaglianza e umanità da parte di entrambi.
Discreto film, che funziona bene nel messaggio, meno nelle gag che non sempre risultano divertenti, e ha qualche momento particolarmente retorico che non mi ha esattamente fatto strappare i capelli, in ogni caso non è male.
L'idea del cinema che cambia è molto forte in THE RUSSIAN ARE COMING! THE RUSSIAN ARE COMING!: c'è la guerra fredda, non più pubblicizzata ma criticata; c'è una voglia di critica alla retorica americana stessa, che spesso sfocia in un'altra forma di retorica; c'è la narrazione collettiva, eccetera. Norman Jewison si diverte ad essere (o provare ad essere) uno dei big del cinema americano, sfruttando la grandezza del mezzo tecnico e le sue istruzioni per l'uso, ma quello che manca è proprio il coinvolgimento artistico, molto marginale visto che il film non si prende la responsabilità di sorprendere lo spettatore in alcun modo, punta tutto sulla commedia e sui sentimentalismi con dei dialoghi abbastanza rivedibili.
Discreta commedia che ormai porta sul groppone gli anni che ha...è invecchiato dal punto di vista tecnico (regia, fotografia, musiche...) ma sopratutto nel tipo di ironia e non ultimo il soggetto della Guerra Fredda. L'idea dei russi bonaccioni dispersi in territorio nemico è carina ed il film riesce a divertire in varie occasioni...ottima prova di Alan Arkin al suo debutto che già rompe lo schermo con la sua ironia nella parte di uno Schettino in salsa bellica :) Il film dura un pò troppo e pecca in sentimentalismi sia per via di una storia d'amore smielata-internazionale che per il lungo finale moralista e pacifista. I rocamboleschi comportamenti della popolazione dell'sola riescono comunque a strappare risate a sufficienza.
Norman Jewison allestisce con cura un teatrino niente male che sberleffa le ansie e le paure americane per il pericolo sovietico. Siamo in piena guerra fredda e questo paesino balneare del Connecticut è letteralmente squarciato da lotte intestine, controffensive tragicomiche all'avanzata nemica, panico crescente. Comunque i russi, che si spostano di soppiatto all'interno della cittadina neanche fossero una Banda Bassotti qualunque, non sono mai stati così simpatici. Purtroppo nelle due ore e passa di film - veramente eccessive per una commedia del genere - il regista non ci risparmia qualche luogo comune ( lo scemo del villaggio ) e qualche scivolata nel retorico ( la love-story sovietico - americana ). Cast globalmente in forma nel quale spicca un eccellente Alan Arkin.