Il capitano Bob, dopo essersi congedato dalla moglie Sally, parte per la guerra del Vietnam insieme con l'amico sergente Dink Mobley. Sally, donna inquieta e incapace di aspettare in una dorata solitudine il ritorno del suo uomo, si offre come infermiera volontaria in un ospedale per reduci. Qui conosce Luke, un giovane paralizzato alle gambe e in breve tempo se ne innamora. Ma intanto, ferito in uno stupido incidente e frustrato per non essere diventato un eroe torna in patria.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Guardato così, lasciandosi andare senza stare a pensare o a interpretare troppo, è proprio un bel film, quasi un capolavoro. E' emozionante, coinvolgente, bello nelle immagini e nei suoni. Non a caso ha vinto diversi Oscar. Ed è stata proprio questa anche la mia reazione a caldo: ho provato grande piacere ed emozione per tutto il film, che mi è rimasto molto impresso. A mente fredda, riflettendoci sopra, ci si rende invece conto che molto dell'effetto è dovuto a una studiata serie di congegni narrativi e visivi, ingegnati apposta per produrre questo effetto. Manca insomma l'imperfezione del vero e del reale. Gli attori sono fin troppo belli, i caratteri dei personaggi si sviluppano in maniera fin troppo lineare, le vicende si susseguono fino troppo ad arte, quasi prevedibili. C'è inoltre un messaggio ben preciso ed esposto chiaramente, quasi in maniera didattica. Le immagini e i suoni sono puliti e perfetti. E' insomma il congegno perfetto ed estremamente oliato del cinema classico americano che Ashby dimostra di padroneggiare con grande efficacia ed eleganza. Mi sento però di dire che, nonostante l'utilizzo di mezzi codificati, Ashby riesce a donare alle scene e alla recitazione un pathos che non può lasciare indifferenti. Soprattutto il personaggio di Bob (quello che dovrebbe essere il personaggio "negativo", il portatore di atteggiamenti e valori sbagliati), alla fine trasforma la sua storia in un dramma molto vero e intenso, ben recitato da un grande Bruce Dern. Più "accademiche" le storie e le recitazioni di Sally e Luke, anche se riescono bene a catturare lo spettatore con il fascino che emana la bellezza e lo sbocciare del sentimento. Un inpiù favorevole è dato anche dalla caratteristica costante di tutti i film di Ashby visti fino a ora, cioè quella di configurarsi come dei veri e propri percorsi di liberazione formativa da ambienti ed educazioni oppressive (non sempre felice e a lieto fine e molto spesso contrastata). Qui è soprattutto il personaggio di Sally che prende coscienza di sé, acquisisce nuove idee e nuova fiducia, ha idee più chiare su se stessa e sul mondo che la circonda. Questo grazie al personaggio di Luke (il tipico anticonformista ribelle, dotato di fascino e con animo ricco), il quale lui stesso subisce un cambiamento, passando dal cinismo, dalla contrapposizione dura, alla comprensione, all'accettazione, trovando un senso alla sua vita nella missione sensibilizzatrice delle coscienze contro la guerra. In effetti l'urgenza quasi didattica di trasmettere in maniera chiara e netta il messaggio di condanna contro la guerra nel Vietnam (e per estensione contro tutte le guerre), pur nella sua nobiltà e altezza, finisce per snaturare un po' la resa psicologica dei protagonisti, che passano in maniera forse un po' troppo repentina e netta da un atteggiamento ad un altro. Come detto, molto più sfumato e inaspettatamente complesso è il trattamento del personaggio di Bob, che alla fine diventa quello più vero e interessante, soprattutto quello più tragico. In fin dei conti un film davvero bello, che a me è rimasto a lungo in mente. Poi, basta un sorriso di John Voight a farmi sciogliere ...