Thor è imprigionato dall'altro lato dell'universo senza il suo potente martello e deve lottare contro il tempo per tornare ad Asgard e fermare il Ragnarok - la distruzione del suo mondo e la fine della civiltà asgardiana - per mano di una nuova e onnipotente minaccia, la spietata Hela. Ma prima dovrà sopravvivere a un letale scontro fra gladiatori che lo metterà contro il suo vecchio alleato e compagno nel team degli Avengers: l'Incredibile Hulk.
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La saga di Marvel dedicata a Thor è emblematica dell'evoluzione di tutte le pellicole tratte dai fumetti della Casa delle Idee. Basta ricordarsi la tragicità del primo film, diretto da Branagh, dalle nemmeno tanto vaghe ascendenze shakespiriane a questo Ragnarok, dove i toni sono completamente mutati e soprattutto è il segno di come I Guardiani della Galassia sia, in parole povere, il vero cult dei Marvel Studios insieme a Deadpool. Tuttavia è anche vero che se ciò che va bene per il film di Gunn vada bene per tutti. Il tema del Ragnarok è la distruzione di un mondo ed in effetti suona stonato utilizzare una spiccata ironia per una storia del genere. Vero che il regista è colui che ha diretto Vita da vampiro, quindi non uno sprovveduto specialmente dal punto di vista dell'umorismo. Solo che in questo film, dalle molte battute azzeccate, capitano anche altre fuori luogo o fuori contesto. Ho notato quindi una costrizione quella di impiantare il tono dei Guardiani in un film come questo. Per carità, riesce nell'obiettivo di intrattenere, è piacevole, ma si rimane con la sensazione che poteva dare di più con un'impostazione più epica e più drammatica.