Ethan Hunt sta per sposarsi con la bella infermiera Julia e ha deciso di ritirarsi dalla squadra operativa della I.M.F. per dedicarsi solo all'addestramento dei nuovi agenti. A farlo tornare in azione interviene però lo spietato Owen Davian, un trafficante di armi...
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Capitolo transitorio, in cui J.J. Abrams copia lo stile registico di Michael Bay (assenza di compromessi nella saturazione cromatica, inquadrature e stacchi rapidi di montaggio, lens flare sparati, product placement un tanto al chilo...) e traccia il percorso successivo della saga, dal senso per la coralità all'orizzontalità narrativa in stile televisivo (ambito nel quale Abrams è, a torto o ragione, pioniere). Se sul fronte della frenesia e della spettacolarità il film è certamente godibile, gli aspetti narrativi latitano: si predilige l'azione pura alla componente spionistica, non ci sono intuizioni visive che lasciano davvero il segno, le parentesi amorose (nel tentativo di rifarsi a certi cicli bondiani) sono stucchevoli e ininfluenti, il cattivo non ha spessore (se non quello recitativo del compianto Seymour Hoffman). Nel complesso il film è un godibile giocattolone miliardario che sa far leva sul fascino delle location esotiche (anche se certe sezioni ambientate in Italia scivolano nell'imbarazzo), ma non va oltre una striminzita sufficienza che ne fa un netto passo indietro rispetto ai più autoriali predecessori.