Joker è noto per essere uno dei nemici storici di Batman. Ma la storia del suo alter ego Arthur Fleck rivela come un uomo trascurato dalla società possa riversare tutta la sua grinta in qualcosa che sarà di futuro monito per tutto il mondo.
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Crudo, spietato, in parte inquietante, immerge lo spettatore nella vita del protagonista, e in quella triste e oscura società che in parte viviamo realmente oggi giorno. Ottime interpretazioni, grande lavoro del regista. Da vedere assolutamente!
Rivoluzione dei pària dei disallineati degli ultimi fra gli ultimi in una società che calpesta i disadattati, 'forse avranno finito le medicine' (Gray, Two Lovers) o forse sono solo pazzi invisibili nelle metropolitane capitaliste della politica del potere. Cinema sul potere e sul suo rovesciamento, maschera che si smaschera dove la linea da battere, il record da infrangere è perdere tutto in un impero solista della follia. E Phoenix. Nei miei 40 anni di cinema mai avevo visto una interpretazione simile. Unipolare in picchiata, sfregiato dalla privazione, commediante tragico dalla risata psichiatrica e lancinante, caporale all'inferno che cammina sulle automobili serve del suo nuovo impero sanguinante.
Non si può scappare dal percorso prestabilito; Todd Phillips decide di rimuovere ogni elemento salvifico, ogni figura di spicco positiva. Non rimane nient'altro che il caos, una fiamma che divampa e si fa largo in una Gotham affollata e allo stesso tempo desolata, lasciata al suo destino.
Il motore della trama è l'assenza di figure istituzionali che tengono sotto controllo la città: nel film vi capiterà di sentir nominare di continuo dei super ratti in giro per le strade, emersi dal nulla. In verità siamo noi i ratti. Strisciamo ormai stanchi, l'andamento passivo-aggressivo che definisce un'intera generazione qui viene messa in primissimo piano. E Arthur vorrebbe soltanto donarci il sorriso, ma con quanta efficacia, se tanto la società ti usa e ti conduce alla pazzia? La sceneggiatura è davvero accurata, si rifiuta categoricamente di proporre soluzioni di comodo e ci sbatte in faccia un apocalisse di rivolte e controversie, con un mondo ormai perduto e in procinto di autodistruggersi. JOKER è anarchia pura: da parte di un regista stanco di arrangiarsi con commedie tanto da cimentarsi in una tragedia travestita da commedia.
Lawrence Sher alla fotografia tenta di inserire nel girato sprazzi di colori accesi, un tentativo disperato che viene strozzato dalla risata struggente di Arthur. Una risata forzata, una rabbia repressa mai manifestata nella sua totalità, un disturbo psico-fisico devastante che divora l'ambientazione già di suo opprimente. Non c'è nessun appiglio, ogni reparto che possiamo provare a nominare non offre appigli per poterci risollevare.
Di punto di vista ce n'è uno soltanto, ed è il peggiore che ci potesse capitare: uno squilibrato non per scelta, un potenziale delinquente che è pronto a compiere stragi per farsi notare, per imprimere un immagine indelebile nel cuore e nella mente degli abitanti di Gotham e degli spettatori. L'imprevedibilità fatta persona. Il principe del crimine, la trasformazione è compiuta. Il Joker.
Senza la prova magistrale di Joaquin Phoenix e la sapiente guida di Todd Philipps avremmo avuto un film bello, anche di più, ma non certo l'eccellente prodotto che è questo Joker. Non saprei come altro spiegare il "magnifico" di questo film e i suoi limiti.
Chissà se è tutto vero quello che abbiamo visto, oppure si è trattato solo di una proiezione mentale di Arthur? Tralasciando le teorie che iniziano a circolare in rete, c'è da dire che questo Joker è un film molto crudo e drammatico, una sofferenza unica sin dalle prime, drammatiche, scene. Per tutto il film assistiamo alla trasformazione di Arthur in Joker, seguiamo passo per passo la sua vita e le sue vicende familiari fino allo spettacolare finale dove la metamorfosi è compiuta. Sicuramente verrà considerato uno dei capolavori del decennio 2010-2020, Phoenix merita l'oscar.
Joker è quello che tutti potremmo diventare. È l'alienazione totale. Dove inizia il limite del singolo o la colpa della società? La sintesi è la risposta. Complimenti a Phoenix.
Per me è il film dell'anno. Phoenix regala una interpretazione superba che molto probabilmente verrà premiata con l'oscar ma ci sono sprazzi di perfezione in tutta l'opera di Phillips dalla scenografia d'epoca ai dialoghi geniali. C'è anche un accenno di Bruce Wayne. Da non perdere.
Crudo, angosciante, lento, spietato. La metamorfosi di un uomo che, credendo nella benevolenza dei propri sogni, viene inghiottito nel più brutale gioco della vita vera. Un Joaquin Phoenix in stato di grazio, la cui performance è un secchio di ghiaccio lanciato dritto sullo spettatore. Ciò che vediamo nelle quasi 2 ore di film non è parte di un universo inventato ma, al contrario, il riflesso di quello che, constamente, qualcuno di noi vive in questa realtà.
Angoscia....tristezza.....voglia di rivalsa..... E a tratti..momenti di pura tenerezza.... Questo Joker è il prodotto di una civiltà malata....volta esclusivamente a sottomettere e schiacciare il debole..... Joaquin Phoenix esprime tutto questo in maniera superlativa.....ogni singola espressione del viso...ogni singolo movimento...ogni risata compulsiva, non sembra un momento di recitazione...piuttosto somiglia ad una scena reale facente parte del suo modo di essere.... Immenso capolavoro......Oscar da consegnare ad occhi chiusi..
Questo film ti entusiasma a tal punto da non voler fare una recensione a caldo. Hai bisogno di far sedimentare le sensazioni che un attore calato perfettamente nel ruolo ti ha trasmesso in un turbinio di emozioni. Ho letto tanto prima, avevo la certezza che sarebbe stato un capolavoro, ma quello che ne esce fuori non è solo uno splendido film, è un gioiello di recitazione, una combinazione perfetta di colori, musiche, slow motion ed una regia che mescola tutto e risucchia lo spettatore nel dramma di un personaggio. Ognuno di noi può diventare Joker, questo è uno dei messaggi del film. Sulla classifica dei Joker attuali e precedenti, come ho detto altrove, non sprechiamo fatica, Jack, Heath e Joaquin sono tre fuoriclasse veri, ma i fuoriclasse non si confrontano mai, come sarebbe inutile paragonare Pelè, Maradona e Messi.
Un superlativo Joaquin Phoenix in un'interpretazione semplicemente mostruosa che per me travalica ogni ragionevole categoria di giudizio: Oscar scontato, doveroso, indiscutibile.
Fantastico. Il film è a tratti angosciante, crudo, violento. Le musiche sono perfette. E' l'epopea di un bambino oggetto di abusi diventato uomo affetto da depressione e malattia mentale. Joaquin leggendario: a questo giro potrebbe avere il jolly per l'Oscar, finalmente.
Non avendo mai visto i film di Batman, non sapevo cosa aspettarmi. Sono andato comunque a vederlo perché il trailer sembra interessante, più da thriller psicologico che da prequel di un fantasy. Parto da un punto molto semplice, questo film si basa e ripeto si basa, tutto, su due cose: 1- una interpretazione straordinaria, dell'attore, con una parte che sembra essere stata sua da sempre, qui bravo il regista a calare la figura del Joker esattamente sull'attore ( risate forzate, perfette tra l'altro, senza senso e quindi che restituiscono un senso di ansia, un corpo deformato, che viene da chiedersi come sia stato possibile (mesi di palestra con personal trainer ad hoc per deformare muscoli della schiena??), e soprattutto la scelta dell'attore la cui espressività facciale non lascia scampo, con un viso pazzoide, spiritoso e malinconico/triste allo stesso tempo. La parte era sua da sempre, questo è ovvio, e se non lo avevano scelto prima, avevano sbagliato. 2- Musiche eccezionali. Probabilmente mai viste in un blockbuster. Durano per tutto il film e rincorrono il personaggio in tutte le sue vicende. Creano suspence, emozioni, paure, e mi domando come mai così pochi registi/film usino il mezzo sonoro così bene. Questo film rende chiaro come il sonoro può cambiare un intero film. Senza Joaquin e senza musiche così perfette e incalzanti anche questo bellissimo film sarebbe stato una pellicola qualunque. Il regista è stato bravissimo a puntare su questi aspetti. La prima parte è veramente bella, con la costruzione del personaggio, la tristezza di un uomo solo, perso nella Gotham fantasma, simbolo di una qualunque città moderna. Un lavoro allegro per un uomo triste e sempre più stanco della vita. Le persone menefreghiste e usurpatrici che si approfittano di lui, visto come strano e anormale, non sono finzioni, rispecchiano fin troppo bene quella che è la civiltà di oggi. Questo mi fa arrivare al terzo punto cardine che mi fa definire questo film un bellissimo film ( e per me i bellissimi film devono essere psicologici). 3- Non si può non provare empatia per la figura di Joker, che negli altri film di batman viene vista come la macchietta del cattivo. Lui era l'antagonista e perdeva. Sempre. Non doveva esistere. Punto. Il bene aveva la meglio, e tornavamo tutti a mangiarci la pasta e fagioli posta in frigo la mattina prima. Questo no. L'idea più bella del film è proprio il film, l'aver scelto di 'capire' il male. Quello che diventerà tale. Qualcuno grida alla paura di emulazione. Non io. Per me il male va sempre 'ragionato', capendo alle basi cosa l'ha scatenato, per dare senso alle cose, e non cadere nel banale (cosa che oggi, avviene sempre più spesso). E vorrei vedere qualunque persona, picchiata a gruppo non una, ma due volte (e accade ve lo posso garantire), già con tutti i problemi della vita, non iniziare ad 'organizzarsi'. Poi non tutti diventeremmo Joker, e meno male, ma quello che voglio dire, è che la società se è crudele allora non deve stupirsi, non dobbiamo stupirci noi che spesso siamo tutti crudeli, se da un momento all'altro qualcuno esce fuori e impazzisce, è la natura umana. E io non gli darei tutti i torti. Lo dico perché so per esperienza diretta, che c'è quell'attimo intimo, personale, solitario, in cui una figura in un momento debole e fragile della vita, magari dopo una rissa, un lutto, un sopruso, decide, si sveglia, e valuta ipotesi, è umano e non criticabile per me. E' in quel momento che si può diventare Joker, oppure scegliere di rimanere se stessi crescendo solo in consapevolezza. Sarà per deformazione mia, ma i Joker io li sento sempre come miei fratelli, che quindi posso arrivare a capire, ma che hanno fatto la scelta più drastica, C'E' PIU' VERITA' NELLE LORO SOFFERENZE E MALEFATTE CHE NELLA BIGOTTA AGIATEZZA DEL MENEFREGHISTA RAMPANTE E CHIC. Questo è un mio pensiero. Era quello che più o meno ho pensato durante il film.
Todd Phillips ci regala una origin story del personaggio più controverso e affascinante del mondo dei fumetti e lo fa in maniera impeccabile riuscendo anche a rispettare e omaggiare la mitologia originale dell'opera da cui è tratto. Ogni inquadratura, ogni dettaglio, colore e suono si incastra perfettamente con il viaggio negli abissi della mente di Joker.
Phoenix mostruosamente bravo e quasi certamente con mezzo Oscar in mano, interpreta un Joker profondamente umano. Una storia che strizza l'occhiolino a The killing Joke ma che non avete letto o visto da nessuna parte e ci porta nella vita di Arthur Fleck sospeso tra sogni, incubi e una drammatica realtà. Spesso confondendo e mescolando tutte e tre in una Gotham scossa e sull'orlo di un'esplosione violenta di rabbia e criminalità.
Possiamo anche dire che il film non sia perfetto, ma Joaquin Phoenix invece lo è. Assolutamente. Qualcuno dirà che si sta glorificando un pazzo assassino. Eppure questo Joker racconta molto più di noi di quanto possiamo immaginare. Se Ledger ci ha mostrato la follia pura e devastante, Phoenix ci mostra come si diventa folli. Basta, a volte, solo una brutta giornata.
A mio giudizio, uno dei più devastanti ritratti di devianza della storia del cinema contemporaneo. Norman Bates o Alex gli fa un baffo. Seguendo le traiettorie di Scorsese ma anche De Palma e forse Altman, il Joker fresco di Leone d'oro ha certamente qualche difetto formale, qualche minuto di eccesso autoreferenziale, un epilogo troppo da "Notte del giudizio" altrimenti avrei potuto estrarre un 10 tondo tondo. Dopo Joker probabilmente una risata altrui vi costera'un brivido, proprio come gli spettatori che Sessanta anni fa non volevano farsi la doccia dopo aver visto "Psycho". Mette i brividi e non è un film "gradevole" tutt'altro, é una discesa urbana e totalizzante negli Inferi urbani e psichici. Il personaggio suscita (qualcuno direbbe "troppo") empatia, disagio, ansia e pietà. Ricchissimo di scene memorabili dove il dolore del Male si unisce all'amore del Bene, dissacrando ogni steccato, mettendo in scena la Morte come atto disperato della Vita. Magnifico anche De Niro che cita se stesso con sornione cinismo. Ovviamente Phoenix è ancora una volta incredibile, tanto da potergli chiedere se riesce a mettere i piedi a terra, a sentirsi "terreno" dopo simili prove. Colonna sonora che cita evergreen e classici dei Cream. Un film insostituibile