Joker è noto per essere uno dei nemici storici di Batman. Ma la storia del suo alter ego Arthur Fleck rivela come un uomo trascurato dalla società possa riversare tutta la sua grinta in qualcosa che sarà di futuro monito per tutto il mondo.
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Non ci siamo, non ci siamo. Ormai il panorama artistico di questo Paese (ma si può benissimo generalizzare a una fetta di mondo) s'è così inaridito che non si vede l'ora alla prima occasione propizia di gridare al capolavoro, quasi per disperazione direi! La regia è elementare. La colonna sonora e gli effetti audio altrettanto. La sceneggiatura assente. E' vero che la prestazione di Phoenix è molto buona, quasi mai di maniera, ma resta pur sempre non coadiuvata dalla scrittura del personaggio. In questo senso l'interpretazione di Phoenix ha quasi del commovente: ha davvero dovuto costruire un personaggio sul niente - e si vede, eccome se si vede. Il Joker che ne è venuto fuori non è per nulla profondo, manifesta una personalità sfilacciata che non restituisce una ambiguità di fondo - che era quello che mi aspettavo di trovare in questo film -, e le cui increspature umorali sono di superficie, hanno del casuale, dell'inconsistente. Questo film ha il tono di quei flashback che nei fumetti hanno la pretesa di risolvere la complessità di un personaggio in poche tavole. Ci tengo molto a questa considerazione, perciò insisto: più che un film mi è sembrato un flashback a guisa di quei fumetti (non necessariamente americani) di lungo corso che vogliono o debbono tornare su un personaggio di successo, e che si scontrano in ciò, quasi mai venendone a capo, con la difficoltà di dover ricondurre a cause empiriche una complessità di per sé autosufficiente, compatta, funzionante (per lo meno fino a quel momento). Un'occasione sprecata questo Joker.