Il Ritorno di Mary Poppins è ambientato a Londra durante la Grande Depressione degli anni '30, ventiquattro anni dopo gli eventi del film originale. Michael Banks lavora nella stessa banca in cui lavorava suo padre e vive ancora al numero 17 di Viale dei Ciliegi con i suoi tre figli Annabel, Georgie e John e la domestica Ellen. Quando la famiglia subisce una perdita personale, Mary Poppins ritorna magicamente nella vita dei Banks e, con l'aiuto di Jack, li aiuta a ritrovare la gioia di vivere e il senso della meraviglia.
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La Blunt interpreta una Poppins dall'aria un tantino più tirata, rimanendo al contempo vicina alla versione bonaria della Andrews. Entrambe molto diverse da quella cartacea originale, molto più severa e vanitosa, e questo è... per certi versi un bene, anche se la versione Blunt diventa troppo apertamente disponibile verso la fine.
Per la trama, considerando la scarsa attendibilità con ilibri della Travers già nel primo film, visti pure i ricicli situazionali di questo seguito, dubito vi sia una qualsiasi fedeltà. Il nuovo "amico di strada"di Mary Poppins, non più spazzacamino, ma lampionaio, colpisce molto meno del caro vecchio van Dyke, che ormai, quasi centenario, ha potuto solo fare un breve cameo. La sua sostituzione poi, per quanto logica, toglie per sempre l'illusione che Bert fosse una sorta di fidanzato della Poppins. Il tentativo di creare stavolta un cattivo, per il puro gusto di esserlo, l'ho avvertita una cosa forzata e aggravata da un obbiettivo abbastanza modesto. In precedenza era tutta la categoria dei banchieri ad essere sotto accusa, ma non per cattiveria, quanto per la propria rigida freddezza da contabili, tuttavia sottolineare come la situazione negli anni sia effettivamente peggiorata, con banche che dall'investire sulla società, son passati effettivamentea truffare i propri risparmiatori, ha migliorato notevolmente questa loro scelta ai miei occhi. Come ormai di consueto nei film Disney, la multi etnicità viene sbattuta in faccia in modo a tratti innaturale, e sempre con misere comparse. Ridicolo è avere ancora tra i piedi la presenza dell'ammiraglio ed il nuovo Michael Banks non ha il volto adatto alla parte. Se già è discutibile il tentativo di commuovere con pianti e affetti mancanti, vedere questa sorta di ragazzo invecchiato da brutti e folti baffi, fa calare qualunque emozione. Gli effetti speciali sono ovviamente di discreto livello, ma ormai sorprendono zero e nella parte della vasca, l'artificiosità ed esagerazione rovina un po' la "credibilità" della magia. Le parti canore sono in maggior parte ascoltabili, tuttavia non mancano i brani pallosi e non c'è nemeno il motivetto che ti rimane in testa. Apprezzabili, nel complesso, la parte animata ed il balletto dei lampionai, nella prima però l'inseguimento è un allungamento inutile, mentre la seconda scena, nonostante le buone intenzioni è inferiore al corrispettivo del film anni 60, come quasi tutto del resto.
Non c'è la stessa atmosfera, era inevitabile, ma non ci hanno nemmeno provato a restituirla, si sono solo limitati a fare pigri occhiolini agli spettatori grandicelli. Questo "Ritorno" non è un disastro, si può vedere tranquillamente, ma non se ne sentiva il bisogno, poteva durare un quarto d'ora in meno e difficilmente diverrà un cult come il primo.