buried - sepolto regia di Rodrigo Cortés Spagna 2010
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buried - sepolto (2010)

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locandina del film BURIED - SEPOLTO

Titolo Originale: BURIED

RegiaRodrigo Cortés

InterpretiRyan Reynolds, Robert Paterson, José Luis García Pérez, Stephen Tobolowsky, Samantha Mathis

Durata: h 1.35
NazionalitàSpagna 2010
Generethriller
Al cinema nell'Ottobre 2010

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Trama del film Buried - sepolto

Paul (Ryan Reynolds) si ritrova rinchiuso in una cassa di legno a 3 metri sotto terra e con in tasca un cellulare, una matita e un accendino Zippo. Grazie a questi 3 elementi, deve capire come è finito in quella cassa, per quale motivo e come fare a guidare i soccorritori fino a lui per poterlo liberare. Mentre i 90 minuti di aria a disposizione scorrono, mantenere la calma è sempre più difficile.

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Voto Visitatori:   6,20 / 10 (270 voti)6,20Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
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Voti e commenti su Buried - sepolto, 270 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  16/10/2010 02:15:27
   7½ / 10
ATTENZIONE, ASSOLUTAMENTE NON LEGGA CHI NON HA VISTO IL FILM.

E' incredibile come una piccola parola, anzi un nome proprio, possa a mio parere far crollare un film da potenziale piccolo capolavoro a (comunque) grande thriller. E' ancor più incredibile se si pensa che invece per molti, quasi per tutti, è quello il punto forte del film. Forse mi sbaglierò, ma proverò ad argomentare la mia posizione.
Prima però è giusto fare alcune considerazioni generali su Buried.
Il primo merito è che la pellicola di Cortès rappresenta un unicum nella storia della cinematografia, una cosa mai vista prima nè, credo, ripetibile in futuro dato che per quanto si cambi "luogo" o personaggio, si tratterebbe platealmente di plagio. Mai infatti si era visto un' INTERO film ambientato in un unico, angusto, spazio, addirittura una bara. Lebanon ad esempio aveva molte più "vie di fuga", almeno visive se non spaziali (tramite il mirino). Qui siamo dentro con Paul (il protagonista)dall'inizio alla fine. Nessun flashback, nessuna immagine fuori dalla bara. La vicenda è quasi completamente in tempo reale ("perdiamo" forse solo pochi minuti di dormiveglia). Paul all'inizio ha solo un telefonino (vero protagonista della vicenda), una matita con la quale appuntarsi numeri e uno Zippo per fare luce. troverà in seguito altre fonti di luce (una torcia, un neon), un coltellino e un foglietto. Un'ottima sceneggiatura permette al film di mantenere una tensione pressochè costante basata (se escludiamo la scena con il serpente e quella, ottima, del bombardamento) soltanto sui disperati tentativi di Paul di raggiungere la salvezza attraverso le telefonate, che siano con l' FBI, con il Dipartimento di Stato, con la moglie, con i conoscenti, con il sequestratore, con sua madre, con il datore di lavoro. Proprio l'ultima telefonata con quest'ultimo rappresenta a mio parere il momento più drammatico e riuscito del film, una chiamata al tempo stesso surreale e drammaticamente realistica, empia e assurda. Altro momento emotivamente fortissimo è il testamento video finale. Ottima la recitazione di Reynolds, dinamica per quanto lo può essere in 3 metri quadrati la regia mentre la fotografia è giocoforza accompagnata da un'illuminazione "reale", blu con il cellulare acceso, gialla con la torcia, verde con il neon e "arancione" con la fiamma dello Zippo.
Veniamo finalmente al punto che citavo in partenza, il finale, quel nome ricevuto da Paul al cellulare: "Mark White". Mi è crollato tutto. Oltre la forzatura del salvataggio compiuto all'ultimo secondo, gia di per sè molto cinematografico, troppo cinematografico in un film che non lo è per niente (momento che comunque funziona alla grande, data l'empatia ormai instaurata col protagonista) è quel nome ad aprire a mio parere delle falle morali, etiche e umane. Addirittura... , mi direte.
Io mi chiedo: perchè il capo della sessione di crisi per i prigionieri in Iraq ha detto (alla luce del finale) una bugia così macabramente scorretta a Paul? Perchè ha nominato Mark White come esempio di prigioniero salvato quando sapeva benissimo che era al 99,99% morto (rapito e messo nelle condizioni di Paul 3 settimane prima)? Perchè non ha semplicemente inventato un nome? Sarebbe stata sempre una bugia, è vero, ma eticamente e moralmente accettabile, atta solo a dare speranza. Eppure il suo lavoro specializzato è confortare ed aiutare i prigionieri. Non stava prendendo in giro Paul ( non è un personaggio negativo, nel qual caso tutto sarebbe coerente), tanto è vero che fino alla fine tenterà in tutti i modi di salvarlo, credendo addirittura di avercela fatta. E poi perchè, scoperta purtroppo la macabra verità, dice comunque a Paul il nome del cadavere ritrovato? E' come prendere in giro un uomo ormai morto.Tutto questo perchè Cortès ha voluto creare ad arte la beffa finale, un colpo di scena a suo parere, e non solo, perfetto. Un semplice nome fa diventare, secondo me, un film straordinariamente umano e realistico come un perfetto gioco filmico, bello sì, ma umanamente discutibile. Certo, ha la genialità di farci capire in un attimo che in realtà nessuno era stato mai salvato in precedenza ma appare tutto forzato, "sceneggiato". Ecco, mi sono sfogato. Spero che qualcuno mi capisca...
Buried rimane comunque un grandissimo thriller e la dimostrazione che al giorno d'oggi si può ancora fare del grande cinema semplicemente avendo un' idea e una penna per scriverla.

15 risposte al commento
Ultima risposta 10/02/2011 01.09.18
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