Il racconto biografico della vita privata e pubblica di Enrico Berlinguer, dal viaggio a Sofia del 1973 fino al discorso della Festa Nazionale dell'Unità di Genova del 1978.
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Ogni tanto rinfrescare la memoria non fa male. Segre con questo biopic abbastanza atipico mette nel lato fiction la figura di Berlinguer e del partito mentre dal lato più documentaristico mette il contesto di un paese con una democrazia fragile, minacciata da bombe e terrorismo. Quello che Segre vuole evidenziare, servendosi dalle fonti storiche è costruire il Berlinguer pensiero, che può piacere o meno, ma farne probabilmente un manifesto per un certo tipo di politica che non c'è più, adesso. Con tutti i difetti del mondo la classe politica attuale è ben poca cosa rispetto a quella del tempo, in cui da ogni parte, oltre agli slogan da piazza c'erano anche contenuti. C'era discussione e c'era partecipazione, mentre oggi, complice l'appiattimento da social c'è solo lo slogan che diventa contenuto. Forse la grande ambizione di Segre è tornare a quel tipo di politica? Certamente la ricostruzione è molto curata però ha lo svantaggio di isolare Berlinguer dal resto, che poi sarebbe il partito stesso, i rapporti tempestosi con la sinistra extra-parlamentare poco citata e le scene familiari un po' deboli. Un rischio forse già messo in preventivo dallo stesso Segre, ma che nulla toglie ad un buon lavoro.