Ambientato durante la seconda guerra mondiale, la storia riguarda un gruppo di soldati ebrei prossimi all'esecuzione comandati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), quando ottengono invece una chance per salvarsi: riportare con sè cento scalpi nazisti. Il gruppo sarà impegnato anche nell’operazione Kino, durante la quale dovranno attaccare il nemico mentre viene presentato, a Parigi, un film di propaganda, alla presenza di Joseph Goebbels, uno dei principali gerarchi nazisti.
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Mi ci sono volute tre visioni di questo sconcertante film prima di riuscir a digerirlo e a trovar le forze per aggiungere due parole alle tante ormai spese, e ora credo sia il momento buono. Di analisi più o meno pertinenti ne ho anche sentite un'infinità, e comunque sia a me non importa addentrarmi nei meandri d'un'analisi filosofica, quanto piuttosto ritengo opportuno darne una valutazione per quel che in fondo è. I film di Tarantino ( e questo più di tutti) sono quasi sempre storie che si reggono su se stesse e che sfuggono i contesti sociali, pertanto criticarne la valenza sarebbe un esercizio sterile e privo di significato; essi vanno visti alla stessa maniera in cui si guarda un quadro e cioè lasciandosi affascinare da ogni piccolo dettaglio che va a formare il tutto. Sono opere di bellezza visiva, non intellettuale, ed è proprio per questo che non vi è ragione di criticarne la verosimiglianza. La verità storica è un fattore che non può esistere in una pellicola del genere, perchè l'unica verità è quella che al suo interno viene rappresentata. Non so se questo sia il film più riuscito del regista statunitense, o il suo capolavoro, ma di sicuro è un opera che rovescia le trippe ed entusiasma.