Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Biopic in peplo del grande condottiero macedone, nel pieno di un periodo di rivisitazione storica per Hollywood. Il lavoro per la sceneggiatura era complicatissimo: di vite intense come quelle di Alessandro si fatica a trovarle; Stone comincia dalla fine, come si fa ormai praticamente sempre da quando l'ha pensato Welles e anzi la morte di Alessandro ricorda tanto quella di Kane che sussurra Rosebud. Ricorre poi alla scorciatoia del flashback raccontato da Tolomeo, altro motivo di saghe e biografie, per poter compiere salti narrativi e si sofferma su due battaglie: Gaugamela e Idaspe. Il lavoro tutto sommato è svolto con dignità, ci sono alcune cose che funzionano e indubbiamente c'è parecchio studio e lavoro dietro. Stone ha puntato, più che sulla spettacolarità, su un concetto chiave dell'ideologia di Alessandro: la globalizzazione, mostrando come egli fosse l'unico capace di andare oltre i pregiudizi di razza pur di costruire un mondo unito dove cultura greca e orientale fossero un tutt'uno, progetto per il quale si prodigò a tal punto da prendere una moglie Barbara, Rossane, un gesto malvisto dai suoi generali. Altro punto su cui ha battuto Stone è la psicologia dei personaggi, ma qui ha toppato: a furia di ritrarre ogni personaggio principale sotto due angolature diverse si finisce con lo sfocare la sagoma invece che di delinearla con più precisione. Ci si riferisce in particolare ad Olimpiade, Filippo, i generali di Alessandro e Alessandro stesso, rappresentato a metà tra sognatore e tiranno. E' un'ambiguità, voluta e rimarcata, che non giova al film. Infine troppo lungo, e ci può stare, ma di quella lunghezza che stanca e ti fa arrivare spossato alla fine. Sufficienza per Stone, troppo idealista, obsoleto per l'America.