Un mercenario viene inviato dall'Europa nel deserto della Tasmania da una misteriosa società biotech, per cercare l'ultimo superstite della tigre della Tasmania.
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Al di sopra di ogni sospetto, questo film si aggiudica un buon voto e non solo per gli entusiasmanti scorci panoramici e l'interpretazione di Willem Defoe. Immerso nel silenzio della natura selvaggia in una sfida continua con le forze impetuose che la animano, sembra quasi un film tra l'avventura e la fantascienza. Vagamente ricorda The Grey, simile plot più a sfondo horror con un branco di lupi grigi al posto della tigre autraliana, interpretato da un Liam Neeson meno invulnerabile del solito. Tornando alla recensione, consiglio soltanto di predisporsi alla Lentezza, un concetto spesso insidioso per chi fa cinema, e lasciarsi trasportare dall'incanto visivo. Il finale amplifica la forza emozionale di The Hunter. Mezzo punto in meno per SPOILER
Mezzo punto in meno per la scelta narrativa di fare esplodere la baita dell'allegra famigliola e per la strana reazione alienata di Defoe quando riceve la tragica notizia da un altrettanto allucinato Sam Neill. Unica sbavatura significativa di un film che riserva continue sorprese.