infinity pool (2023)

Horror intrigante che sfrutta il tema della "clonazione" per creare un gioco sadico dove il ricco borghese puo' praticamente fare quello che vuole tanto al suo posto verra' ucciso un suo clone, mentre lui se la cavera' assistendo solamente alla sua esecuzione.
Ma siamo sicuri che non sia proprio lui il clone?

Su questo "gioco" gira tutto il film che è un crescendo di violenza ed erotismo.

Un film che mi ha conquistato perche porta un messaggio chiaro e intelligente ma lo fa in salsa horror usando i concetti dell'edonismo spinti fino all'eccesso.

Cronenberg Junior continua il suo percorso artistico seguendo lo stile paterno ma reinterpretandolo in maniera più moderna. Il suo terzo lungometraggio riprende i canoni tipici già affrontati nei lavori precedenti incentrati principalmente sulla perdità di moralità della borghesia e la crudeltà di cui è impregnata, esaltando scene visionarie e psidedeliche con alto tasso di splatter come era stato in "Possessor". Inutile ribadire che Mia Goth dopo il suo connubio artistico con Ti West è diventata sempre più brava ed affascinante ed Alexander Skarsgard non è da meno nel ruolo dello scrittore fallito e mantenuto "James Foster". Ambientato nella fittizia isola di "Li Tolqa" dove la legge locale assume dei connotati sadici e corrotti e un gruppetto di ospiti del resort trovano in questo un modo per poter appagare le proprie fantasie erotiche e contorte. Originale, affascinante ed intrigante da evitare se si cerca il solito prodotto commerciale.

Non avevo mai saputo che Cronenberg avesse un figlio regista. Scoperto per caso, ho iniziato con il film che mi ispirava di più: Infinity Pool, anche se non si parla assolutamente di nessuna piscina infinity (purtroppo), forse la mia voglia di vacanze mi ha trascinato un po' troppo. Ambientato in un resort di lusso, in un Paese immaginario (ma le location sono croate) dove ne succedono di ogni tra incidenti e persuasioni. Registicamente è simile al Cronenberg-padre... immagini, illusioni, sangue, perversioni, sesso, ma dopo 45 minuti tutto quello che c'era da dire si esaurisce, e francamente la seconda parte è un arrampicamento sugli specchi, secondo me.
Confezionato e recitato bene, ma per me è appena sufficiente.

L'unico scopo dell'essere umano, specialmente se ricco, è la perversa e crudele auto-eterodistruttività e, se si è in un gruppo sociale, esso ha l'altrettanto unico obiettivo maieutico d'aiutare a partorire il peggio di sé (per l'appunto sesso e violenza), le scemenze francesi di Rousseau (il mito del buon selvaggio) e Truffaut ("Il ragazzo selvaggio", '70) sono state storicamente smentite e non ha più senso continuare la ricerca in tale direzione. Come non condividere il dramma di Cronenberg il giovane che, volendo mettere il proprio talento al servizio della poetica antropologica nichilista, trova la strada intasata dalla caterva d'autori che l'hanno preceduto?

Non male questo horror, interessante la trama e anche se a volte risulta un pò confusa. Bravi i protagonisti e discreto finale

Parte bene nelle iniziali sequenze, nelle belle fotografie, ma poi si smarrisce in assurdità filosofiche, con significati così profondi che solo il regista capisce, tra porno velato, un semi-splatter grottesco e una trama noiosissima e statica.

Stavolta Cronenberg figlio ha voluto strafare, buttando troppa carne al fuoco e non riuscendo più ad uscirsene con la classe del padre.
Il film infatti cattura subito ed incuriosisce per le ambientazioni, la bravura dei protagonisti e, fin da subito l'introduzione di elementi che disturbano

SPOILER
C'è poi un vago senso di disagio e la sensazione che ci sia qualcosa che non va, con i toni un po' surreali (mi ha ricordato vagamente Lanthimos).
Peccato che nella parte centrale, tra scene psichedeliche/allucinazioni, passaggi confusi, si perde un po' e si fa fatica a seguirlo.
L'unico aspetto davvero interessante...

SPOILER

Porno psichedelico noioso e prevedibile, con un protagonista idiota e dei personaggi irritanti e fastidiosi.
Brandon Cronenberg non mi aveva convinto più di tanto con il precedente POSSESSOR e continua a non convincermi, forse perchè lontano dalla massa e destinato a essere compreso e apprezzato da pochi eletti.
Noia e fuffa, come la convinzione che le scene di sesso avrebbero suscitato scalpore, e qualche momento di sangue e violenza di certo non bastano per meritare maggiore considerazione.

Non mi delude mai Brandon nemmeno alla sua terza fatica. Buon sangue non mente. Veramente affascinante e ben fatto.

Mamma mia che schifezza. Uno dei film più brutti, insensati, e irritanti che abbia visto da parecchi anni. "Visto" si fa per dire, mi sono trascinato fino alla fine ma mi sono costretto a non interromperlo più che altro per questioni di orgoglio personale. Questo tale figlio di Cronenberg sembra abbia mezzi e budget solo per via di raccomandazioni dovute all'essere figlio di cotanto padre. Talento zero, solo capace a metter su un'accozzaglia di immagini e sequenze prive di qualsiasi senso e soprattutto, che annoiano, annoiano, annoiano e ancora annoiano. Due scatole così da metà in poi. Con io che inutilmente provavo a chiedermi, ma cosa sto guardando? Un film che vuole essere artistico e profondo, senza nemmeno lontanamente raggiungere lo scopo, tanto è pieno di assurdi difetti. Poi che senso ha il titolo "Infinity pool" se questa cavolo di piscina non si vede mai? Ma possibile che con tutte le nefande sciocchezze che sto gruppo di decerebrati combina in prossimità del resort (resort? esiste un resort? o è tutta un'allucinazione?), nessuno si accorge di niente? Finale poi da denuncia. Due ora buttate nell'orinale. Su un tema analogo, un film come "The forgiven" sembra cioccolato fondente di rara qualità al confronto di questa m***a.

Purtoppo la recitazione di Mia Goth rovina anco più questo film che era già banale di suo, ma la sua incapacità a recitare lo rende ancora più orrendo

Infinity pool ha uno spunto affascinante. Ambientato in un resort di lusso, in un ipotetico paese straniero molto autoritario, la punizione cui possono macchiarsi ricchi stranieri può essere compensata attraverso la creazione di un clone, dotato di ricordi, che viene punito al posto dell'originale. Un essere senziente che si accolla la colpa e la relativa espiazione. Tutto questo ovviamente a vantaggio di ricchi turisti stranieri annoiati e perversi. Il personaggio di James, scrittore fallito e dipendente dalle ricchezze di famiglia della moglie, compie un viaggio graduale verso la spersonalizzazione, la perdità della sua identità, sfogando le sue frustrazioni in compagnia di una combriccola di turisti ricchi capeggiati dal personaggio luciferino della Goth. Più che alle mutazioni del corpo, care al Cronenberg padre, il Cronenberg/figlio è più orientato verso una mutazione dell'identità e dell'animo che porta il protaognista ad eccessi violenti, edonistici e selvaggi. Molto bravi due protagonisti, bene in parte e catalizzatori di meschinità e spregevolezza. La Goth conferma il suo grande salto di qualità dopo i film con Ti West. Qualche eccesso di stile nelle scene oniriche, ma un film che malgrado i suoi piccoli difetti, riesce a catturare l'attenzione.

Terza opera di Cronenberg jr che non avrà la classe o lo stile visionario del padre, ma la qualità non gli manca. Certo che dalle premesse iniziali mi aspettavo un filmone, perché nonostante momenti visivi di assoluto livello, atmosfera malsana e tensione palpabile, il plot sembra un po' incartarsi (mi aspettavo che si andasse in una certa direzione, invece va da tutt'altra parte). Diciamo che dopo "Possessor" mi aspettavo il grande film, che purtroppo non è questo "Infinity Pool", però Brandon Cronenberg é da tenere d'occhio perché la mano c'è l'ha. Molto bene I protagonisti Alexander Skarsgård e soprattutto la splendida Mia Goth, che sta diventando l'icona più importante del cinema horror d'autore e indipendente (vedi "X", "Pearl", "Suspiria", "La Cura del benessere").

Film noioso, pretenzioso, non va da nessuna parte.