fiamma d'amore (1931)

Volendo prendere THE SKIN GAME per quello che è, ovvero un dramma sostanzialmente da teatro, si possono individuare delle soddisfacenti originalità nella trama, ripulita da sentimentalismi invecchiati male ma come sempre intaccata da un senso morale, fabbricata in un contesto nobiliare su cui proiettare il significato di virtù, che trasforma la ricchezza in un parametro negativo, e culminante in maniera punitiva, in questo caso. Tuttavia l'ennesimo racconto di morale e avarizia, troppo poco slegato dai suoi tempi, oltre a non affrontare alcun resoconto storico sociale, attraverso le sue presenze bidimensionali, appare anche anonimo esteticamente, privo delle abitudinarie invenzioni tecniche targate Alfred Hitchcock.

Antico film della produzione inglese di un Hitchcock non ancora tutto suspense-e-delitti come siamo abituati a conoscerlo. Pertanto questo film può risultare un po molle anche se non manca qualche "virtuosismo". La recitazione enfatica, eredità del cinema muto, e l'ingenuità dei presupposti rimarcano l'età della pellicola. Nel complesso non è comunque un brutto film.

Un Hitchcock datato che si cimenta nel genere drammatico, un campo dove non ha mai espresso il meglio di sè. Nella sconfinata filmografia del regista inglese "Famma d'amore" è un'opera di poca importanza, che tradisce la sua origine teatrale con un'impostazione statica e una recitazione eccessivamente enfatizzata; ma seppur girata svogliatamente non va completamente bocciata poichè contiene almeno una scena eccellente ( quella dell'asta ) ed interessanti riflessioni sul progresso ( siamo nel 1931! ) e sul labile confine che separa i gentiluomini dai meschini.

un Hitchcock minore, decisamente poco interessante. poco da dire...

Oh mio Dio, a dover scegliere il peggior film di Hitchcock, penso che "Fiamma d' amore" sia il vincitore tra i 36 visti finora di questo regista. Sembra il girato di, più che lo script, il trattamento mai concluso di un Frank Capra dodicenne, un film che secondo Hitch stesso non merita nemmeno che ne venga parlato. E rispettiamo la volontà del regista.