Prima di essere Wonder Woman, Diana era la principessa delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile e cresciuta su un'isola paradisiaca protetta. Quando un pilota americano si schianta sulla costa e avverte di un enorme conflitto che infuria nel mondo esterno, Diana decide di abbandonare la sua casa convinta di poter fermare la catastrofe. Combattendo assieme all’uomo in una guerra per porre fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi poteri e il suo vero destino.
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Leggendo le recensioni, mi ero già scocciata di questo film ancora prima di vederlo: tutti lo riportavano come "squisitamente femminista", disquisizioni su quanto fosse bello perché "valorizza la donna" in quanto la protagonista è "kazzuta", inoltre è diretto da una donna (cosa che, per i giornalai, deve rendere tutto "femminista" a prescindere). Bene, fortunatamente NON è così. Wonder Woman è stato diretto bene, ha una protagonista azzeccata per il ruolo (dicono che è secca, ma cinematograficamente va bene così, sennò andatevi a leggere She-Hulk), il ritmo è buono. Per il resto (storia, musiche, genere, dialoghi) non si esce dai canonici binari dei film supereroistici del genere: niente di eccezionale. Ma ci si diverte abbastanza, gli elementi sono ben bilanciati tra loro e non si eccede né in azione, né in noia. E di femminismo? Nemmeno l'ombra. E meno male. Di tutti i film supereroistici che ho visto negli ultimi anni, questo è stato quello meglio reso. Buono.