In seguito ad una serie di avvenimenti non previsti, cinque attori che stavano girando un costosissimo film di guerra, si trovano costretti a diventare i soldati che stavano interpretando; la realtà però è di gran lunga più dura della finzione…
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Caso tipico di film da amare alla follia o detestare a tutti i costi, questo grazie soprattutto al tipo di umorismo che propone. Io lo semplicemente adorato, e non gli do il massimo dei voti, fondamentalmente per due motivi. il primo, l'ho visto in italiano ed andrebbe assolutamente visto in v.o.(magari sottotitolato), infatti correrò a prendermi il dvd appena uscirà. Il secondo motivo, invece più oggettivo secondo il mio punto di vista, sta nel fatto che il film, fondamentalmente come uno dei suoi autori (E. Coen), pecca così come in Burn after reading, di lieve presunzione, piazzando battute da applauso a scena aperta, comprensibili, però a chi abbia una cultura cinematografica e soprattutto metacinematografica medio alta e che sappia cogliere al volo citazioni sugli ultimi 30 anni di cultura pop a stelle e strisce. Detto questo rimane un evento raro nel cinema odierno di film una battuta una gag, paragonabile per certi versi a Zohan. Laddovè in Sandler era la risata grassa ma efficace a farla da padrona, qui in questo sua fratello colto è il rimando cinefilo, ma anche televisivo. Uno dei momenti cult è senz'altro il colloquio fra il finto soldato di colore Robert Downey Jr, che insegna al vero afroamericanoil rispetto per i "fratelli", salvo venir poi smascherato da Alpa Cino, che rivela che i suoi sermoni non sono altro che la sigla dei Jefferson. Tantissime le porte aperte che questo film apre, compreso lo sfogo personale di Tom Cruise verso l'establishment holliwodiano attraverso lka figura del produttore da lui stesso interpretato e in cui sicuramente più di qualcuno si sarà ahi lui rivisto. Straordinario anche la visione dell'America vista da lontano attraverso gli occhi del microcosmo della tribù dei narcotrafficanti, gli unici ad apprezzare Simple Jack. Magnifico anche il metodo per non evidenziare troppo l'handicap, cosa che ha penalizzato, secondo Robert Downey Jr, Sean Penn facendoli perdere l'Oscar per "Io mi chiamo Sam". Questi sono solo alcuni spunti, ma il film è talmente pieno di argomenti, che ne potremmo discutere all'infinito (e non è cosa da poco per un film comico, in epoca di "Hot Movie", "Epic Movie", "Disaster Movie", o peggio ancora in attesa delle "Fidanzate di Papà"o di chissà dove ci porteranno a Natale quest'anno).