Justine e Michael stanno per sposarsi, il ricevimento si terrà nella casa della sorella di Justine, ma proprio in quei giorni un evento catastrofico minaccia la terra ed i suoi abitanti...
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Subdolo. Stupido. Noioso. Inutile. L'abile rappresentazione di Trier cavalca le realtà del nostro tempo: mai come prima ci troviamo di fronte all'angoscia di vivere, in un mondo in cui abbiamo tutto, ossia niente. La vita non ha senso, il mondo è un groviglio di solitudine e l'esistenza umana è vuota. La morte stessa non è che una fine senza senso in un universo insensato. Il buon Lars per non contraddire il messaggio ha sviluppato una pellicola senza senso. La realtà rappresentata è irrealistica, forzata. Lo spettatore è bombardato dal nulla per tutto il film, e dato che l'animo umano poco si confà al nulla emotivo, raccoglie l'unica cosa possibile durante la visione: l'angoscia. Angoscia dovuta a tanto nulla, amplificata dalla propria angoscia personale. Poco vale se ciò contraddice il decantato vuoto dell'umanità, l'importante è che lo spettatore sia colpito. E qualcuno dovrebbe chiedersi come mai con l'aumentare della superficialità della società si ha anche l'aumento della presunta profondità di film del genere. Coincidenze. Chi elogia animatamente la fotografia e la tecnica di questa pellicola dovrebbe anche ricordarsi che vi è una cinematografia che surclassa lo stesso Trier con budget e mezzi tecnici del tutto inferiori, ma questa critica bisognerebbe lasciarla ai puristi che studiano la bellezza delle cose con righello e calcolatrice... magari gli stessi che esaltano questo capolavoro di bellezza visiva. La cosa più scioccante di tutto il film è data dall'apprezzamento di chi lo guarda. Ma davvero tali individui hanno un'esistenza tale da giudicare realistica la realtà rappresentata? Davvero hanno una vita vuota, così piena di solitudine e mediocrità? Eppure se qualcuno dei voluttuosi spettatori dal 10 facile uscisse dal cinema per guardarla un po' dal vivo questa esistenza, vedrebbe un'enormità tale da ritenerla insipida quella rappresentazione. O almeno troverebbe qualche buono spunto per evitare solitudine e mediocrità... La volontà "nichilista" e profondamente materialista di Lars coglie il bersaglio talmente bene da annullare la sua stessa opera. Pellicole superiori e molto più riuscite hanno perseguito lo stesso intento in modo più lodevole e meno esplicito. Persino chi si trova dalla stessa parte del regista non può non notare gli eccessi di questo film. Icaro-Lars vola verso l'arte con tale spinta d'intenti da rimanerne bruciato, colando a picco nell'oceano dell'inutilità. Ed io non posso che consigliare a chi volesse vedere questo film, di utilizzare in modo più proficuo due ore della propria esistenza, fossero anche spese a contare formiche mentre un'enorme palla bluastra si avvicina minacciosa alla Terra.