La storia di una famiglia italiana dagli anni sessanta a oggi. Al centro due fratelli: Nicola e Matteo, inseparabili amici finchè l'incontro con una ragazza psichicamente disturbata non cambierà le cose...
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"Sei felice? Allora è arrivato il momento di essere generosi."
Questa e altre perle in un film idealista, ma mai retorico, salvo momenti (invero, mai troppo frequenti) di puro trash televisivo, un film che è entrato ormai nell'immaginario cinematografico collettivo degli italiani che sono rimasti qui. Infatti, ogni tema, a partire dal fortissimo discorso del professore universitario, punta, anche se apparentemente questa è solo una storia, un racconto, una saga famigliare alla Scola, al tema socio-storico, al dolore italiano dei milioni di cittadini senza nome di cui Nicola, Matteo, Mirella, Giorgia e Adriana sono controparti simboliche e ideali, personaggi a cui ci affezioniamo proprio per il rappresentato storico di cui sono ammantati. Non c'è possibilità, dunque, di giudizio, umano o anche storico, per le Brigate Rosse, il grande male della sinistra di cui ogni regista intellettuale italiano espia la colpa, facendovi i conti artisticamente, decidendo di essere "generosi". E' questo il punto di forza del film, la capacità di arrivare a tutti, di fare in modo che un popolo si riconosca in una grande storia, come accadeva nei tempi antichi. Le saghe famigliari italiane sono quello che sono, un po' nazional-popolari, sempre con questo provincialismo tradizionalista e televisivo addosso, ma sempre liriche, commuoventi, intense, dove l'ideale si fa carne, dove non ci si vergogna mai di rappresentare un sentimento. Giordana porta all'Italia una bella storia di felicità attraverso il dolore e la semplicità, qualcosa di primigenio. Forse Sorrentino ne è uno sviluppo.