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Vi stuzzica l'idea di vedere Refn che si fa un segone a due mani per 13 ore, portando all'esasperazione quelle "peculiarità stilistiche" che già avevano fatto storcere il naso a molti nelle sue ultime produzioni per il grande schermo? Accomodatevi. Tanto se è roba che fa per voi lo capite da subito, in caso contrario non riuscirete ad arrivare oltre il terzo episodio, a dire tanto, se non per puro spirito masochistico (come quello del sottoscritto). Le cose buone ovviamente ci sono, sparse qua e là, per chi ama lo stile "stiloso" del danese, ma tutto quello che viene raccontato in 10 estenuanti episodi un regista con il senso del ritmo e della sintesi lo avrebbe potuto dire in un unico film di 2 ore e senza omettere nulla. Un vero e proprio tour de force che in definitiva, per quanto mi riguarda, non mi ripaga della pazienza che ho dovuto portare per arrivarci in fondo… con l'aggravante (beffa) che, essendo stata annullata la seconda stagione (chissa perché??), rimane (e rimarrà per sempre) tutto in sospeso…. In definitiva tempo buttato. I fan duri e puri del regista andranno in estasi, quelli che non avevano ancora preso una posizione definitiva (come me) diventeranno a tutti gli effetti dei detrattori, quelli che detrattori lo erano già per carità non provino neanche ad avvicinarsi. Fra le tante citazioni (e autocitazioni) presenti, davvero incommentabile quella di Zabriskie Point in uno degli ultimi episodi, culminante nella ridicola e ultra-didascalica immagine della bandiera nazista circondata da banconote…caduta di stile imperdonabile per chi fa dello stile il proprio mantra. Quante volte ho ripetuto la parola stile in questo commento? Troppe… ma di cos'altro si può parlare, oltre che di stile, quando si parla di Refn?