the temptation of st. tony regia di Veiko Õunpuu Estonia, Finlandia, Svezia 2009
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the temptation of st. tony (2009)

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locandina del film THE TEMPTATION OF ST. TONY

Titolo Originale: PÜHA TÕNU KIUSAMINE

RegiaVeiko Õunpuu

InterpretiTaavi Eelmaa, Ravshana Kurkova, Tiina Tauraite

Durata: h 1.50
NazionalitàEstonia, Finlandia, Svezia 2009
Generefantastico
Al cinema nell'Ottobre 2009

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Trama del film The temptation of st. tony

Dopo il funerale del padre, Tõnu incappa in una serie di personaggi ed eventi inusuali dove perderà lentamente il contatto con la realtà e se stesso: la sua vita scivola in un girone infernale, dove dovrà riflettere sulla validità dei principi morali su cui basa l’esistenza, mettendoli al vaglio delle contraddizioni intrinseche a questi stessi principi: mentre arriva ad essere più chiara la consapevolezza della propria inconsistenza, è la stessa realtà a rompere il sigillo del vaso di Pandora, liberando i demoni creati dalla mente e dagli incubi che la società paventa...

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Voto Visitatori:   8,60 / 10 (5 voti)8,60Grafico
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Voti e commenti su The temptation of st. tony, 5 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/04/2022 19:54:17
   8 / 10
Quel sensoo di smarrimento e desolazione morale nei personaggi già presente in Ballo d'autunno, In questo film deflagra in tutta la sua potenza visionaria. Tutto è ammantato da paesaggi metafisici a volte raggelati nella loro rappresentazione ed altre volte in maniera caotica. Un uomo che cerca pone domande ma non trova nessuna risposta. Trova soltanto la malvagità e la meschinità del mondo che lo circonda. La vita familiare compromessa da un matrimonio infelice, un lavoro dove in fondo è un signorsì come tanti, sia pure ben pagato. Un viaggio dove non c'è nessuna meta in fondo, dove non c'è nemmeno il conforto religioso, solo la crudele constatazione di un Male immarcescibile e decadente. Il regista estone sceglie ancora il bianco e nero ed anche in questo caso una scelta indovinata. Smarrimento, alienazione interiore e perdizione sono raffigurati in maniera efficace, come efficace è lo splendido ruolo cameo di Denis Lavant, anfitrione del vuoto interiore del protagonista. Piuttosto ostica la sua visione, ma senza dubbio un film affascinante ed ipnotico.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  21/02/2015 19:18:50
   8 / 10
Un uomo solo, spaesato, in un mondo assurdo e malvagio, popolato da personaggi anonimi e meschini. Un viaggio in una notte senza termine, in una selva oscura senza i sentieri del significato precostituito. Un film ostico e agnostico. Pellicola velata di una comicità kafkiana.
Senza dubbio una grande opera, ovviamente sottovalutata e semisconosciuta.

Badu D. Lynch  @  19/11/2013 12:53:41
   9 / 10
«Nel mezzo del cammin di nostra vita | mi ritrovai per una selva oscura | ché la diritta via era smarrita»
- La Divina Commedia | Canto I -

Persi nel bosco della vita, alla ricerca di invisibili e inafferrabili risposte. Tony - come Dante -, ad un punto cruciale del suo percorso vitale, si interroga, si cerca. Egli è buono? Perché uno dovrebbe essere buono? Quali sarebbero i benefici? Ecco l'inferno, ma senza contrappassi danteschi : solo semplici e meschini uomini che compiono, una dopo l'altra, azioni malvagie, ingiuste - commettono il male. A lui sta il compito di trovare la propria dimensione e, invece, allo spettatore l'impossibile missione di decodificazione coscienziale : Tony rappresenta la moralità in mezzo ad un contesto amorale, o raffigura l'implosa (e necessaria?) amoralità che si contrappone ad un mondo che descrive una morale esasperata? Sostanzialmente, egli è un angelo tra i demoni o, vista la paradossale differenza numerica, è un disonesto in mezzo agli onesti? Ed è proprio qui che sta l'abilità di Veiko Õunpuu, ossia quella di depistare lo spettatore, di non fornirgli alcuna sicurezza, di lasciarlo sospeso tra il giusto e il sbagliato - lo stimola, fa sì che, come Dante e Tony, egli si interroghi. L'Odissea è l'esperienza umana : un'odissea che prende forma attraverso le tenebre presenti nel cuore di ogni persona, necessaria per (ri)trovare il proprio Io o, semplicemente, (ri)scoprire il nulla che accompagna l'esistenza ; ecco che il Mondo è diventato dunque la sala d'attesa per l'inferno : si compiono inganni, misfatti, nefandezze, commerci carnali, tradimenti, speculazioni - bisogna riempire abissali vuoti cosmici e metafisici attraverso sobri atteggiamenti inumani o, probabilmente, tramite estremi comportamenti umanizzati, una sorta di "Cannibalismo istituzionalizzato" : uomini che mangiano altri uomini, che trascendono il giusto dall'ingiusto, una paradossale e obbligatoria immissione nella società odierna, un gesto iniziatico per diventare parte (dis)integrante di questa umanità svuotata, senza più valori, senz'anima ; di conseguenza abbandonare la natura amorale per (im)mischiarsi in questa collettività slabbrata, dilatata - irrealmente reale. Lasciarsi contagiare da questa malattia moralizzata. La ribellione è inutile e Tony è destinato a perdere, rimane un'unica non-scelta : la sottomissione assoluta e una vita piena di trasversale energia e divertimento - L'uomo è una voragine senza fondo. Il protagonista pare l'unico in tutta la vicenda a porsi delle domande di tipo etico, mentre attorno a lui il Male continua ineluttabilmente a perpetrarsi sotto varie forme, a stritolarlo e a spingerlo verso un ipotetico sottosuolo esistenziale che oscura totalmente la coscienza di Tony, destabilizzando il suo equilibrio spirituale. Ci si può aggrappare alla fede? No, perché Dio sembra nascondersi, non è presente, o forse si mimetizza in mezzo alla foll(i)a umana. Il protagonista, come il pubblico, sembra disorientato, e inconsapevole avanza alla cieca attraversando questa indigenza antropica, impossibilitato a qualsivoglia appiglio etico proprio perché l'intera vicenda è permeata da una sorta di surrealismo metafisico, quindi non solo relativo al cinema, ma è un discorso più complesso e articolato che si avvicina a tutto ciò che riguarda la vita, la realtà quotidiana. Tutto è avvolto dalla nebbia, ogni gesto è ricollegabile ad un'indispensabile ed ineluttabile bestialità - il mondo si palesa, il tutto si leva la maschera. "L'amor(alità) che move il sole e l'altre stelle".
The Temptation of st. Tony è un'opera di una bellezza sconvolgente ; un'esperienza dirompente, metacinematografica. Un film che tiene sospeso lo spettatore tra l'astratto e il concreto, tra l'invisibile e il visibile. Una catarsi indecifrabile, avviluppata da un bianco e nero asfissiante e necessario. La regia è straordinariamente "differenziata" : si passa dall'Immagine ipnotica e atemporale relativa ai piani sequenza tipici del cinema tarriano, a sequenze esplosive, immagini nervose, impazzite, quasi zulawskiane - la visione stessa diventa sepolcrale, ultima. Atmosfere Oltre. Una pellicola incredibile e spiazzante ; impossibile non pensare (almeno un po'), oltre al già citato Tarr, a Herzog, Bartas, Tarkovskij e, perché no, a Manuli. Alcune sequenze oniriche e angoscianti potrebbero pure far pensare alle atmosfere lynchiane, ma, a proposito di David Lynch, sembrerebbe più opportuno citare Eraserhead : Tony pare essere la versione anagraficamente più adulta, che tenta di collegarsi all'attuale realtà societaria, di Henry Spencer ; entrambi appaiono smarriti, fuori posto e fuori tempo, sembrano vagare nell'incubo, perennemente insicuri, dubbiosi. E' solo l'inizio della fine.

"Quando un sacco di rimedi sono suggeriti per una malattia, significa che non può essere curata"
- Anton Checov -

Gabo Viola  @  16/03/2013 00:59:46
   9 / 10
Voglio proprio vedere se i critici fannulloni, quelli ancorati a "la corazzata potiomkin" e "montaggio analogico, occhio della madre" se la sentono di stilare una lista delle migliori pellicole dal 2000 ad oggi (depennando i successoni da blockbuster e i vari cavaliere oscuro contro cui le lobby non farebbero mai storcere il naso). Dal basso della mia posizione di voyeur non pagato, non al soldo di testate con interessi commerciali, lo dico: questo rientra nel top della settima arte contemporanea. Tra Polanski (primi minuti), Tarr e Tarkowski, quest'ultimo spogliato della reiterazione dell'immagine. Un'opera che farà discutere nei prossimi anni.

bulldog  @  01/10/2012 16:42:50
   9 / 10
Tra Bartas, Herzog e Tarkovsky... un film formidabile.

Õunpuu, un genio.

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Ultima risposta 01/10/2012 16.46.26
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