Dopo l'assassinio della moglie e della famiglia, Frank Castle, decide di ripulire l'America dal crimine. diventando al tempo stesso giudice, giuria e esecutore. Basato sul cattivissimo eroe Marvel.
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The Pu(ni)sher: l'ultimo arrivato nella sempre più nutrita schiera di personaggi della Marvel trasbordati sul grande schermo. Questo Frank Castle (Thomas Jane: l'ennesimo inespressivo muccone muscoloso), questo ex super agente infiltrato cui hanno distrutto la famiglia, non ha poteri strani - definiti "improbabili" (sic!) al lancio di questo nuovo film -, non s'arrampica sui muri, non ha artigli, non si trasforma, nulla di tutto ciò: finalmente un uomo con le sue uniche capacità che combatte la sua personale guerra contro il crimine! Già, questo rancoroso e vendicativo Giustiziere della Notte (ma in quanto a odio, vendetta, e desiderio di farsi giustizia da solo sbaraglia il povero vecchio Charles Bronson su tutta la linea), dopo essersi beccato pallottole un po' ovunque (gambe, braccia, torace) - d'altra parte bisogna smetterla con questi cattivi che sono dei cecchini perfetti fino a quando non si tratta di colpire l'eroe di turno, è giusto che patisca come tutti gli altri! -, essere stato coinvolto in esplosioni immense con i vestiti pregni di benzina, aver preso botte da orbi ad ogni piè sospinto, come tutti gli uomini della strada ogni volta si rialza con aria vagamente scocciata come se nulla fosse accaduto. Evidentemente il terribile vendicatore, non avendo grandi superpoteri, supplisce con ampie scorte di anfetamine varie. L'avventura in cui viene coinvolto questo Pu(ni)sher, comunque, è una di quelle lineari e semplici tanto care al genere, con un po' di esplosioni a caso, stranamente senza scene di sesso - anche se il Pu(ni)sher è (ovviamente) un uomo che non deve chiedere, essendo un duro di prima categoria non può accettare donne consolatrici -, un paio di strizzate d'occhio a Rambo ed a Die Hard, e più o meno il gioco è fatto. Passando agli altri, mediocre la prova di Travolta, che però a quanto pare riesce a realizzarsi esclusivamente quando interpreta sbruffoncelli mafioseggianti o simili, ma non è che ci sia qualcuno che spicchi per verve recitativa nell'intero cast. Nel piattume di questo film, comunque, Hensleigh riesce a regalarci un colpetto di stile (o se si preferisce di cultura) accompagnando a tratti le vicende del Pu(ni)sher con la musica ascoltata dai suoi vicini (ovviamente dei falliti piacioni): il "Rigoletto" di Verdi.