Dal romanzo di Charles Frazier. Verso la fine della guerra civile americana, Inman, un soldato ferito, sta cercando di tornare a casa a Cold Mountain, nel North Carolina. Là lo aspetta la sua fidanzata Ada.
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Va bene, l'ho visto ieri sera in TV. Ed ero pure stanca morta. La storia si ispira all'Odissea (l'hanno detto tutti). la storia si ispira a "Via col vento" (l'hanno detto molti). Ma più lo guardavo, più mi sembrava che si ispirasse ad un mucchio di altre cose. "Fratello dove sei" dei Coen? Forse. "Barry Lyndon" di Kubrick? Boh. "Il soldato Jonathan" di Don Siegel? Eh sì..questo sicuramente. Insomma, c'è di tutto. Chiunque potrebbe trovarci dentro riferimenti di ogni genere. A conferma della sensazionale originalità di Minghella.... Il messaggio è però incontrovertibile: la guerra la fanno gli uomini, il dopoguerra lo fanno le donne. E' sempre stato così. Alcune scene sono molto belle, grazie anche ad una fotografia sgranata e straniante che conduce lo spettatore in un universo 'altro', fantastico e surreale, odissiaco appunto. Strepitoso Ribisi e incisiva la scena della vecchia donna che scanna la capra e distribuisce medicinali (quella lì è Elena, per chi non ci avesse pensato). Ma insomma...non che sia un brutto film, anzi. Ma Minghella, con tutti i suoi riferimenti, non ha pensato ad "Afterhours" di Scorsese? Quella sì che era Odissea pura. Ah, i protagonisti sono bravini, ma nessuno si avvicina nemmeno lontanamente ad una prova da Oscar. Né la superpatinata Kidman né la grassoccia Zellwegger, né tantomeno lo statico Jude Law. Simpatici i cantori.