In un quartiere benestante, in una casa piena di attenzioni e di comfort, una ragazzina modello cade ammalata. La madre non riesce ad aiutarla. I medici non capiscono. Intuendo che le crisi di cui soffre la figlia non riguardino solo la sfera fisica, la donna si rivolge ad un sacerdote. L'uomo però dubita della presenza del diavolo in quel corpicino, e la debolezza delle sue convinzioni non farà altro che rendere più forte il maligno…
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VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR: Miglior sceneggiatura non originale, Miglior sonoro
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior regista (William Friedkin), Miglior sceneggiatura (William Peter Blatty), Miglior attrice non protagonista (Linda Blair)
Cos’è il diavolo se non il terrore, e l’inferno se non il rovesciarsi nell’universo di una condizione umana sofferente? S’avverte dietro ad ogni sana apparenza il malore, in agguato, il pericolo, il grido e il sangue; e si rivela nella reazione nervosa, violenta, irosa, intollerante che, specie se trovata in una bambina - tra l’altro qui di ‘buona’ famiglia, seppure la mancanza della figura paterna suggerisca in merito qualche dubbio - nella sua inspiegabile aggressività spaventa. E dove altro si può scoprire più disperata, questa paura, se non nella mente di una madre che, per quanto possa lottare, assiste impotente al progredire della malattia nella propria figlia?
Durante la prima metà, ove la possessione satanica è confusa all’instabilità psicologica subita dalla bambina (che si proietta anche nella vecchia madre del prete), e finché si va manifestando in segni o indizi sovrannaturali (quali conseguenze di una situazione non diagnosticabile dai dottori) e nell’aggravarsi rapido dei sintomi e inarrestabile; credo che ‘L’esorcista’ rimanga uno dei migliori Horror mai usciti.
Quando però si rinchiude nella camera ultima, a mio parere la vicenda prende a tingersi troppo delle tinte religiose: più il volto di Regan si trasforma, e più si perde quel senso di turbamento e si crolla nell’irreale: Satana, quel che all’inizio rimaneva un allucinante e incognito sospetto, si dimostra in ultimo un male estraneo, estremamente remoto, un ospite passeggero; mentre con il miracolo e la salvezza si vanifica tutta l’inquietudine che nella prima parte si era accumulata.