La La Land racconta un'intensa e burrascosa storia d'amore tra un'attrice e un musicista che si sono appena trasferiti a Los Angeles in cerca di fortuna. Mia è un'aspirante attrice che, tra un provino e l'altro, serve cappuccini alle star del cinema. Sebastian è un musicista jazz che sbarca il lunario suonando nei piano bar. Dopo alcuni incontri casuali, fra Mia e Sebastian esplode una travolgente passione nutrita dalla condivisione di aspirazioni comuni, da sogni intrecciati e da una complicità fatta di incoraggiamento e sostegno reciproco. Ma quando iniziano ad arrivare i primi successi, i due si dovranno confrontare con delle scelte che metteranno in discussione il loro rapporto. La minaccia più grande sarà rappresentata proprio dai sogni che condividono e dalle loro ambizioni professionali.
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VINCITORE DI 7 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film commedia o musicale, Miglior regista (Damien Chazelle), Miglior sceneggiatura (Damien Chazelle), Miglior attore in un film commedia o musicale (Ryan Gosling), Miglior attrice in un film commedia o musicale (Emma Stone), Miglior colonna sonora (Justin Hurwitz), Miglior canzone originale (City of stars di Justin Hurwitz, Benj Pasek, Justin Paul)
E' fine gennaio. E' una settimana che sento parlare di La La Land: solo commenti positivi, ma con termini che mi hanno fatto accendere una morbosa curiosità. Eppure i musical non mi sono mai piaciuti. Schiaccio il tasto play e l'inquadratura si apre in bianco e nero sul logo Cinemascope. Mi chiedo: è bene oppure un male? I produttori hanno voluto investire e il regista rischiare ma a volte il formato wide-screen è usato per camuffare sceneggiature con poco carattere. Aspettiamo a decidere. Il bianco-nero vira al colore. Carrello su una fila di auto in coda. Rumori e musica di fondo. La cinepresa scavalca con leggerezza il guard-rail e… bam: inizia il film. Correggo IL FILM. Scena in totale campo aperto, piano sequenza di 5 minuti (forse 2 montaggi ma ben fatti), decine di ballerini che entrano ed escono dall'inquadratura come fossero nella mia stanza e la colonna sonora… il mio piede ha cominciato a battere il tempo prima che potessi accorgemene. Il cinema ha fatto la sua magia: esco inconsciamente dal mio corpo e vivo, canto, amo, piango insieme a Mia e Sebastian. Colori pastello, la luce della California, piani sequenza infiniti, una colonna sonora in perfetta sintonia con la storia ma mai invadente. Passa la prima ora e devo ancora ricominciare a respirare. Poi il film perde un pò il ritmo, il sogno sembra svanire, la trama non chiarisce dove vuole andare. E invece…bam: un regista di trentadue anni al suo secondo film ti inventa l'EPILOGO. Sette minuti di sliding doors con il solo supporto di UN brano musicale, 2 attori ballerini non professionisti, tanto deja vu in omaggio al cinema e un finale che non ti saresti mai atteso. La storia d'amore è compiuta, la trama non è banalizzata, il cinema è stato esaltato nella sua funzione essenziale: divertire per due ore. Luci. Conto i kleenex. Spengo PC, luci e mi addormento sereno: questa notte ballerò con Mia e Seb. E' trascorso un mese. I kleenex sono diminuiti ma la magia di La La Land funziona ancora: gioia e tecnica cinematografica puri. 10? Epperchè non undici.