Una ragazza polacca, Weronica, e una francese, Vèronique, pur non avendo nessun legame, sono uguali come gocce d'acqua, hanno lo stesso amore per la musica e la stessa malformazione al cuore. Per una misteriosa corrispondenza, la francese farà tesoro della tragica esperienza dell'altra.
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Un'opera d'arte. Un film pervaso da un lirismo tale da togliere il fiato, un corpo unico di musica e visioni capaci di muovere alla commozione. Ciò che riesce ad essere mostrato in quest'opera, quasi priva di dialoghi, è quell'ineffabile senso di solitudine improvvisa, e assoluta, che ci coglie nel bel mezzo della nostra vita, come se d'un tratto un tassello della nostra vita fosse stato assorbito dal nulla, non lasciando alcune traccia di sè. E' il malinconico ritratto della Mancanza, di quella particolare e inesprimibile forma di nostalgia per qualcosa che non ci è mai appartenuto, per quel viaggio che non abbiamo mai compiuto. Tutto questo è Veronica; lei è l'Altro da noi, sconosciuto, irraggiungibile, che nella sua abissale distanza riesce, per qualche astrale e oscura ragione, a influenzare il nostro mondo emotivo, a generare mutamenti esistenziali capaci di condurci alla distruzione, o alla salvezza. Il finale è una risposta non data, ad una domanda mai posta.