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| Voto Visitatori: |           7,58 / 10 (12 voti) |  | Grafico | 
 
  
  
		
		
		
		
  	








 7½ / 10
   7½ / 10 SPOILER saranno forse rimasti delusi, ma chi conosce bene Chabrol sa che il regista francese preferisce alla suspense hitchcockiana la descrizione degli ambienti e la psicologia dei personaggi. E in questo, "Grazie per la cioccolata" è un film semplicemente perfetto, grazie anche all'efficace essenzialità del montaggio, alla raffinatezza della messa in scena e alla ottima recitazione degli interpreti. Claude Chabrol ha uno stile inconfondibile, che si potrebbe riconoscere tra mille, alieno dai virtuosismi tecnici del cinema contemporaneo eppure così attento alla composizione geometrica e pittorica delle singole inquadrature da farne quasi delle opere d'arte autonome.
 SPOILER saranno forse rimasti delusi, ma chi conosce bene Chabrol sa che il regista francese preferisce alla suspense hitchcockiana la descrizione degli ambienti e la psicologia dei personaggi. E in questo, "Grazie per la cioccolata" è un film semplicemente perfetto, grazie anche all'efficace essenzialità del montaggio, alla raffinatezza della messa in scena e alla ottima recitazione degli interpreti. Claude Chabrol ha uno stile inconfondibile, che si potrebbe riconoscere tra mille, alieno dai virtuosismi tecnici del cinema contemporaneo eppure così attento alla composizione geometrica e pittorica delle singole inquadrature da farne quasi delle opere d'arte autonome. SPOILER è personaggio di affascinante e algida ambiguità, che, dietro alla sua maschera apparentemente impenetrabile, lascia intuire abissi di dolore e di disperazione. Solo alla fine del film, quando già scorrono i titoli di coda, la Huppert ci concede un lungo, meraviglioso, piano sequenza in cui le lacrime finalmente scorrono sul suo volto, prima di regredire in una emblematica posizione fetale, vicino ad un altrettanto simbolico copridivano a forma di ragnatela, che rimanda alla inestricabile complessità della trama.
 SPOILER è personaggio di affascinante e algida ambiguità, che, dietro alla sua maschera apparentemente impenetrabile, lascia intuire abissi di dolore e di disperazione. Solo alla fine del film, quando già scorrono i titoli di coda, la Huppert ci concede un lungo, meraviglioso, piano sequenza in cui le lacrime finalmente scorrono sul suo volto, prima di regredire in una emblematica posizione fetale, vicino ad un altrettanto simbolico copridivano a forma di ragnatela, che rimanda alla inestricabile complessità della trama.Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
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