Sfuggita all'inseguimento di due killer, la bella Grace arriva nella sperduta cittadina di Dogville. Grazie all'aiuto di Tom, portavoce della comunità, Grace riesce ad ottenere protezione a patto che sia disposta a lavorare per la comunità. Ma quando si viene a sapere che la donna è una grossa ricercata, gli abitanti di Dogville avanzano nei confronti di Grace sempre maggiori pretese. Ma Grace nasconde un segreto che farà pentire tutta Dogville di aver mostrato i denti contro di lei...
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L'opera di metateatro impostata da Von Trier prosegue in Dogville, una pellicola certamente non per tutti ma che lascia sicuramente degli spunti interessanti. La trama è sviluppata discretamente, a parte l'inizio veramente lento e stentato,e il finale è sorprendente e molto ben fatto. Ma la cosa che piu' mi è piaciuta e che mi ha realmente colpito è la scenografia e la location. Infatti tutto il film si svolge in un unico ambiente, la città di Dogville, che però è una città fantasma, non vediamo porte, muri, finestre, strade, ma per i protagonisti del film è come se ci fossero normalmente. Quindi è come se fossere convinti di vivere la loro normale vita ma invece la loro provincialità e le credenze titpiche paesane, molto ben sviluppate soprattutto quando sfocia il pregiudizio verso la forestiera Kidman,non permettono loro di vivere appieno la propria esistenza, quindi è come se non vivessero. Per questo saranno puniti. Ho trovato molti spunti interessanti in questo film ma sicuramente non è per tutti, è veramente lungo e in alcuni tratti soporifero ma questo è Von Trier, con la sua genialità e la sua stravaganza.